Notizie Notizie Italia 10 anni di Ftse Mib: tra crisi Italia e il nodo Pir

10 anni di Ftse Mib: tra crisi Italia e il nodo Pir

3 Giugno 2019 15:45

Il FTSE MIB compie dieci anni. Per il principale indice dei mercati azionari italiani è stato organizzato a Piazza Affari un evento a cui hanno partecipato, tra gli altri, Raffaele Jerusalmi, CEO di Borsa Italiana, Waqas Samad, CEO di FTSE Russell e Patrizia Grieco, Presidente di Enel.

 

“Siamo molto felici di festeggiare oggi i 10 anni del FTSE MIB, il principale indice del nostro mercato che rappresenta le 40 società più liquide e capitalizzate”, ha spiegato Raffaele Jerusalmi, amministratore delegato di Borsa Italiana. “La scelta di calcolare l’intero set degli indici di Borsa attraverso un index provider di alto standing come FTSE Russell è stata presa innanzitutto per rendere il nostro mercato sempre più internazionale, con standard riconosciuti a livello globale. Il 94% dell’ammontare detenuto dagli investitori istituzionali è infatti estero con oltre 8.000 fondi e 1.700 case di investimento internazionali da 50 Paesi”.

 

Uno dei temi toccati a margine dell’appuntamento è quello dei Pir, con la nuova normativa che sta creando problemi alla raccolta: “Le nuove norme credo abbiano creato qualche problema al sistema”, ha spiegato Patrizia Grieco, presidente di Enel e del Comitato di Corporate Governance. “Ora stanno arrivando delle norme europee sugli Eltifs che potrebbero in parte rimettere in moto questo flusso di capitali diretto principalmente alle pmi“.

 

Luca Filippa, managing director, southern Europe, FTSE Russell, definisce il Ftse Mib “lo specchio dell’andamento dell’economia italiana”: “Riesce a fotografare molto bene l’evoluzione delle principali società italiane quotate sul mercato italiano. Nel momento in cui Borsa rappresenta l’andamento dell’economia, vedere come è cambiata la composizione del paniere del Ftse Mib aiuta a capire quali sono stati i trend”. Quali sono stati questi trend? Una riduzione del numero delle banche, che fa fondamentalmente riferimento a un consolidamento. dato che il business è rimasto lo stesso con un numero inferiore di soggetti. Un calo molto marcato del peso delle telecomunicazioni, che risente del fenomeno macroeconomico consistente del calo della rilevanza di alcune società e della capitalizzazione di Telecom Italia. La crescita del settore delle utilities: non è un caso che da tre anni la società più grande del listino non è più Eni ma Enel. Infine, una crescita del settore automobilistico, che rispecchia in modo fedele la crescita del gruppo Fiat“. Sui Pir: “Gli indici che abbiamo creato sono stati usati dalla maggior parte dei clienti, l’impressione è che siano serviti. Ora c’è un nuovo approccio normativa che non sta incontrando i favori del mercato. Io sono abbastanza confidente sul fatto che non sia una situazione irrisolvibile e si troverà una soluzione“.

 

 

“Prendiamo il 2019 come un anno di transizione”, avverte Marcello Chelli, European head of distribution & retail, Lyxor ETF. “Purtroppo l’evoluzione normativa ha bloccato la crescita di questo comparto e ci auguriamo che con la legge di bilancio dell’anno prossimo si possa rilanciare un fenomeno che riteniamo interessante”.

 

Francesco De Astis, head of Italian equity, Eurizon Capital Sgr, si concentra sulla situazione del nostro Paese: “Una fase di grandissima incertezza, legata a eventi internazionali e alla situazione italiana. L’Italia continua a essere sotto scacco dal debito, che continua a essere un problema che dovrà essere affrontato e risolto. Assisteremo a un’estate caratterizzata da momenti di grande volatilità. Gli investitori devono guardare agli investimenti azionari in Italia in un orizzonte di lungo periodo“.