Notizie Notizie Mondo RBS: governo May smobilizza 7,7%. Forti perdite per contribuenti UK, ci hanno rimesso almeno 2 mld sterline

RBS: governo May smobilizza 7,7%. Forti perdite per contribuenti UK, ci hanno rimesso almeno 2 mld sterline

5 Giugno 2018 11:00

E ora nel Regno Unito alle prese con la Brexit scoppia il caso RBS. Royal Bank of Scotland è la banca, in molti lo ricorderanno, che venne messa in condizioni di sicurezza con una iniezione di liquidità da parte dell’ex governo di Gordon Brown pari a 45 miliardi di sterline, poco dopo il collasso di Lehman Brothers negli Stati Uniti. Erano i tempi drammatici della crisi finanziaria, che dagli Usa si era estesa in tutto il mondo, mettendo in grave difficoltà le banche globali.

Per salvare RBS, il governo britannico a quei tempi capitanato da Gordon Brown ricorse al salvataggio per mano dei contribuenti. Oggi, dieci anni dopo la peggiore crisi finanziaria degli ultimi decenni, il governo di Theresa May ha smobilizzato una ulteriore quota detenuta nella banca pari al 7,7%: stamattina sono state vendute, precisamente, 925 milioni di azioni RBS, ciascuna per un valore di 271 pence. L’annuncio è arrivato dallo stesso cancelliere allo Scacchiere Philip Hammond.

I contribuenti britannici che hanno versato un bel po’ dei loro soldi per assicurare a RBS un futuro non hanno assolutamente esultato, tutt’altro: nessun motivo per stappare lo spumante o per accogliere con favore la notizia, visto che la vendita è avvenuta  in forte perdita rispetto all’investimento iniziale.

Con l’operazione, il governo UK ha ridotto la propria quota (e dei contribuenti) dal 70,1% al 62,4%, raccogliendo 2,5 miliardi di sterline per le casse dello Stato. Così Hammond:

“Questa vendita rappresenta un passo significativo nel percorso teso a far tornare RBS sotto il completo controllo dei privati e per lasciarci alle spalle la crisi finanziaria. Il governo non dovrebbe essere proprietario delle banche. Il ricavato di questa vendita sarà utilizzato per ridurre il nostro debito nazionale. Questa è la cosa giusta da fare per i contribuenti, in un momento in cui creiamo una economia che sia adatta al futuro”.

Il tono positivo del tweet di Hammond cozza tuttavia con la realtà dei fatti. Il governo di Gordon Brown acquistò infatti una quota di maggioranza nella banca, nell’autunno del 2008, a 500 pence per azione; il che significa che, al prezzo di vendita odierno di 271p, il Regno Unito ha perso più di due miliardi di sterline su quelle azioni.

Ma il danno potrebbe essere anche maggiore. L’anno scorso, il National Audit Office – che monitora le spese pubbliche per il Parlamento- stimò che il prezzo break-even nel caso di una vendita delle azioni RBS fosse pari a 625 p (una volta considerati anche i costi di finanziamento per l’acquisto delle azioni). In base alla logica dell’Ufficio, le perdite dei contribuenti sarebbero addirittura pari a 3,3 miliardi di sterline.

Mentre montano le polemiche, il governo britannico difende la decisione di vendere una quota della banca per la metà circa del prezzo. In particolare, il segretario economico al Tesoro, John Glen, ha definito “irrealistico” ritenere che il Regno Unito avrebbe dovuto detenere tutte le azioni RBS fino a quando i contribuenti fossero stati capaci di riottenere tutta la somma investita nell’istituto.

Parlando alla trasmissione Today Programme di Radio 4, Glen si è così espresso:

“Se fossimo riusciti a vendere le azioni a un prezzo più alto, ovviamente mi sarebbe piaciuto. E’ ciò che tutti vorrebbero. Tuttavia, dobbiamo essere realistici e guardare alle condizioni di mercato”. Glen ha sottolineato che RBS versa in una “condizione di salute decisamente migliore rispetto a quella in cui si trovava più di dieci anni fa, e che questo è il momento giusto per uscire in parte dall’investimento”.

Sarà: ma il costo finale sui contribuenti che hanno salvato la banca dalle grinfie del collasso potrebbe essere superiore a 20 miliardi di euro.

Come si arriva a queste cifre?

Il Guardian fa notare che il governo detiene ancora 7,5 miliardi di azioni RBS. Se queste venissero tutte vendute al prezzo di vendita odierno, ovvero a 271 pence, le perdite aggiuntive che i contribuenti soffrirebbero sarebbero pari a 17 miliardi di sterline (prendendo come riferimento il prezzo di 500 pence a cui sono state acquistate nel 2008). Includendo la vendita di oggi, e quella avvenuta nel 2015, la perdita complessiva salirebbe a 20 miliardi.

Utilizzando però il break-even di cui sopra, pari a 625 pence, la perdita sulle azioni RBS rimanenti sarebbe di 26,5 miliardi. La somma, unita alla perdita di 3 miliardi sofferta oggi, e a quella di 1,9 miliardi di sterline relativa alla vendita di una quota nel 2015, porterebbe la perdita potenziale a superare i 30 miliardi di sterline.