2019 di recessione? Ecco perché i timori sono esagerati
Il 2019 è partito con il piede sbagliato, almeno per i mercati. Con i principali indici asiatici in ribasso e i timori di una recessione degli Stati Uniti sullo sfondo, il primo invito alla calma arriva da JPMorgan e dal suo responsabile del reddito fisso Robert Michele.
TIMORI ESAGERATI “Tali paure sono esagerate“, ha scritto in una nota per gli investitori poco prima della pausa del nuovo anno. “Dando uno sguardo al mercato, non vediamo una recessione imminente“. Michele vede diversi motivi di preoccupazione, come un “Congresso bloccato” che “non permetterà uno stimolo fiscale, nessuna riforma delle imposte e una guerra commerciale con la Cina che significherebbe meno scambi“.
LE MOSSE DELLE BANCHE CENTRALI Tuttavia, “un’adeguata risposta della politica monetaria dovrebbe avere la capacità di attenuare il rallentamento e assicurare un atterraggio morbido. Già le dichiarazioni della Federal Reserve indicano come si stia avvicinando alla fine di un viaggio di tre anni per normalizzare la propria politica. Riteniamo che la Fed sia diretta verso due ulteriori aumenti (dopo uno a dicembre 2018) e un livello di 2.75% -3%”. Inoltre, “al di fuori degli Stati Uniti, le banche centrali rimangono molto accomodanti“, e questo dovrebbe aiutare a mantenere l’economia globale “sospesa” al suo tasso di crescita tendenziale nel 2019. L’espansione degli Stati Uniti è, secondo i suoi calcoli, destinata a rallentare dal 3% al 2%.
Le parole di Michele sono supportate dai fatti, dato che il portafoglio obbligazionario si sta focalizzando come opportunità d’acquisto a credito cartolarizzato, debito dei mercati emergenti e i mercati delle obbligazioni ad alto rendimento, ha spiegato il gestore.