Notizie Notizie Italia Telecom getta la spugna: addio a target piano inabissa il titolo verso minimi storici

Telecom getta la spugna: addio a target piano inabissa il titolo verso minimi storici

18 Gennaio 2019 09:45

Tutto da rifare per Telecom Italia che lancia un pesante warning sui conti 2018 e avvisa che il 2019, soprattutto la prima parte, si confermerà difficile. La maggiore tlc italiana si prepara quindi a varare un nuovo piano mandando così definitivamente in archivio quello varato lo scorso marzo dall’ex ad Amos Genish, divenuto già irrealizzabile a causa della marcata debolezza del mercato domestico.

Titolo verso i minimi storici

Il warnig scuote il titolo Telecom Italia che cede in avvio di seduta oltre il 9% sotto quota 0,48 euro, vicino ai minimi storici.

Da inizio maggio 2018, quando l’assemblea ha dato la maggioranza del cda alla lista proposta da Elliott, il titolo ha ceduto il 45% circa.

 

A soli dieci mesi dal suo varo il piano Genish è diventato irrealizzabile principalmente per le difficoltà sopraggiunte sul mercato domestico. L’effetto Iliad e non solo sono tra le cause di un flop che ha indotto ieri il cda di TIM ad archiviare definitivamente gli obiettivi del piano e prevedere un nuovo inizio con la formulazione di un nuovo piano tra poco più di un mese (21 febbraio).

Doccia fredda da numeri preliminari 2018 e debole view su I semestre 2019

I risultati preliminari gestionali relativi all’esercizio 2018 vedono l’ebitda organico della Business Unit Domestic in calo “mid single digit” rispetto all’anno precedente rispetto al rialzo indicato dal piano “nonostante la maggiore resilienza di TIM rispetto al mercato”. In sostanza una previsione di -5% circa rispetto al low single digit (+2-3%) indicato dal piano Genish in media per il triennio.

Di contro va meglio del previsto la Business Unit Brasile. L’ebitda consolidato complessivo organico è pertanto atteso nell’intorno di 8,1 miliardi di euro; è confermato l’andamento dei ricavi organici di Gruppo. L’indebitamento finanziario netto consolidato rettificato è atteso nell’intorno di 25,2 miliardi di euro dopo il pagamento di licenze per 513 milioni di euro.

 

Non sono attesi cambi di rotta neanche quest’anno. E’ stato infatti analizzato anche il budget 2019 preliminare e le prime stime per la Business Unit Domestic ipotizzano un andamento della performance operativa che sconta le dinamiche competitive che hanno impattato l’esercizio 2018 e si prevede influiscano sul 2019, in particolare sul primo semestre.

Il piano 2019-2021 verrà presentato per l’approvazione del Consiglio di Amministrazione il prossimo 21 febbraio, unitamente ai risultati definitivi del bilancio 2018.

 

Scontro Vivendi-Elliott potrebbe riaccendere la speculazione

Difficoltà che si inseriscono all’interno dello scorso sulla governance tra Vinvendi, maggiore azionista della tlc, e il fondo Elliott. Dopo il cambio al vertice che ha portato all’uscita del ceo Genish sostituito da Luigi Gubitosi, l’ennesima resa dei conti è prevista il 29 marzo, data dell’assemblea che deciderà i nuovi equilibri del gruppo tlc. Gli attacchi di Vivendi verso la gestione Elliott sono stati ben dettagliati con entrambe le parti che si sono vicendevolmente accusate di aver causato la caduta del titolo.

Tra gli scenari su cui ragiona il mercato in vista dell’assemblea c’è sicuramente la possibilità che Elliott, che ha in mano l’8,847% del capitale di Tim, aumenti la propria quota sfruttando i valori molto bassi a cui viaggia il titolo. Elliott detiene opzioni su 750 milioni di azioni ordinarie Tim e potrebbe arrotondare la sua quota in area 12%.