Notizie Notizie Italia Zingales agli studenti: in Italia ora ci sono spazi per cambiamento e meritocrazia

Zingales agli studenti: in Italia ora ci sono spazi per cambiamento e meritocrazia

28 Settembre 2012 12:08

È un Zingales più ottimista che in passato quello che ieri sera ha incontrato gli studenti universitari del collegio universitario San Filippo Neri di Milano per la presentazione del suo nuovo libro “Un manifesto capitalista contro l’economia corrotta”. All’evento ha partecipato anche il giornalista del Corriere della Sera, Federico Fubini, in veste di moderatore.

Secondo Zingales, che da anni vive negli Stati Uniti dove insegna Impresa e finanza alll’università di Chicago, attualmente In Italia si stanno aprendo spazi di cambiamento a causa delle pesante difficoltà portate dalla crisi finanziaria. “Ritengo che rispetto a due anni fa ci siano più spazi per introdurre dei cambiamenti nel sistema italiano – chiarisce Zingales – dovuti anche al fatto che il settore pubblico è a corto di risorse finanziare necessarie per mantenere lo status quo dell’attuale classe dirigente politica e industriale”. “La voglia di riforme e il senso di rabbia dei cittadini non deve però sfociare nel populismo ma deve essere incanalata in un percorso volto a privilegiare la meritocrazia ed interrompere la fase di nepotismo che ha caratterizzato l’Italia nel corso degli ultimi venti anni.” Per questo motivo Zingales offre la propria disponibilità per favorire un cambiamento in questa direzione.

Il suo nuovo libro è infatti un appello per rifondare il capitalismo, rendendolo più giusto, più umano e più efficiente. Zingales difende l’idea originaria del mercato come regno delle opportunità e della produzione di ricchezza, al servizio dei cittadini e dei consumatori, contro il capitalismo dei monopoli, delle lobby, della finanza irresponsabile, che fa pagare all’intera comunità i disastri che ha provocato. Secondo Zingales la strada intrapresa negli ultimi anni dal capitalismo definito “reale” in antitesi al mercato “ideale” è pericolosa e richiede al più presto dei cambiamenti. “Pericolosa perché l’idea di un mercato libero è stata presa in ostaggio dal mondo degli affari e dai suoi interessi, innescando nelle persone un risentimento che rischia di imboccare una via che porterà alla fine del capitalismo come lo conosciamo. Un sistema che, con tutti i suoi difetti, offre pur sempre le migliori opportunità al maggior numero di persone». Per questi motivi Zingales sostiene con forza la necessità di promuovere il merito, potenziando le autorità antitrust e la qualità dell’istruzione, proprio per diffondere il più possibile il benessere. Tra i leader politici che possono favorire questo percorso Zingales ha fatto il nome di Matteo Renzi, sindaco di Firenze che si presenterà alle primarie del Partito Democratico.

Nel corso dell’incontro la discussione ha toccato temi di stretta attualità come la difficile situazione dei conti pubblici italiani. Per ridurre l’enorme debito pubblico Zingales ha presentato la sua ricetta che prevede un piano di privatizzazioni da accompagnare ad una ristrutturazione del debito pubblico. Mosse necessarie per evitare di soffocare ulteriormente l’economia e riportare il rapporto debito/pil sotto il 100% dall’attuale 120 per cento. La ristrutturazione potrebbe avvenire attraverso l’introduzione di due categorie di Eurobond: la prima, i cosiddetti Eurobond blu emessi per un ammontare fino al 60% del Pil, con garanzia congiunta di più Paesi e degli Eurobond rossi, cioè senza garanzia congiunta e subordinati ai bond blu. Il vantaggio di questa proposta è che mantiene i segnali di mercato sul debito in eccesso del 6o% del Pil, permettendo ai Paesi indebitati di godere di un tasso meno elevato sul primo 60% del debito.

Da escludere categoricamente l’uscita unilaterale dell’Italia dall’Euro per beneficare di una svalutazione della nuova moneta come paventato da numerosi commentatori. Un’ipotesi di questo genere provocherebbe il default delle principali società italiane che hanno messo obbligazioni in euro perché in base ai contratti stipulati con gli investitori la valuta di riferimento dei titoli rimarrebbe l’euro rendendo quasi impossibile il rimborso con una eventuale nuova lira. Zingales è scettico anche sugli ultimi interventi della Bce che sono stati definiti degli anestetici, utili nel breve periodo per frenare la speculazione e dare tempo di introdurre delle riforme strutturali di ampio respiro, ma dai dubbi effetti in un orizzonte temporale più ampio.