Notizie Notizie Italia Manley potrebbe ribaltare piani Marchionne per Magneti Marelli, ipotesi vendita torna in auge

Manley potrebbe ribaltare piani Marchionne per Magneti Marelli, ipotesi vendita torna in auge

22 Agosto 2018 18:41

Il futuro di Magneti Marelli potrebbe non essere quello di uno scorporo e quotazione stile Ferrari e CNH. Il nuovo ceo Mike Manley starebbe infatti valutando scenari alternativi, ossia la vendita diretta, in modo da concentrare maggiormente gli sforzi nei prossimi mesi sul rilancio delle attività europee.

In tal senso si inquadra l’indiscrezione odierna del Wsj circa la trattativa in corso con il private equity KKR per gli asset di Magneti Marelli. Il quotidiano finanziario precisa che non si sa ancora nulla riguardo al prezzo potenziale della transazione, ma ricorda anche che, secondo alcuni analisti, il gruppo di componentistica avrebbe un valore di 3,23 miliardi di euro. L’obiettivo di Fca è strappare un prezzo superiore e in passato erano circolate cifre intorno ai 5 miliardi. Stando alle indiscrezioni, il fondo acquisterebbe Magneti Marelli attraverso l’azienda giapponese Calsonic Kansei, a sua volta attiva nelle quattro ruote e ceduta lo scorso anno da Nissan e altri soci per circa 4,5 miliardi.

Il titolo FCA non ha gradito questa prospettiva chiudendo a ,-1,2% probabilmente nel timore che la vendita avvenga a valori non troppo elevati. A pesare sull’umore del titolo c’è l’annuncio del presidente Usa Donald Trump, relativo all’intenzione di imporre dazi doganali del 25% su ogni auto proveniente dall’Unione europea.

 

Il dossier Magneti Marelli è l’unica operazione straordinaria prevista dal nuovo piano al 2022 presentato il 1 giugno; lo scorso mese l’azienda aveva confermato l’intenzione già annunciata di procedere allo spin off dell’unità; questo, nonostante la presentazione di offerte da parte di potenziali acquirenti interessati alla divisione di componentistica, che potrebbe essere valutata fino a 6 miliardi di euro. In passato a esprimere interesse per Magneti Marelli erano stati anche Apollo Global management e Bain Capital, con Marchionne che aveva valutato inadeguate le offerte e ritenuto più adeguato dare la precedenza all’opzione valorizzazione attraverso uno scorporo stile CNH.