Yanis Varoufakis boccia in toto il Mes. ‘Prestiti vanno restituiti, così Italia rischia austerity’
Prestiti e finanziamenti sono una cosa diversa. Nella situazione attuale di emergenza sanitaria ed economica, i paesi hanno bisogno di finanziamenti, non di prestiti. Anche perchè i prestiti devono essere rimborsati, fanno salire il deficit, e quindi fanno scivolare il beneficiario nella posizione scomoda del debitore. Di quello che, una volta salvato, dovrà rimettersi in riga. E’ questo il ragionamento che ha fatto l’ex ministro delle Finanze greco ed economista Yanis Varoufakis, nel bocciare in toto il MES.
Intervenendo alla trasmissione Dimartedì, Varoufakis è stato chiaro. Intanto, non si tratta affatto di finanziamenti per un valore di 500 miliardi:
“Non sono 500 miliardi, sono soltanto 28: gli altri sono prestiti, che sono utili ma che, essendo prestiti, vanno restituiti e pesano sul debito – ha detto ancora Varoufakis Il Mes è inutile, non aiuta. Facciamo l’ipotesi che Conte ottenga 500 miliardi dal Mes o anche dai mercati. Questo farebbe salire subito il debito pubblico da 136% al 200% portando il vostro deficit ad almeno il 18% il prossimo anno; dopodichè arriverà Bruxelles il prossimo anno, a Roma, dicendo: ‘Avete un deficit enorme, lo dovete ridurre’ e questo significa austerity. A quel punto, nel momento in cui l’Italia iniziasse a riprendersi, sarebbe l’austerity a colpirla”.
Uno scenario a dir poco catastrofico per la ripresa, che verrebbe pagato anche dalla Germania, visto che se la Germania esporta quanto esporta è grazie all’euro.Dunque, “noi non dovremmo neanche chiedere solidarietà a Berlino, ma buon senso, perchè se l’Eurosistema si disintegrasse, l’esito sarebbe dannoso anche per la Germania”.
Varoufakis ha messo in evidenza anche la differenza che esiste tra il bazooka anti-Covid sfornato dagli Stati Uniti e quello che l’Unione europea si appresta a varare. “Gli Usa hanno pompato il 6% del Pil nel sistema economico con finanziamenti effettivi, non prestiti. Se l’Europa non creerà gli eurobond, finirà in uno stato di instabilità”.
Nel frattempo, la questione Mes continua a dividere la politica italiana. A farsi paladino del Fondo salva stati è l’ex premier e leader di Italia Viva, Matteo Renzi. Così, in una diretta Facebook:
“Questa barzelletta del Mes deve finire. Il Mes senza condizionalità significa che ci danno 37 miliardi di euro a condizioni migliori di qualsiasi altro prestito e questi 37 miliardi vanno ai cittadini italiani. Quando grillini e leghisti fanno polemica sul Mes vi stanno prendendo in giro: il Mes è una cosa che aiuta l’Italia e l’Italia userà i 37 miliardi del Mes”.
“In un momento in cui la gente fa fatica – ha continuato – è evidente che nessuno può permettersi il lusso per ragioni ideologiche di buttare via 37 miliardi. Il Mes senza condizionalità, piaccia o non piaccia, è un fatto positivo per l’Italia e l’Europa. Ci serve e lo accetteremo. Lasciate parlare i populisti e i sovranisti alle vongole: hanno detto per anni che dovevamo andare contro l’Europa e l’Europa ci sta salvando. Son quelli che andavano dai gilet gialli anziché andare da Macron, son quelli che inseguivano Orban, altro che fratelli d’Italia…fratelli d’Ungheria“.
A proposito di sovranisti, di Mes sono tornati a parlare oggi sia il leader della Lega, Matteo Salvini, proponendo l’idea dei Bot esentasse sia la numero uno di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni. In un post su Facebook Meloni ha definito il Mes un “cavallo di Troika”.
“Spero di essere smentita ma oggi sono convinta che la linea di credito senza condizionalità del Mes per le spese sanitarie rischi di essere un “cavallo di Troika”. Se non restituisci i soldi che chiedi in prestito come dicono loro e nei tempi che stabiliscono, e indipendentemente dalla difficoltà che hai, puoi ritrovarti lo stesso la Troika dentro casa. Se non stiamo attenti, è questo quello che può succedere“.