Rubriche e analisi Ftse Mib, i multipli di mercato dei titoli del risparmio gestito (10/04/24)

Ftse Mib, i multipli di mercato dei titoli del risparmio gestito (10/04/24)

Pubblicato 10 Aprile 2024 Aggiornato 17 Aprile 2024 14:32

I multipli sono indicatori che mettono in relazione una serie di variabili riferite a un singolo titolo in modo da renderlo agevolmente e rapidamente confrontabile con i rispettivi competitor sul mercato. Questi indicatori possono rappresentare per gli investitori uno strumento utile e una modalità semplice e rapida per il calcolo del valore intrinseco o fondamentale di un’azione. In questo articolo ci focalizziamo sui multipli del settore del risparmio gestito di Piazza Affari, in particolar modo del Ftse Mib.

I multipli dei colossi del risparmio gestito del Ftse Mib

Il Ftse Mib è l’indice di riferimento del mercato azionario italiano e al suo interno presenta una forte presenza di titoli del settore finanziario, che comprende banche, assicurazioni e risparmio gestito. Sono due i titoli del risparmio gestito che fanno parte del Ftse Mib: si tratta di Azimut Holding e Banca Mediolanum, con una market cap complessiva di 11,2 miliardi e un’incidenza dell’1,5% sul totale (dati al 10 aprile 2024).

Nella tabella seguente sono riportati i multipli più noti:

  • prezzo/valore di libro (price to book value, P/BV)
  • utile per azione (earnings per share, EPS)
  • prezzo/utile per azione (price to earnings, P/E)
  • ritorno del capitale proprio (return on equity, ROE)
Titolo Ultimo prezzo (€) Market Cap (€ mld) P/BV EPS P/E ROE
Azimut Holding 24,65 3,5 2,2 3,26 7,85 29,28
Banca Mediolanum 10,26 7,6 2,21 1,1 9,23 25,72

Fonte Bloomberg, elaborazione Ufficio Studi FinanzaOnline; dati aggiornati al 10/04/2024

Si ricorda che ogni singola società ha proprie peculiarità e, pertanto, l’attività di selezione non può prescindere dall’approfondimento di ogni singolo tema di investimento.

I multipli di prezzo

Come abbiamo detto, i multipli di mercato vengono utilizzati nell’analisi comparata con l’obiettivo di confrontare il posizionamento di una società rispetto ai competitor. Per semplicità li distingueremo in multipli relativi al prezzo di borsa e in multipli relativi a dati di bilancio. I primi sono rapporti tra i prezzi di mercato (quotazioni) di uno strumento azionario e una data grandezza di bilancio. Le grandezze di bilancio più comunemente impiegate sono utili e valore contabile del capitale proprio. I multipli di prezzo sono i più utilizzati dagli investitori e consentono di capire rapidamente come il mercato considera la società e quale valore le attribuisce in un determinato momento.

Il P/BV (price to book value) rappresenta il rapporto tra il valore di mercato del patrimonio netto di un’azienda e il suo valore contabile. Questo multiplo dipende dalla redditività del patrimonio netto, espressa come ROE (Return on Equity). Un ROE elevato corrisponde solitamente a un P/BV elevato, e viceversa. Il P/BV è particolarmente utile per confrontare aziende simili all’interno dello stesso settore che seguono gli stessi principi contabili. È importante notare che questo multiplo non può essere utilizzato per confrontare aziende in settori diversi o con principi contabili diversi.

L‘EPS (earnings per share) rappresenta l’utile netto di un’azienda diviso per il numero totale di azioni in circolazione in un dato anno.

Il P/E (price to earnings) indica quante volte il prezzo dell’azione riflette gli utili attesi. Un P/E più alto generalmente corrisponde a una maggiore crescita attesa degli utili (EPS), mentre un P/E più basso può indicare una crescita attesa più modesta o maggiori incertezze sulla prevedibilità degli utili futuri. Un basso tasso di crescita associato a P/E elevati dovrebbe mettere in guardia gli investitori, mentre una significativa crescita con P/E bassi potrebbe attrarre gli operatori.

I multipli di bilancio

A differenza dei precedenti, i multipli di bilancio non sono utilizzati solo dagli investitori per le loro scelte di asset allocation, ma anche e soprattutto dai vertici delle aziende stesse per misurare la salute dell’impresa e l’andamento della gestione.

Il ROE (return on equity) è un indicatore della redditività del capitale proprio di un’azienda, ossia la capacità di remunerare il capitale di rischio investito dai soci o dal proprietario. Un ROE elevato è di solito un segnale positivo per l’azienda, poiché indica una maggiore capacità di generare profitti rispetto al capitale investito. La remunerazione del capitale di rischio nel tempo può avvenire attraverso dividendi in aumento o attraverso la creazione di valore, che si riflette nell’aumento del prezzo delle azioni nel tempo a favore degli azionisti.

Si segnala, infine, che anche gli analisti finanziari utilizzano i multipli per calcolare il cosiddetto “target price” (o prezz0 obiettivo) di un determinato titolo azionario. Tra i metodi di valutazione aziendale più noti troviamo infatti il confronto dei multipli (P/E, EV/Ebitda o altri, con un campione di società comparabili). Per i titoli finanziari gli analisti solitamente paragonano il ROE, il costo del capitale e il P/BV (price to book value).