Notizie banche Mediobanca “segnala” Caltagirone e Delfin alla Bce

Mediobanca “segnala” Caltagirone e Delfin alla Bce

31 Marzo 2025 11:32

Si alza ancora la tensione in casa Mediobanca. Secondo indiscrezioni riportate dal Financial Times, Piazzetta Cuccia avrebbe scritto alla Banca centrale europea (Bce) avvertendo che due dei suoi principali azionisti (Caltagirone e Del Vecchio) sarebbero di fatto vicini al controllo (29%) delle Generali se l’Opa ostile di Banca Monte dei Paschi di Siena (Mps) su Piazzetta Cuccia dovesse andare in porto.
Il timore espresso è che “stiano per ottenere il controllo di tre delle principali istituzioni finanziarie del Paese senza l’approvazione delle autorità di regolamentazione”.

Il contenuto della segnalazione

In una presentazione al regolatore, la banca milanese ha illustrato come la società di investimento Delfin della “famiglia Del Vecchio” e “il magnate delle costruzioni Francesco Gaetano Caltagirone” potrebbero insieme ottenere il controllo di Mediobanca, Monte dei Paschi di Siena e dell’assicuratore Generali, ovvero “tre delle più prestigiose istituzioni finanziarie italiane”.

Delfin e Caltagirone, precisa l’Ft, sono due dei principali investitori in ciascuna delle società, con partecipazioni individuali comprese tra il 5 e il 20%. “Entrambi si sono scontrati con i direttori generali di Mediobanca e Generali in merito alla strategia, ma finora non sono riusciti a spodestarli”. Tuttavia, un’offerta ostile da parte di Mps, sostenuta dallo Stato, per la sua più grande rivale Mediobanca “ha alzato la posta in gioco a causa di una rete di partecipazioni incrociate che potrebbe amplificare l’influenza degli investitori in ciascuna delle società se l’offerta dovesse avere successo”.

A causa della partecipazione del 13% di Mediobanca in Generali, la transazione potrebbe dare al duo un’influenza complessiva del 29% sulle azioni della compagnia assicurativa, nonostante ne detenga direttamente solo il 16%. Nella sua presentazione, “Mediobanca ha espresso preoccupazioni di governance riguardo all’influenza eccessiva che gli investitori potrebbero ottenere dalla catena di investimenti collegati”, riferisce sempre l’Ft.

Il rischio

Al centro della querelle ci sarebbe un’accusa ben precisa, ovvero la concertazione tra azionisti. Secondo le normative della Bce, gli investitori che agiscono di concerto devono notificare l’intenzione di aumentare le proprie partecipazioni oltre determinate soglie. Se il coordinamento non viene dichiarato, l’autorità può congelare i diritti di voto e bloccare le operazioni.
A stretto giro, fonti vicine a Delfin e Caltagirone hanno negato al Ft un “coordinamento” sottolineando che, in un periodo caratterizzato da molteplici offerte ostili, le autorità di regolamentazione ricevono numerose segnalazioni e, fino ad ora, non hanno intrapreso azioni su tali denunce, trattandole come parte della normale dinamica di mercato.

La partita su Mediobanca

Nell’intricato risiko bancario di queste settimane, e in vista dell’assemblea dei soci del 17 aprile, il proxy advisor ha invitato gli azionisti di Monte dei Paschi a votare contro l’aumento di capitale a servizio dell’offerta pubblica di scambio su Piazzetta Cuccia. Un parere non vincolante, ma molto seguito dai fondi, che ora dovranno decidere come esprimersi. Nella propria raccomandazione, ISS ha evidenziato diverse criticità legate all’operazione. “La banca sta facendo un’offerta per un istituto più grande, senza avere accesso alla due diligence, senza un prezzo finale e senza la certezza della chiusura dell’operazione”, si legge nel documento. Inoltre, il proxy advisor sottolinea che “anche se si riuscisse a ottenere il controllo, l’integrazione post-fusione potrebbe rivelarsi una sfida, e il diverso profilo e la diversa cultura aziendale potrebbero incidere significativamente sul potenziale di sinergia. Il raggiungimento del controllo comporterebbe probabilmente il pagamento di un prezzo più alto, ancora sconosciuto”.
ISS ha inoltre evidenziato il rischio che un eventuale aumento del corrispettivo dell’offerta possa penalizzare gli azionisti di Mps.
“I proxy fanno il loro mestiere, hanno una funzione diversa da quella dello Stato e rispettiamo il lavoro dei proxy, fermo restando che in ogni caso l’andamento di un’assemblea raramente si determina esclusivamente per le indicazioni dei proxy”, ha ribadito oggi a Milano il sottosegretario di Stato per I’Economia e le finanze Federico Freni.

La partita su Generali

Gli occhi del mercato restano puntati anche sul rinnovo del cda di Generali (composto da 13 membri). Essendo il principale azionista del Leone, Piazzetta Cuccia presenterà la lista di maggioranza. Tuttavia, Caltagirone proporrà una lista di minoranza che, secondo lo statuto, potrebbe ottenere un numero di seggi pari a quello della maggioranza, se una terza lista (presentata dall’associazione di fondi Assogestioni) otterrà a sua volta un seggio.