Rubriche e analisi Dividend yield, la classifica del Ftse Mib: chi rende di più e chi meno (21/03/24)

Dividend yield, la classifica del Ftse Mib: chi rende di più e chi meno (21/03/24)

21 Marzo 2024 15:47

In un ambiente di mercato in continua evoluzione e in cui non mancano diverse incertezze sia economiche che geopolitiche, gli investitori cercano una maggiore sicurezza e stabilità, modificando il proprio portafoglio di investimento per proteggersi da eventuali scossoni improvvisi.

In tale contesto, assumono un ruolo importante i titoli che offrono un alto livello di dividendo, in quanto riescono a fornire agli investitori un flusso di reddito stabile, offrendo così entrate stabili anche durante fasi di mercato caratterizzate da elevata volatilità.

Il 2024 si sta configurando come un’annata molto interessante dal punto di vista dei dividendi, poiché nell’ultimo anno la maggior parte delle blue chip nostrane ha aumentato l’ammontare della retribuzione in favore dei propri azionisti, grazie alle performance stellari del 2023. In questo articolo vediamo quali sono le società del Ftse Mib, quindi quelle a maggiore capitalizzazione di Piazza Affari, che offrono le opportunità più interessanti in termini di dividend yield.

L’importanza del dividendo

Gli aumenti dei tassi effettuati dalla Bce tra il 2022 e il 2023 hanno portato il costo del denaro all’attuale 4,5%, livello confermato per la quarta volta consecutiva nell’ultima riunione. Intanto, l’inflazione dell’eurozona ha rallentato al 2,6% di febbraio, mentre dagli indici Pmi di marzo sono giunti segnali di stabilizzazione dell’attività economica e di minori pressioni inflazionistiche nel settore dei servizi.

Proprio il raffreddamento della crescita dei prezzi al consumo negli ultimi mesi, unito ai segnali di debolezza dell’economia, dovrebbero convincere la Bce ad allentare il costo del denaro, anche per evitare di trascinare il Vecchio Continente in recessione. Non è ancora del tutto chiaro quando verranno effettivamente tagliati i tassi di interesse, presumibilmente a giugno, ma in ogni caso la prospettiva di una riduzione dei rendimenti può alimentare l’appetito degli investitori per le cedole.

In un contesto particolarmente condizionato dalle aspettative, ricevere flussi stabili e affidabili può rivelarsi infatti una strategia interessante, soprattutto in un’ottica di investimento a lungo termine. In tal senso, i dividendi rivestono un ruolo di fondamentale importanza per gli investitori, assicurando una fonte di reddito diretta e certa.

Il dividendo rappresenta la parte degli utili aziendali che la società paga ai suoi azionisti. Per valutarne la bontà, però, gli investitori non devono guardare solo all’ammontare della cedola stessa, ma anche e soprattutto al suo rendimento, espresso dal dividend yield: un valore percentuale determinato attraverso il rapportotra il dividendo unitario pagato da una determinata azione e il prezzo di mercato dell’azione stessa.

La formula per il calcolo del dividend yield è dunque: (Dividendo Annuale per Azione / Prezzo Attuale dell’Azione ) × 100

Questo parametro, così come tutti i principali multipli, viene particolarmente utilizzato nell’analisi comparata con l’obiettivo di confrontare il posizionamento di un’impresa rispetto ad altre. Più è elevato il dividend yield, migliore è il giudizio circa la capacità della società di remunerare il capitale investito. Tuttavia, è bene tenere presente che esso rappresenta una misura statica di rendimento e non tiene conto del rischio d’impresa.

Ftse Mib, la classifica dei dividend yield

Il dividend yield è dunque un indicatore cruciale per gli investitori, in quanto fornisce informazioni preziose sulla remunerazione dell’investimento. Da questo punto di vista, Piazza Affari è un mercato ricco di aziende in cui i dividendi assumono un ruolo significativo.

Nella tabella rappresentata qui sotto possiamo vedere i titoli del Ftse Mib ordinati in base al Dividend yield decrescente, e quindi dal titolo che vanta il rendimento più alto a quello più basso. Come vediamo in cima alla classifica spicca Banco BPM con un dividend yield che ai prezzi attuali è del 9,4%. Secondo posto per Intesa Sanpaolo (dividend yield del 9,0%) e medaglia di bronzo per Banca Popolare di Sondrio (dividend yield dell’8,3%), entrata nel paniere principale a seguito dell’ultima revisione trimestrale degli indici. Come si può notare dalla tabella seguente, tra i primi posti in classifica spiccano diversi titoli bancari; i rialzi dei tassi, infatti, hanno generato un effetto positivo sugli utili degli istituti di credito, consentendo loro di distribuire generose cedole agli azionisti.

