Notizie Notizie Italia Verso il D-Day per l’Europa, arriva proposta Spagna da 1.500 miliardi: fondo con debito perpetuo per aggirare scoglio Eurobond

Verso il D-Day per l’Europa, arriva proposta Spagna da 1.500 miliardi: fondo con debito perpetuo per aggirare scoglio Eurobond

20 Aprile 2020 12:38

Settimana decisiva quella appena iniziata per concordare la riposta europea alla pandemia di Covid-19. Dopo la riunione dell’Eurogruppo dello scorso 10 aprile che ha gettato le basi di un primo accordo informale fra i Ministri delle Finanze dei Paesi dell’areo euro, giovedì 23 aprile toccherà al Consiglio europeo tentare di definire gli strumenti da adottare per combattere la crisi economica derivante dalla pandemia COVID-19 in corso. Cinque le direttrici che seguiranno le discussioni del Consiglio europeo e che riguarderanno: la limitazione della diffusione del virus, l’equipaggiamento medico con particolare focus sulle mascherine e i ventilatori, la promozione della ricerca, inclusa quella per il vaccino, le conseguenze socio-economiche e l’aiuto ai cittadini bloccati in Paesi terzi.

La proposta della Spagna

Mentre si discute di Eurobond e MES come strumenti per rispondere alla crisi, nelle ultime ore si è mossa la Spagna che, come riportato dal quotidiano El Pais, avrebbe proposto un Fondo europeo da 1.500 miliardi di euro finanziato con debito perpetuo che non presterebbe denaro ai paesi, ma effettuerebbe trasferimenti diretti limitati alla durata della crisi. L’importo di questi trasferimenti, non rimborsabili, non sarebbe legato al PIL dei paesi, ma all’impatto del coronavirus. Il premier spagnolo Pedro Sanchez “ha deciso di giocare forte al prossimo vertice, giovedì, e porterà una posizione ambiziosa che si riassume in un documento dove si propone un grande fondo fino a 1,5 trilioni di euro finanziato con debito perpetuo, che verrebbe ripartito come trasferimenti di risorse – e non debito – tra i Paesi più colpiti” dall’emergenza coronavirus, come riporta il quotidiano iberico.

La cancelliera tedesca Angela Merkel insiste che non accetterà alcun tipo di coronabond, soluzione auspicata dai Paesi del Sud dell’Europa e la Spagna tenta così di aggirare questo problema proponendo un grande fondo che potrebbe essere collegato al bilancio dell’UE. Un’idea simile a quella della Francia e che la Germania potrebbe accettare – scrive El Pais – perché non comporterebbe modifiche giuridiche che significherebbero complesse votazioni nel parlamento tedesco ed eventuali ricorsi alla Corte costituzionale tedesca. La proposta della Spagna – che già circola a Bruxelles – non si concentra sulla crisi immediata che ogni paese sta affrontando con le proprie risorse ma propone un grande fondo – 1,5 trilioni è praticamente la dimensione dell’economia italiana, e tre volte la dimensione concordata nell’Eurogruppo – per iniettare denaro nelle economie più colpite. Un tale Fondo di recupero eviterebbe il massiccio indebitamento dei paesi del Sud e aiuterebbe le loro economie a riprendersi. Non si presterebbe denaro ai Paesi in difficoltà come nei salvataggi della Grande Recessione, ma si effettuerebbero trasferimenti diretti limitati alla durata della crisi.

Debito perpetuo e maggiori risorse a chi è più colpito da Covid-19

L’ammontare di questi trasferimenti – non rimborsabili – non è legato al reddito dei paesi, ma al modo in cui il coronavirus li colpisce (in relazione a criteri quali la percentuale di popolazione colpita, il calo del PIL o l’aumento della disoccupazione). E nel Vecchio Continente, al momento, è proprio l’Italia la più colpita in termini di decessi e contagi.

Finora, tutte le misure previste si basano su prestiti rimborsabili dagli Stati, il cui obiettivo sarebbe quello di fornire liquidità nelle fasi iniziali della crisi, ma senza alcun impatto reale sulla ripresa economica che si ritiene indispensabile. Il Fondo di recupero è totalmente diverso visto che attuerebbe trasferimenti non rimborsabili. Il Fondo per la ricostruzione “deve essere finanziato attraverso il debito perpetuo, sostenuto dai meccanismi legali esistenti”, afferma il documento redatto dal governo spagnolo che in appena tre pagine, spiega il funzionamento.