Notizie Notizie Italia Mussari lascia l’Abi per la tempesta Mps. Bankitalia accusa: hanno nascosto i documenti

Mussari lascia l’Abi per la tempesta Mps. Bankitalia accusa: hanno nascosto i documenti

23 Gennaio 2013 08:59

Giuseppe Mussari ha rassegnato le dimissioni dalla poltrona di presidente dell’Abi “con effetto immediato e irrevocabile” attraverso una lettera inviata al vicepresidente dell’Associazione, Camillo Venesio. La decisione è giunta dopo lo scandalo dei derivati che ha travolto Monte dei Paschi e lo stesso Mussari che ne è stato presidente all’epoca dei fatti.

Assumo questa decisione convinto di aver sempre operato nel rispetto del nostro ordinamento – ha spiegato Mussari nella lettera – ma nello stesso tempo, deciso a non recare alcun nocumento anche indiretto all’Associazione”. E aggiunge: “In questi tre anni ho cercato di servire l’Associazione mettendo a disposizione tutte le energie fisiche e intellettuali di cui disponevo, usufruendo dell’insostituibile contributo della direzione e di tutti i dipendenti dell’Associazione”.

Il passo indietro giunge all’indomani dei botta e risposta tra Monte dei Paschi e Nomura che ha coinvolto anche l’ex presidente della banca senese: l’istituto giapponese ieri aveva fatto sapere che l’operazione ‘Alexandria’ era stata completamente esaminata e approvata ai vertici di Mps, tra cui il Cda e l’allora numero uno, Giuseppe Mussari. Nota questa poi prontamente smentita da Mps. Ma non è servito.

Il tutto nasce da un dossier pubblicato da il Fatto Quotidiano secondo cui le perdite della banca toscana, che hanno permesso il ricorso ai Monti Bond, trarrebbero origine da un derivato stipulato nel 2009 con Nomura, che avrebbe provocato un impatto sui conti del 2012 pari a 220 milioni di euro. Derivato che è rimasto nascosto, ha scritto il quotidiano, per tre anni e mezzo per poi essere scoperto dai vertici della banca senese, l’attuale presidente Alessandro Profumo e amministratore delegato Fabrizio Viola, solo lo scorso 10 ottobre. Sempre il Fatto riporta che i consulenti di Pwc e Eidos starebbero cercando di quantificare il buco real nei conti di Mps che stando a fonti citate dal giornale, potrebbe salire a 740 milioni di euro.

Nel dettaglio, secondo quanto risulta al giornale, l’operazione (denominata Alexandria dal nome del derivato firmato con la banca giapponese) aveva ad oggetto due contratti che in apparenza risultavano slegati ma che nella realtà erano interconnessi: il primo ha permesso a Mps di scaricare le perdite del derivato su Nomura, migliorando così il bilancio 2009. Il secondo fungeva sostanzialmente da rimborso alla stessa Nomura, in quanto la banca senese era disposta ad entrare in un asset swap e in due operazione pronti contro termine a 30 anni legate a tale swap. Non solo. Per il Fatto proprio le conseguenze dell’operazione avrebbe portato Mps ad alzare la somma dei Monti Bond chiesti al Tesoro da 3,4 a 3,9 miliardi di euro.

Sulla questione è intervenuto anche il presidente dell’Adusbef, Elio Lannutti, attraverso una nota. Lannutti si è chiesto il perché sia Banca d’Italia sia Consob non hanno mosso rilievi in merito a operazioni rischiose quali quelle dei derivati “Santorini” e “Alexandria” che hanno minato la stabilità della banca. il numero uno dell’Associazione è certo ora che le due Authority saranno in grado di chiarire l’esatta genesi dei derivati “segreti” sottoscritti sotto la gestione Mussari, denominati “Alexandria” e “Santorini”, che hanno generato impatti patrimoniali per centinaia di milioni di euro.

Altro crollo odierno per il titolo Mps a Piazza Affari. Dopo già essere stato sospeso per eccesso di ribasso , l’azione al momento sul Ftse Mib mostrano un calo del 7,32% a 0,257 euro.