Notizie Notizie Italia Incubo nuovo aumento per Carige. E spunta bizzarra ipotesi di nozze tra zoppi con Mps

Incubo nuovo aumento per Carige. E spunta bizzarra ipotesi di nozze tra zoppi con Mps

24 Settembre 2018 12:25

Vittorio Malacalza ha vinto la battaglia sul nuovo cda di Banca Carige ma il mercato storce il naso – con titolo arrivato a cedere oltre il 10% questa mattina – in attesa delle prossime mosse della banca. L’istituto ligure è alle prese con il pressing della Bce per il varo di un nuovo piano entro fine novembre e il poco tempo a disposizione accresce il timore che arrivi un nuovo aumento di capitale dopo quello di 560 milioni di euro di fine 2017.

Servono 200 milioni

Considerando i riscontri al 30 giugno 2018 a Banca Carige, stando ai calcoli di Equita Sim, mancano 120 pb per raggiungere la soglia Srep fissata dalla Bce al 13,125%, pari a circa 200 milioni di euro che potrebbe essere la cifra da chiedere nuovamente al mercato. In assenza di altre soluzioni (l’ex ad Fiorentino aveva lavorato invano al lancio di un bond) l’istituto si troverebbe costretto a ricorrere a una ricapitalizzazione a meno di 12 mesi di distanza dall’ultima.

Malacanza non ha fretta su M&A e il mercato trema

Venerdì lo stesso Malacanza avrebbe inoltre fatto capire che l’opzione M&A non è ritenuta al momento prioritaria nonostante la Bce abbia formalmente caldeggiato una fusione con un’altra banca. Anche il nuovo presidente Pietro Modiano ha affermato che prima di guardare ad aggregazioni bisogna ristrutturare.

Proprio sul fronte M&A non si intravede all’orizzonte un possibile cavaliere bianco intenzionato a intervenire. Nelle scorse sedute era circolato nelle sale operative il nome di Banco BPM, mentre nel weekend è addirittura emerso quello di un’latra grande malata del settore bancario, ovvero Banca Mps. A riportare questa ipotesi è Il Giornale, che rimarca come si tratti di poco più che una suggestione. Di certo il commissariamento di Carige è da evitare e allo stesso tempo la questione Mps (attualmente a controllo statale) va risolta in tempi abbastanza brevi. Stando a quanto riportato da Il Giornale, un matrimonio tra le due banche, adeguatamente ripulite da sofferenze e incagli, potrebbe essere la soluzione per poi allargare l’unione a un terzo partner più robusto che faccia da polo aggregante.