Notizie Notizie Mondo Brasile: impeachment inevitabile, occhi puntati su Temer. Tra i gestori torna la fiducia

Brasile: impeachment inevitabile, occhi puntati su Temer. Tra i gestori torna la fiducia

2 Maggio 2016 10:48
 
Dopo che la Camera bassa brasiliana, a metà aprile, ha approvato la mozione di impeachment contro il presidente Dilma Rousseff (accusata dall’opposizione di aver falsificato i bilanci dello Stato per mascherare la recessione nel corso della campagna elettorale del 2014), il sentiment degli investitori verso il Brasile è subito virato verso il bello, e sta migliorando via via che le probabilità di impeachment aumentano. Le probabilità che il Senato dia il via libera alla procedura sono infatti molto elevate e si fa sempre più concreta l’ipotesi che la Rousseff non porterà a termine il suo mandato e che passerà il testimone al vice presidente Michel Temer. “Negli ultimi cinque anni, Rousseff è stata la forza trainante delle politiche che si sono rivelate, in ultima analisi, deleterie per l’economia brasiliana e dannose per le dinamiche fiscali e del debito – è il commento di Gonzalo Pangaro, Portfolio Manager del fondo T. Rowe Price Emerging Markets Equity Fund – La possibilità di un cambio di Governo sarebbe almeno un primo passo nella direzione di una variazione di tali politiche”.
Deficit primario e iniquità sociale
La tesi prevalente tra gli analisti è che il cambiamento è necessario per affrontare il disordine dei bilanci, con il Brasile piombato, per la prima volta dopo dieci anni, in una posizione di deficit primario. “Anche se è vero che i movimenti dei prezzi delle materie prime non hanno aiutato il Paese, gran parte del deterioramento dei conti pubblici è stata causata dalla cattiva gestione da parte del Governo”, spiega Pangaro. Che aggiunge: “Esiste poi il rischio che un prolungamento della fase di recessione economica possa causare un ulteriore deterioramento delle dinamiche fiscali e del debito e che possa rendere inevitabile la monetizzazione del debito. L’inflazione e i tassi di interesse sarebbero poi ancorati a livelli elevati“. Nel frattempo, spiega ancora il gestore, la distribuzione della ricchezza in Brasile resta iniqua e il 90% della spesa pubblica è destinata, per legge, alla spesa sociale.
Il mercato fa il tifo per Temer
Gli occhi sono già puntati su Temer che, secondo il gestore, non avrebbe altra scelta se non quella di andare in una direzione più favorevole ai mercati, creando fiducia sulla ripresa economica. “Ci sarà un elevato rischio politico – dice Pangaro – ma dovranno essere discusse riforme del sistema della previdenza sociale, per il consolidamento fiscale, per aumentare i ricavi e per incoraggiare gli investimenti“. Se questa sarà la strada, i gestori si dichiarano positivi sul futuro del Brasile: “Se il nuovo Governo dovesse riuscire a far calare le attese sull’inflazione e ad affrontare le dinamiche fiscali e del debito di medio termine, tutto ciò sarebbe positivo per gli attivi brasiliani – dice Pangaro – E, sebbene le prospettive economiche restino difficili per quest’anno, le aziende con bilanci in grado di sostenere queste tensioni dovrebbero uscirne più forti, con il potenziale per un forte apprezzamento nel medio-lungo termine”.
Banche carioca
Ma quali le opportunità più allettanti? Secondo i gestori sarebbero da individuare nelle banche del settore privato, nei centri commerciali e nei titoli consumer di alta qualità. Nel settore bancario, in particolare, il mercato teme il ciclo della qualità degli asset, data la prolungata fase di recessione, “Tuttavia – spiega Pangaro – molte banche private hanno in realtà tenuto delle politiche sui prestiti conservative negli ultimi cinque anni“. “Il ciclo dovrebbe quindi essere gestibile e i livelli di redditività giustificano valutazioni più alte di quelle attuali. Gli istituti bancari esprimono infatti Roe vicini al 20%, anche in questo contesto economico molto difficile”, conclude Pangaro.