Telecom verso mesi ad alta tensione in Borsa, Elliott potrebbe fare incetta di azioni in vista dell’assemblea
Telecom Italia tenta di schiodarsi da quota 0,50 euro a cui stazionava da alcune sedute e il mercato comincia a valutare i possibili scenari che andranno a prospettarsi da qui al 29 marzo, data dell’assemblea che deciderà i nuovi equilibri a livelli di governance del gruppo tlc. Gli attacchi di Vivendi verso la gestione Elliott sono stati ben dettagliati con entrambe le parti che si sono vicendevolmente accusate di aver causato la caduta del titolo.
Oggi il mercato premia Telecom Italia che è arrivata a guadagnare oltre il 3% a 0,5208 euro. Negli ultimi 12 mesi il titolo ha ceduto il 30% del proprio valore sottoperformando il Ftse Mib e anche il settore tlc. Il consensus Bloomberg indica un prezzo obiettivo a 0,72 euro, il 38,5% sopra i livelli attuali. Tra gli analisti monitorati il 50% dice Buy, il 30% Hold e il 20% è Sell.
Tra gli scenari su cui ragiona il mercato in vista dell’assemblea c’è sicuramente la possibilità che il fondo attivista Elliott, che ha in mano l’8,847% del capitale di Tim, aumenti la propria quota sfruttando i prezzi di saldo a cui viaggia il titolo Tim, che nelle scorse settimane aveva avvicinato i minimi storici. Elliott detiene opzioni su 750 milioni di azioni ordinarie Tim e potrebbe arrotondare la sua quota in area 12%.
Il 14 gennaio il cda di Tim ha deciso di convocare l’assemblea il 29 marzo per l’esame del bilancio e gli argomenti richiesti dal socio Vivendi, ossia la revoca di 5 consiglieri nominati nella lista del fondo attivista Elliott (Fulvio Conti, Alfredo Altavilla, Massimo Ferrari, Dante Roscini e Paola Giannotti de Ponti). Vivendi avrebbe voluto fissare l’assemblea entro metà febbraio.
La decisione è arrivata dopo le polemiche delle ultime settimane con i francesi che accusavano Elliott di voler fare melina e non rispettare i dettami del Codice Civile, secondo il quale l’assemblea va convocata “senza indugio” qualora lo richieda un’azionista con più del 5% (e Vivendi ha quasi il 24%).
LE ACCUSE CONTRO LA GESTIONE GENISH
Ieri è arrivata la relazione del cda, un atto dovuto all’indomani della convocazione dell’assemblea dei soci. Il cda rivendica la correttezza dell’operato con la nomina del nuovo amministratore delegato Luigi Gubitosi avvenuta “nel rispetto delle disposizioni di legge e regolamento interno. Valutazioni che rispondono alle accuse mosse nella relazione di Vivendi in occasione della richiesta di assemblea anticipata.
Emergono accuse verso l’ex ad Amos Genish, eredità dalla precedente gestione Vivendi. La di revocare a maggioranza le deleghe a Genish sono state dettate dall’emergere di un tentativo prolungato di Genish di nascondere al consiglio le difficoltà nel rispettare i target del piano strategico.
Il manager non sarebbe riuscito a porre rimedio al mutato scenario competitivo che ha reso difficile rispettare quanto previsto dal piano approvato a marzo 2018. La mancanza di azioni correttive ha poi reso necessario ricorrere a una svalutazione degli avviamenti per due miliardi di euro (decisa in concomitanza con la diffusione dei conti del terzo trimestre 2018).