Notizie Notizie Italia Piazza Affari prudente nel giorno delle votazioni per il Colle, spread in area 300 punti

Piazza Affari prudente nel giorno delle votazioni per il Colle, spread in area 300 punti

18 Aprile 2013 07:50

A Piazza Affari regna la cautela dopo tre sedute consecutive nella quali hanno prevalso le vendite. In Italia l’attenzione è tutta rivolta all’elezione del presidente della Repubblica, con le votazioni che prendono il via oggi anche se prima di domani è difficile conoscere chi sarà il prossimo inquilino del Colle. Dall’incontro tra Bersani e Berlusconi è uscito il nome di Franco Marini che ieri sera ha però spaccato i grandi elettori del Partito Democratico. La proposta di Bersani non ha certo riscontrato un plebiscito: 222 i sì a Marini, 90 i no e 21 gli astenuti. Il Movimento 5 Stelle punta invece su Stefano Rodotà, che potrà contare anche sui voti di Sel.

La partita è quindi complicatissima e le due votazioni di oggi, con ogni probabilità, non porteranno all’elezione del nuovo Capo dello Stato. Il perdurare dell’incertezza politica, che ormai dura dallo scorso 25 febbraio, non sembra impattare negativamente sul mercato secondario dove lo spread oscilla in area 300 punti base. Nell’attesa a Piazza Affari oggi l’indice Ftse Mib tenta un timido rialzo (+0,30% a 16.420 punti) dopo una striscia negativa di tre sedute consecutive. Ieri sul mercato i timori erano legati alle voci che circolavano nelle sale operative di un ipotetico downgrade sul debito tedesco.
 
In serata il downgrade è arrivato anche se non è stato emesso una delle tre sorelle del rating, ma dalla piccola Egan-Jones. L’agenzia statunitense ha ridotto il giudizio a “A” da “A+” in scia alla crescente esposizione di Berlino verso la crisi dell’Eurozona. Questa mattina, invece, Moody’s ha confermato la tripla A sulla Germania e l’outlook negativo. A Wall Street tiene banco invece la stagione delle trimestrali, con BofA che ieri ha deluso le attese degli analisti. In serata, infine, il Beige Book della Federal Reserve ha confermato che l’economia statunitense continua ad espandersi moderatamente grazie soprattutto al manifatturiero e alle costruzioni.