Notizie Notizie Italia Inflazione Italia sale a sorpresa al 2% a marzo. Taglio tassi? I due fattori chiave per Panetta (Bankitalia)

Inflazione Italia sale a sorpresa al 2% a marzo. Taglio tassi? I due fattori chiave per Panetta (Bankitalia)

31 Marzo 2025 11:57

Sorpresa a marzo per l’inflazione italiana. Secondo le stime preliminari diffuse stamattina dall’Istat, difatti, l’indice dei prezzi al consumo segna il 2% dopo l’1,6% registrato il mese di febbraio, più di quanto si attendevano gli analisti che avevano stimato un aumento più contenuto a +1,6% su base annua.

A spingere il piede sull’acceleratore sono stati su base tendenziale sia i prezzi dei beni energetici (+3,2%, da +0,6%), spinti dalla componente non regolamentata (+1,3%, da -1,9%), sia quelli degli alimentari non lavorati (+3,3%, da +2,9%). Più contenuti i prezzi del “carrello della spesa” che, sempre secondo l’Istat, accentuano leggermente il loro ritmo di crescita su base tendenziale, che a marzo sale a +2,1% (da +2,0% di febbraio).

A sentire gli effetti di questo nuovo aumento dell’inflazione ovviamente i consumatori finali, le famiglie. E a fare i conti in tasca sono le varie associazioni.

Inflazione in aumento: quanto pesa sui consumatori

Per il Codacons, l’accelerazione dell’inflazione equivale, in termini di spesa e considerala la totalità dei consumi di una famiglia, ad un aggravio pari in media a +657 euro annui per la famiglia “tipo”, +895 euro per un nucleo con due figli.

Ancora una volta a incidere sull’indice nazionale dei prezzi sono le tensioni sull’energia, con i beni regolamentati che salgono del +27,3% su anno,  spiega il Codacons.  Crescono a ritmo sostenuto anche i listini al dettaglio dei prodotti alimentari e bevande analcoliche, che aumentano del +2,6% su base annua, con punte del +3,3% per i non lavorati. Voci di spesa primarie per le famiglie i cui rincari hanno conseguenze pesanti sulla capacità di spesa e sui consumi degli italiani. “I numeri dell’Istat certificano come l’emergenza energia abbia effetti a cascata sull’economia nazionale e sulle tasche delle famiglie – commenta il presidente Carlo Rienzi – Per questo consideriamo inadeguate le recenti misure introdotte dal governo col decreto bollette, che non intervengono per contrastare le cause strutturali che fanno salire le tariffe di luce e gas e non risolvono il problema del caro-energia sul lungo periodo”.

Anche l’Unione Nazionale dei Consumatori (UNC) fa il punto sui dati resi noti oggi dall’Istat, definiti “preoccupanti e allarmanti”. “La primavera inizia nel peggiore dei modi, con i prezzi che non solo non interrompono la loro corsa, ma decollano ulteriormente. Una fiammata che, su base tendenziale, prosegue ininterrottamente da settembre 2024, passando da 0,7% a 2% di marzo, quasi il triplo in appena 6 mesi.

Un’escalation dovuta anche al caro bollette, contro le quali, purtroppo, il Governo è intervenuto tardivamente, non impedendo gli effetti nefasti sull’inflazione” afferma il presidente Massimiliano Dona. Numeri alla mano, secondo l’UNC, “se l’inflazione pari a +2% significa, per una coppia con due figli, un aumento del costo della vita complessivo pari a 713 euro su base annua, è ancor più grave che ben 238 euro in più se ne vadano solo per i Prodotti alimentari e le bevande analcoliche e addirittura 258 per il carrello della spesa, ossia per le spese obbligate. Una vera e propria stangata. Per una coppia con 1 figlio, la spesa aggiuntiva annua è pari a 659 euro, 210 euro sono soltanto per cibo e bevande, 232 per i beni alimentari, per la cura della casa e della persona. In media, per una famiglia, mangiare e bere ora costa 164 euro in più, 180 euro per la spesa di tutti i giorni” conclude Dona.

Panetta (Bankitalia): “Non abbassiamo la guardia sull’andamento dei prezzi”

Domani, martedì 1° aprile, sarà il turno dell’inflazione dell’eurozona. La Banca centrale europea guarda con particolare attenzione al dato sull’indice dei prezzi al consumo, fondamentale per comprendere la traiettoria dei tassi. Ma non c’è solo l’inflazione.

“Guardando al futuro, la lotta all’inflazione non può ancora dirsi conclusa. Sarà essenziale monitorare con attenzione tutti i fattori che potrebbero ostacolare il ritorno all’obiettivo del 2 per cento”, ha sottolineato il governatore della Banca d’Italia, Fabio Panetta, nella sua relazione annuale in occasione dell’all’Assemblea ordinaria dei Partecipanti al Capitale della Banca d’Italia oggi 31 marzo 2025.

“Da un lato, la debolezza dell’economia europea e le tensioni geopolitiche stanno frenando consumi e investimenti, contribuendo a contenere l’inflazione. Dall’altro lato, l’aumento dell’incertezza – dovuto soprattutto agli annunci, talora contraddittori, sulle politiche commerciali degli Stati Uniti – impone cautela nel percorso di diminuzione dei tassi ufficiali”. “Guardando al futuro, la lotta all’inflazione non può ancora dirsi conclusa” continua il numero uno di Via Nazionale.