Dividend yield, la classifica del Ftse Mib: chi rende di più e chi meno (06/02/25)

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Le aziende che offrono dividendi elevati attraggono gli investitori per diverse ragioni. Il flusso regolare delle cedole garantisce una fonte di reddito stabile e, in molti casi, prevedibile. Inoltre, questi pagamenti aiutano a mitigare l’impatto delle oscillazioni di mercato sul rendimento complessivo dell’investimento. Una società che mantiene o incrementa nel tempo la propria politica di distribuzione viene spesso percepita come più solida e matura. Investire in titoli ad alto dividendo può anche favorire una maggiore diversificazione del portafoglio, riducendo la necessità di assumere posizioni più rischiose per migliorare la performance attesa. Di seguito, un’analisi delle società del Ftse Mib con i dividend yield più alti.
Perché puntare sui dividendi nell’attuale scenario di mercato
In un contesto segnato da incertezze sulla crescita economica, sulle mosse delle banche centrali e possibili shock geopolitici, inserire in portafoglio azioni ad alto dividendo può rivelarsi una strategia efficace.
In Europa, la Bce ha ridotto i tassi di 25 punti base nell’ultimo incontro e, secondo molti analisti, potrebbe procedere con altri tre tagli entro luglio. Il “wage tracker” dell’istituto segnala un rallentamento dei salari nella parte finale del 2025, indice che le pressioni inflazionistiche dovrebbero attenuarsi, agevolando l’allentamento monetario. Se i prezzi continueranno a moderarsi come previsto dal consiglio direttivo, i tassi scenderanno ancora, favorendo consumi, investimenti e la distribuzione di utili e dividendi aziendali.
Negli Stati Uniti, la Fed ha adottato un approccio più cauto, alla luce dell’inflazione ancora alta, dell’economia solida e dei segnali provenienti dal mercato del lavoro, in attesa dei nonfarm payrolls di domani. La banca centrale guidata da Powell osserva con attenzione le mosse del presidente Trump in ambito commerciale, fiscale e regolamentare, che potrebbero influenzare prezzi e crescita. In uno scenario potenzialmente volatile, chi vuole contenere i rischi può trovare nelle azioni ad alto dividendo un’opzione per stabilizzare i rendimenti.
Di conseguenza, i titoli con cedole elevate rappresentano un mix di redditività e protezione, risultando interessanti per diversi profili di investitori. Tuttavia, è essenziale selezionare società con flussi di cassa solidi, payout ratio sostenibili e una politica di dividendi ben calibrata.
Cos’è il dividend yield e come si calcola
Per misurare i dividendi pagati da una società gli investitori non devono guardare soltanto all’ammontare della cedola, ma anche, e soprattutto, calcolarne il rendimento, espresso dal dividend yield: un valore percentuale che si ottiene dal rapporto tra il dividendo unitario pagato da una determinata azione e il prezzo di mercato dell’azione stessa.
La formula per il calcolo del dividend yield è quindi la seguente:
(Dividendo Annuale per Azione / Prezzo Attuale dell’Azione) × 100
Questo parametro, così come tutti i principali multipli, viene utilizzato soprattutto nell’analisi comparativa allo scopo di confrontare il posizionamento di un’impresa rispetto ad altre. Più è elevato il dividend yield, migliore è il giudizio sulla capacità dell’azienda di remunerare il capitale investito.
Tuttavia, bisogna tenere presente che questo indicatore rappresenta una misura statica di rendimento e non prende in considerazione il rischio d’impresa.
Ftse Mib, la classifica dei dividend yield stimati
Il dividend yield è un parametro chiave per valutare la capacità di un’azienda di offrire un ritorno interessante ai propri azionisti. Molte società a Piazza Affari si distinguono per gli elevati rendimenti da dividendo e le prospettive per il futuro sono incoraggianti.
Nella tabella sottostante i titoli del Ftse Mib vengono ordinati in maniera decrescente sulla base del dividend yield stimato, calcolato come rapporto fra il prossimo dividendo stimato e il prezzo corrente, quindi dal titolo che vanta il rendimento atteso più alto a quello più contenuto. Tutti i dati sono estrapolati da Bloomberg.
