Wall Street: Non solo Balena Nasdaq, esplode febbre investitori retail per mercato opzioni. E scatta alert lotteria

Non è certo solo colpa della Balena del Nasdaq se, nelle ultime settimane, Wall Street è finita nel mirino delle speculazioni (rialziste), scoppiando di colpo come una bolla di sapone. A contribuire a una situazione di vero e proprio melt-up sono stati anche gli investitori retail: anch’essi, così come la Balena del Nasdaq identificata poi nella conglomerata giapponese Softbank, hanno fatto incetta di opzioni call, contratti che attribuiscono ai loro detentori il diritto di acquistare azioni singole o indici. Sono state queste opzioni, conferma un articolo di Barron’s, a scatenare il boom di agosto di titoli come Apple e Tesla e, probabilmente, a contribuire al forte dietrofront dei titoli tecnologici, che si è manifestato all’inizio di settembre.
Non solo Balena del Nasdaq insomma –
smascherata alla fine dall’FT: anche gli investitori retail si lanciano nel trading delle opzioni call, e anche con una certa foga. A tal proposito non si può fare a meno di menzionare la febbre del trading che, in generale, ha colpito diversi giovani retail ai tempi del lockdown da coronavirus COVID-19, facendo la fortunata dell’APP Robinhood.
Tornando al fenomeno che si sta esaminando, dai dati diffusi da Cboe Global Markets, il volume delle opzioni acquistate nel mese di agosto si è attestato in media a 18,4 milioni di contratti al giorno (per contratto, ci si riferisce a quello che attribuisce all’investitore il diritto di acquistare – appunto call option – ma anche di vendere -put option – 100 titoli di un’azione). Il valore è superiore dell’80% circa rispetto alla media mensile dei volumi, registrata nel corso del 2019.
E la febbre non si è certo fermata ad agosto visto che, dall’inizio del mese di settembre, gli acquisti si sono anche intensificati, con il volume sulle opzioni riferite a una singola azione pari a 23,8 milioni di contratti al giorno, in media, fino allo scorso 8 settembre.
C’è da dire che il trading è stato sostenuto in parte dal boom degli scambi delle opzioni su Apple e Tesla avvenuto dopo gli stock split dei colossi, diventati effetti lo scorso 31 agosto.
Come ha confermato Jason Goepfert, direttore genetale della società di ricerca Sundial Capital Research, che ha battezzato il fenomeno come “febbre retail per il trading delle opzioni”, “c’è stato un enorme boom del trading speculativo“.
E se è vero che le Balene sul mercato non sono mancate – come la giapponese SoftBank Group che, secondo le stime, avrebbe acquistato opzioni call su azioni tecnologiche per un valore di $50 miliardi, è altrettanto vero che sono stati gli investitori retail a scatenare il boom degli acquisti delle opzioni. Tanto che Goepfert, interpellato da Barron’s, lo ha scritto chiaramente:
“Questi piccoli trader sono diventati la parte più grande del mercato delle opzioni – ha sottolineato – Dalla metà di luglio, le operazioni di scambio di 10 contratti o anche di quantità inferiore, hanno inciso in modo costante per più del 60% su tutti i premi sugli acquisti di opzioni, facendo impallidire le dimensioni delle operazioni lanciate dai grandi investitori”.
Anthony Denier, amministratore delegato di Webull Financial, piattaforma online di trading simile alla ben più popolare Robinhood, ha confermato che “queste non sono call o put che la gente sta acquistando per il premio; né per fare hedging su una posizione. Queste sono puntate speculative nude e crude”.
Garrett DeSimone, direttore della divisione di ricerca quantitativa presso OptionMetrics, ha fatto notare, inoltre, che alcune di queste puntate sono espressione del FOMO (fear of missing out, praticamente timore di lasciarsi scappare un’ottima occasione): “La gente vede Tesla e Apple schizzare verso l’alto, e sente allo stesso tempo che ci sono persone che stanno facendo soldi con le opzioni call”.
Barron’s spiega che il trading delle opzioni fa parte di un trend volto a rendere più democratico il i processi di investimenti, per dare dunque più voce in capitolo agli investitori retail. Tuttavia – aggiunge l’autore dell’articolo – il balzo del trading sulle opzioni sta aumentando la volatilità dei mercati. Di conseguenza, per gli investitori che rimangono fedeli alle azioni e ai fondi, conoscere le dinamiche del trading sulle opzioni e i rischi relativi è cruciale per comprendere il mercato di oggi.
DeSimone ha precisato, tra l’altro, che gli investitori retail tendono a gravitare attorno ad opzioni caratterizzate da prezzi bassi, a breve scadenza, out-of-the-money, il che significa che il titolo deve apprezzarsi velocemente affinché l’investitore possa fare soldi. Per l’esperto, investire così è come giocare alla lotteria. Da altri dati diramati da Susquehanna Financial Group. è emerso che il 60% di tutte le opzioni riferite a una singola azione che sono state scambiate di recente era composto da contratti alla cui scadenza mancavano meno di due settimane, rispetto al 45% di inizio 2020.