Utility schivano vendite sul Ftse Mib. Enel sotto la lente di Barclays e Ubs (possibili sorprese nel 2025)

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Mentre le perdite hanno la meglio anche a Piazza Affari, le utility del Ftse Mib viaggiano controcorrente e grazie al loro carattere difensivo non vengono travolte dall’onda d’urto commerciale dei dazi universali.
“La settimana si apre con una continuazione del momento negativo sugli asset rischiosi, sull’attesa dell’annuncio mercoledì dei nuovi dazi USA e dell’entrata in vigore di quelli del 25% sull’auto giovedì. Il fine settimana non ha portato maggiore chiarezza su quali saranno le logiche che sottendono i dazi bilaterali, quando entreranno in vigore e i paesi coinvolti”, segnalano gli strategist di Mps Capital Services aggiuggendo che i cosiddetti ‘dirty 15’ (i paesi che hanno un surplus commerciale significativo con gli USA) saranno comunque colpiti duramente.
Tra i migliori titoli del Ftse Mib in vetta le utility, pur con moderati rialzi: Italgas, Snam, Terna ed Enel. Quest’ultima, dopo la pubblicazione dei conti 2024, è finita sotto la lente del mercato.
Enel sotto la lente degli analisti, oggi incassa il nuovo tp di Barclays
Tra le utility di Piazza Affari in evidenza Enel con i nuovi target di alcuni analisti. Proprio oggi Barclays ha confermato il rating overweight, ma ha rivisto al rialzo il prezzo obiettivo da 8,4 a 8,5 euro. “Aumentiamo le nostre previsioni Eps in media dell’1%. Aumentiamo il nostro Eps dell’esercizio 2027 dell’1% a 0,74 euro, in seguito alla revisione da parte dell’Arera del fattore di aggiornamento dell’inflazione per le attività di distribuzione di energia e all’inclusione del canone di concessione nelle attività di distribuzione di energia in Italia. Abbiamo leggermente aumentato le previsioni Eps 2025 e 2026 per le stesse ragioni”, segnalano gli esperti.
in seguito alla revisione da parte di Arera del fattore di aggiornamento dell’inflazione per le attività di distribuzione di energia e all’inclusione della tassa di concessione nelle attività di distribuzione di energia in Italia. Inoltre, hanno leggermente aumentato le previsioni Eps 2025 e 2026 per le stesse ragioni.
“A 10,8 volte P/E 2025, Enel tratta a sconto del 13% rispetto al multiplo medio per le utility integrate europee che copriamo – indicano nel report gli esperti della banca d’affari UK -. Enel offre un interessante ritorno per gli azionisti del 10-11%, incluso un dividend yield di circa il 7% e una crescita annuale dell’Eps del 4%“.
Enel: per Ubs “possibili sorprese per il 2025”
A qualche settimana di distanza dalla presentazione dei conti 2024, Enel è finita sotto la lente degli analisti di Ubs che rivedono al rialzo il target price e confermano la valutazione d’acquisto (rating buy).
“Conti 2024 solidi e un ritorno per gli azionisti non sono prezzati, spazio per sorprese nel corso del 2025“, scrivono gli esperti.
“Enel ha registrato una crescita dell’Eps ordinario del 10% nel 2024 e ha completato un massiccio piano di cessioni, con il management che ha ricostruito il track record dell’azienda. La leva finanziaria non è più un problema e ora l’attenzione si è spostata sulla crescita”, scrivono gli analisti della banca d’affari elvetica. Inoltre, il piano d’invcestimenti per i prossimi 3 anni ha già visto un aumento di 7 miliardi di euro a novembre 2024 rispetto al piano passato, con un’attenzione ancora maggiore alle reti, e questo dovrebbe consentire un Cagr dell’utile per azione (Eps) del 2% per il periodo 2024-27. “Non sembra particolarmente elevato rispetto alla media di circa il 5% dei competitor, ma combinato con un dividend yield superiore al 7% dall’anno prossimo ‘crediamo che il titolo offra ancora un interessante opportunità di rischio-rendimento'”.
Inoltre, il management ritiene che l’obiettivo di debito netto/Ebitda 2027 di 2,5 volte sia sub-ottimale e Ubs è d’accordo. “Ciò lascia spazio per M&A, maggiori capex o una maggiore remunerazione degli azionisti, tutte possibili scelte secondo il management”, segnalano ancora da Ubs secondo i quali ci potrebbe essere maggiore visibilità verso la fine dell’anno.
Da Ubs hanno preecisato infine che “Enel tratta a sconto del 7% circa rispetto ai peer integrati sulla base delle stime del consenso al 2026, ingiustificato, a nostro avviso, alla luce di un dividendo superiore, di un portafoglio ben diversificato, degli sforzi di ottimizzazione e di un potenziale sia nella crescita degli utili sia dei dividendi“.