Per le società che hanno già comunicato il dividendo del 2025 (a valere sugli utili del 2024), viene evidenziato il dividend yield attuale (rapporto fra dividendo 2025 e prezzo attuale), mentre il prossimo dividendo stimato e il corrispondente dividend yield stimato fanno riferimento al 2026 (a valere sull’esercizio 2025).
A dominare la classifica sono le banche: Mps ha annunciato una cedola da 0,86 euro, per una distribuzione complessiva oltre il miliardo di euro e un dividend yield del 13,4% rispetto al prezzo attuale. Rendimenti attesi elevati per Bper (9,3%) e Banco Bpm (9,3%), mentre Intesa Sanpaolo ha già comunicato che proporrà un dividendo complessivo di 0,341 euro (0,17 euro di acconto già pagato e 0,171 di saldo), per un dividend yield dell’8,0%.
Tra le migliori, a livello di cedole stimate, anche Eni (7,2%), Poste Italiane (6,9%) ed Enel (6,6%). Prevista una forte riduzione della cedola per Stellantis, che secondo gli analisti dovrebbe sostanzialmente dimezzare il dividendo. Finecobank ha incrementato il dividendo del 7% a 0,74 euro (dividend yield 4,1%).
In coda alla classifica si confermano Ferrari (0,7%) e Interpump (0,7%). Saipem tornerà quest’anno a remunerare i propri azionisti con un dividendo a valere sul 2024, mentre Telecom Italia e Nexi non distribuiranno cedole (Tim ha rimandato le valutazioni al nuovo piano industriale 2025-27).
Titolo | Ultimo prezzo (€) | Dividendo per azione 2024 (€) | Dividendo per azione 2025 (€) | Dividend yield | Prossimo dividendo stimato (€) | Variazione stimata Dividendo a/a | Dividend yield stimato |
Banca MPS | 6,40 | 0,2500 | 0,8600 | 13,4% | 0,7980 | -7,2% | 12,5% |
BPER Banca | 6,68 | 0,3000 | – | – | 0,6240 | 108,0% | 9,3% |
Banco BPM | 8,74 | 0,5600 | – | – | 0,8150 | 45,5% | 9,3% |
Intesa Sanpaolo | 4,26 | 0,2960 | 0,3410 | 8,0% | 0,3630 | 6,5% | 8,5% |
Bca Pop Sondrio | 9,11 | 0,5600 | – | – | 0,6900 | 23,2% | 7,6% |
Eni | 13,81 | 0,9400 | – | – | 0,9960 | 6,0% | 7,2% |
Mediobanca (**) | 16,04 | 1,0700 | – | – | 1,1270 | 5,3% | 7,0% |
Poste italiane | 14,65 | 0,8000 | – | – | 1,0080 | 26,0% | 6,9% |
Enel | 6,96 | 0,4300 | – | – | 0,4580 | 6,5% | 6,6% |
Italgas | 5,81 | 0,3520 | – | – | 0,3810 | 8,2% | 6,6% |
Snam | 4,51 | 0,2820 | – | – | 0,2900 | 2,8% | 6,4% |
Banca Mediolanum | 13,29 | 0,7000 | – | – | 0,8470 | 21,0% | 6,4% |
Stellantis | 12,42 | 1,5500 | – | – | 0,7530 | -51,4% | 6,1% |
Azimut | 24,80 | 1,3800 | – | – | 1,4750 | 6,9% | 5,9% |
Unipol Gruppo | 13,20 | 0,3800 | – | – | 0,7400 | 94,7% | 5,6% |
UniCredit | 45,10 | 1,8029 | – | – | 2,3720 | 31,6% | 5,3% |
Inwit | 10,16 | 0,4800 | – | – | 0,5090 | 6,0% | 5,0% |
Terna | 7,98 | 0,3396 | – | – | 0,3810 | 12,2% | 4,8% |
Generali Assicurazioni | 30,91 | 1,2800 | – | – | 1,3920 | 8,8% | 4,5% |
A2A | 2,30 | 0,0958 | – | – | 0,1000 | 4,4% | 4,3% |
Hera | 3,62 | 0,1400 | – | – | 0,1500 | 7,1% | 4,1% |
Pirelli&C | 5,57 | 0,1980 | – | – | 0,2250 | 13,6% | 4,0% |
FinecoBank | 18,21 | 0,6900 | 0,7400 | 4,1% | 0,7240 | -2,2% | 4,0% |
Tenaris (*) | 18,78 | 0,6000 | – | – | 0,7000 | 16,7% | 3,7% |
Iveco Group | 11,54 | 0,2200 | – | – | 0,3810 | 73,2% | 3,3% |
