Notizie Notizie Mondo Il rischio bolla non fa paura, Shanghai per la prima volta sopra i 4mila punti

Il rischio bolla non fa paura, Shanghai per la prima volta sopra i 4mila punti

28 Maggio 2007 07:22

Boom o bolla? In attesa che il futuro dica quanto fondati siano gli allarmi lanciati a ripetizione sul mercato azionario cinese, gli investitori continuano a scommettere sulle prospettive dell’economia del gigante asiatico e dei suoi indici di Borsa. L’indice di riferimento, il Csi 300, ha superato nella notte per la prima volta i 4mila punti, raggiungendo un nuovo record storico appena al di sotto dei 4100 punti. Con l’ultima impennata il valore dell’indice che descrive l’andamento delle azioni A trattate a Shanghai e Shenzen è così raddoppiato da inizio 2007.

 

Continua a crescere il numero degli investitori, che si allarga sempre più fino ad investire i piccoli investitori attratti dai rendimenti straordinari del mercato azionario. Si calcola che in ogni giorno della scorsa settimana siano stati aperti almeno 300mila nuovi conti per l’operatività su titoli, per un totale di oltre 20 milioni di conti titoli aperti nei primi 5 mesi dell’anno.

 

A smorzare l’euforia non sono bastati gli avvertimenti delle autorità monetarie del Paese (su tutti quelli del governatore della banca centrale Zhaou Xiaochuan), e nemmeno quelli dell’uomo più ricco d’Asia, Li Ka-shing, così come a nulla è valso l’allarme lanciato settimana scorsa dall’ex presidente della Federal Reserve, Alan Greenspan, secondo cui il ritmo di crescita della Borsa cinese non sarebbe sostenibile e una “drammatica correzione” sarebbe alle porte.

 

I multipli espressi dal mercato possono essere considerati un segnale del clima di euforia che si respira sulle piazze del Dragone. Basti pensare che il Csi 300 è valutato complessivamente oltre 45 volte gli utili. E che il livello di rischio stia salendo lo dimostra anche l’iniziativa intrapresa la scorsa settimana dalle autorità di regolamentazione del mercato, che hanno ordinato alle case di brokeraggio di pretendere dai propri clienti la firma di un modulo in cui dichiarano di essere a conoscenza dei rischi dell’operatività in titoli.