Wealth management, Moody’s: vincerà chi affiancherà competenze umane ai robo-advisor
Anche se ci troviamo in una fase in cui sono sempre più le società fintech che puntano sui robo-advisor, nel mondo del wealth management la consulenza personale continuerà a detenere un ruolo significativo. E’ quanto scrive in un report sui robo-advisor Moody’s Investors Service. Il messaggio è che da soli i robo-advisor non saranno sufficienti.
“Le società attive nel wealth management che riusciranno a unire le loro competenze umane alle soluzioni automatizzate di wealth management avranno le armi giuste per soddisfare le aspettative dei clienti e, di conseguenza, prospereranno – scrive nella nota dedicata al fintech e al wealth management l’analista di Moody’s, Fadi Abdel Massih – Al contrario, le società pure di robo-advisor che riusciranno ad aggiungere tocco umano alle loro offerte riusciranno più probabilmente a conservare la loro base clienti ad alto tasso di crescita“.
“Da un lato, dunque – scrive Moody’s – il ricorso ai robo-advisor crescerà. Dall’altro, la componente umana rimarrà un asset vincente, soprattutto per quei clienti dotati di ricchi patrimoni e con portafogli complicati che avranno sempre di più necessità specifiche, che richiederanno la consulenza prettamente umana”
In generale, nel settore del wealth management, le società che investiranno in maggiori capacità digitali che affiancheranno la componente di consulenza umana, accelereranno un processo di consolidamento che rappresenterà una minaccia ai gruppi più piccoli.
Nel complesso, l’industria trarrà beneficio dal trasferimento del benessere di generazione in generazione, con l’invecchiamento della popolazione. Il censimento degli Stati Uniti prevede che, entro il 2025, il 19% della popolazione Usa avrà una età superiore ai 65 anni, in rialzo rispetto al 15% attuale. In più, la ricchezza media netta continua ad aumentare, ed è più alta soprattutto tra chi ha un’età di 65 anni e superiore.