Saipem | 2,30 | – | – | – | 0,0520 | – | 2,3% |
Recordati | 59,65 | 1,2000 | – | – | 1,3350 | 11,3% | 2,2% |
Moncler | 61,14 | 1,1500 | – | – | 1,1430 | -0,6% | 1,9% |
Buzzi | 40,08 | 0,6000 | – | – | 0,7020 | 17,0% | 1,8% |
STMicroelectronics (*) | 21,39 | 0,3600 | – | – | 0,3270 | -9,2% | 1,5% |
Prysmian | 63,16 | 0,7000 | – | – | 0,8000 | 14,3% | 1,3% |
Campari | 5,33 | 0,0650 | – | – | 0,0660 | 1,5% | 1,2% |
Amplifon | 26,08 | 0,2900 | – | – | 0,3040 | 4,8% | 1,2% |
Diasorin | 102,55 | 1,1500 | – | – | 1,1250 | -2,2% | 1,1% |
Leonardo | 30,19 | 0,2800 | – | – | 0,3030 | 8,2% | 1,0% |
Brunello Cucinelli | 124,90 | 0,9100 | – | – | 0,9810 | 7,8% | 0,8% |
Interpump Group | 44,26 | 0,3200 | – | – | 0,3230 | 0,9% | 0,7% |
Ferrari | 449,00 | 2,4430 | – | – | 3,0880 | 26,4% | 0,7% |
Nexi | 4,65 | – | – | – | – | – | – |
Telecom Italia | 0,28 | – | – | – | – | – | – |
(*) Dividendo in dollari
(**) Il dividendo è riferito all’esercizio chiuso il 30 giugno
Fonte: Bloomberg, elaborazione Ufficio Studi FOL, dati al 6 febbraio 2025
Le prossime cedole a Piazza Affari
Ecco i dividendi sinora confermati da qui alla fine del primo trimestre del 2025. Tra le società del Ftse Mib (in grassetto), per quanto noto ad oggi, Stm metterà in pagamento dal 26 marzo (stacco il 24) la quarta tranche trimestrale del dividendo complessivo da 0,36 dollari.
Società | Data stacco dividendo | Data pagamento dividendo | Cedola | Note | Dividendo complessivo |
Bifire | 10/02/2025 | 12/02/2025 | 0,0285 | 4^ tranche | 0,114 |
Banca Generali (**) | 24/02/2025 | 26/02/2025 | 0,6 | Saldo | 2,15 |
STMicroelectronics (*) | 24/03/2025 | 26/03/2025 | 0,09 | 4^ tranche | 0,36 |
(*) Dividendo in dollari
(**) Acconto di 1,55 euro pagato a maggio
L’impatto dei dividendi sul Ftse Mib
Il Ftse Mib, come la maggior parte degli indici, è un price index. Viene quindi calcolato sommando le capitalizzazioni di mercato di tutte le società che compongono il paniere, ma senza tenere conto dei dividendi, che vengono distribuiti e non reinvestiti. Motivo per cui la performance del Ftse Mib non riflette pienamente il ritorno per gli investitori, considerando solo l’apprezzamento in conto capitale (capital gain) e non il rendimento da dividendi.
Più nel dettaglio, il giorno dello stacco della cedola i titoli inclusi nell’indice subiscono nominalmente un deprezzamento, teoricamente pari al dividendo pagato; poiché Piazza Affari è una delle Borse più generose al mondo in termini di dividendi (mediamente del 3-4% annuo), nel lungo periodo questa dinamica finisce per pesare sul Ftse Mib.
Per ovviare a questo problema e rappresentare più correttamente la remunerazione totale dell’indice, è possibile prendere come riferimento la versione Total Return del Ftse Mib, calcolata ipotizzando il reinvestimento dei dividendi.
* Le presenti informazioni vengono fornite al solo scopo educativo e non rappresentano consigli d’investimento o suggerimenti personali. Tali informazioni non devono quindi essere interpretate come offerte o solleciti di compravendita di strumenti finanziari.