Al contrario, tra i titoli che offrono il minor dividend yield tra i titoli appartenenti al paniere principale di Piazza Affari troviamo Ferrari, STMicroelectronics e Brunello Cucinelli.

Titolo Ultimo prezzo (€) Dividendo per azione (€) Dividend yield Prossimo dividendo stimato (€) Variazione Dividendo a/a
Banco BPM 5,98 0,5600 9,4% 0,5690 1,6%
Intesa Sanpaolo 3,29 0,2960 9,0% 0,3280 10,8%
Bca Pop Sondrio 6,74 0,5600 8,3% 0,4400 -21,4%
BPER Banca 4,19 0,3000 7,2% 0,3860 28,7%
Poste italiane 11,44 0,8000 7,0% 0,9370 17,1%
Banca Mediolanum 10,27 0,7000 6,8% 0,7670 9,6%
Italgas 5,21 0,3520 6,8% 0,3880 10,2%
Enel 6,11 0,4000 6,5% 0,4520 13,0%
Eni 14,40 0,9400 6,5% 1,0250 9,0%
Snam 4,35 0,2820 6,5% 0,3000 6,4%
Mediobanca 13,31 0,8500 6,4% 1,0860 27,8%
Banca MPS 4,25 0,2500 5,9% 0,4430 77,2%
A2A 1,63 0,0958 5,9% 0,1000 4,4%
Stellantis 26,98 1,5500 5,7% 1,6140 4,1%
Azimut 24,86 1,4000 5,6% 1,8770 34,1%
Generali Assicurazioni 23,15 1,2800 5,5% 1,4340 12,0%
UniCredit 33,69 1,7800 5,3% 2,3540 32,2%
FinecoBank 13,80 0,6900 5,0% 0,7170 3,9%
Unipol Gruppo 7,69 0,3800 4,9% 0,4180 10,0%
Inwit 10,47 0,4800 4,6% 0,5510 14,8%
Terna 7,75 0,3396 4,4% 0,3690 8,7%
ERG 23,62 1,0000 4,2% 1,0000 0,0%
Hera 3,27 0,1250 3,8% 0,1460 16,8%
Pirelli&C 5,57 0,1980 3,6% 0,2680 35,4%
Tenaris 18,12 0,6000 3,3% 0,6580 9,7%
Recordati 51,38 1,2000 2,3% 1,5400 28,3%
Moncler 68,42 1,1500 1,7% 1,2940 12,5%
Iveco Group 13,80 0,2200 1,6% 0,4260 93,6%
Prysmian 48,79 0,7000 1,4% 0,8570 22,4%
Diasorin 89,92 1,1500 1,3% 0,9590 -16,6%
Leonardo 22,15 0,2800 1,3% 0,2380 -15,0%
Amplifon 32,29 0,2900 0,9% 0,3810 31,4%
Brunello Cucinelli 104,70 0,9100 0,9% 1,1460 25,9%
Interpump Group 44,22 0,3400 0,8% 0,3670 7,9%
Campari 9,30 0,0650 0,7% 0,0780 20,0%
STMicroelectronics 40,43 0,2400 0,6% 0,3020 25,8%
Ferrari 394,20 1,8100 0,5% 2,8890 59,6%
Nexi 5,83 0,0610
Saipem 2,07 0,0490
Telecom Italia 0,22 0,0020

Fonte: Bloomberg, elaborazione Ufficio Studi FOL, dati al 21 marzo 2024

Le indicazioni dei dividendi in tabella sono parziali. I dati vengono via via aggiornati con la pubblicazione dei risultati finanziari per il 2023 da parte delle società quotate.

L’impatto dei dividendi sul Ftse Mib

Il Ftse Mib, come la maggior parte degli indici, è un price index, ossia un indice calcolato sommando le capitalizzazioni di mercato di tutte le società che ne fanno parte. Tuttavia, il calcolo di questa tipologia di indice non tiene conto dei dividendi, motivo per cui la performance del Ftse Mib non riflette pienamente il ritorno per gli investitori, considerando solo l’apprezzamento in conto capitale (capital gain).

Più nel dettaglio, il giorno dello stacco della cedola i titoli inclusi nell’indice subiscono nominalmente un deprezzamento, teoricamente pari al dividendo pagato; poiché Piazza Affari è una delle Borse più generose al mondo in termini di dividendi (mediamente del 3-4% annuo), nel lungo periodo questo effetto finisce per pesare sul Ftse Mib.

Per ovviare a questo problema e rappresentare più correttamente la remunerazione totale dell’indice, è possibile prendere come riferimento la versione Total Return del Ftse Mib che tiene conto anche dello stacco e del reinvestimento di dividendi.