Notizie Notizie Mondo Wall Street, Goldman Sachs: i titoli di chi vince e perde con escalation o meno guerra commerciale

Wall Street, Goldman Sachs: i titoli di chi vince e perde con escalation o meno guerra commerciale

1 Agosto 2018 11:21

Quali sono i titoli su cui bisognerebbe puntare, a seconda di una escalation o di uno smorzarsi della guerra commerciale in corso tra Washington e Pechino? A questa domanda risponde Goldman Sachs, con una nota a hoc. Se le tensioni tra gli Usa di Trump e la Cina dovessero intensificarsi – e le indiscrezioni di oggi sembrano deporre a favore di questa ipotesi – gli investitori dovrebbero secondo gli analisti del colosso bancario Usa puntare sui titoli Usa il cui business è focalizzato soprattutto sull’economia nazionale. Si tratta, in generale, di titoli facenti parte dei settori tlc, consumi, finanziari e  healthcare.

Goldman Sachs li presenta. Nel settore dei consumi le scelte privilegiate cadono su Dollar General e Target; nel settore finanziario vengono citati Charles Schwab, Wells Fargo, SunTrust Banks. In quello dei servizi tlc e utility si fanno i nomi di Verizon e Dominion Energy.

“Di norma i titoli delle società più attive nel mercato interno tendono a outperfomare nel momento in cui la crescita Usa si rafforza rispetto al resto del mondo. E il trend recente del Pil Usa (balzato del 4,1% in base alle ultime rilrevazioni) ha aiutato le azioni che puntano sulla domanda interna a fare meglio rispetto a quelle che guardano all’estero”, si legge nella nota., stilata dal responsabile strategist dell’azionario Usa di Goldman sachs, David Kostin, e da altri analisti.

“Se le tensioni commerciali dovessero continuare a salire e nuovi dazi venissero proposti e resi esecutivi, allora a fare meglio di altre sarebbero le azioni di società che presentano l’esposizione maggiore alle vendite domestiche.

Se invece le tensioni dovessero smorzarsi, gli investitori dovrebbero puntare sui titoli di quelle società che hanno una esposizione agli asset o al fatturato superiore al 10% verso la “Greater China”, area che comprende la Cina, Hong Kong, Macau e Taiwan. Queste aziende sono quelle che rischiano di più, per gli stessi motivi, con “una continua escalation della guerra commerciale”, e sono attive soprattutto nel settore dell’Information Technology, in modo specifico in quello dei semiconduttori e relative infrastrutture.

Da segnalare che, nel 2017, il fatturato legato alle vendite all’estero ha inciso sui ricavi delle società quotate sullo S&P 500 per il 30%, con una incidenza delle vendite dell’intera regione dell’Asia-Pacifico pari all’8% e una del 10% delle vendite in Europa. Il settore dell’IT è stato quello con la maggiore esposizione alle vendite estere (pari al 60%), seguito dal settore manifatturiero (incidenza del 49%).

Goldman Sachs cita alcune delle società Usa maggiormente esposte alla Greater China:

Nel settore dell’information technology: Skyworks Solution (84% delle vendite provengono dall’estero); Qualcomm (65%); Micron Technology (64%); texas Instruments (44%), Intel (40%); Apple (20%).

Nel settore dei consumi: Wynn Resorts (73%); MGM Resorts (19%); Boeing (13%); Nike (12%).

Settore healthcare: Agilent Technologies (20%); PerkinElmer (17%);

Questi titoli beneficerebbero di un eventuale smorzarsi delle tensioni Usa-Cina e, per lo stesso motivo, soffrirebbero in caso di ulteriori escalation.

“La crescita di queste aziende potrebbe essere sotto pressione, nel caso in cui la Cina imponesse nuovi dazi come ritorsione (a quelli di Trump). Queste tariffe aumenterebbero infatti i prezzi pagati dai consumatori della Greater China”.