Notizie Notizie Italia Uscire dall’euro: tentazione diabolica

Uscire dall’euro: tentazione diabolica

1 Dicembre 2011 17:41

Torna d’attualità il dibattito sulla convenienza di un’uscita volontaria dall’euro. Mentre tutta Europa trema all’idea di un’esplosione dell’euro, cresce paradossalmente il partito di quanti vedono la fuga al di fuori del sistema monetario europeo come l’unico vero possibile toccasana ai problemi nazionali. E questo tanto in Italia quanto in Germania. Alcuni commentatori hanno anche ventilato l’esistenza di fantomatici studi circa i vantaggi di un’uscita dall’euro.
Sarebbe una strada realmente percorribile? Gli esperti di State Street Global Advisors, una delle principali società di asset management al mondo, credono di no.

Il caso Italia
La formula tanto populista quanto semplice recita più o meno così: usciamo dall’Eurozona e creiamo una nuova moneta svalutata rispetto all’euro che rimetta in pista le nostre esportazioni; con benefici tangibili per tutta l’economia italiana.
Secondo SSGA il ragionamento non si fonda su pilastri sufficientemente solidi. Il sistema bancario e il settore corporate dovrebbero infatti fare fronte a un tremendo incremento dei costi dato che gli attivi verrebbero convertiti nella nuova e più debole valuta domestica, mentre i debiti resterebbero in larga parte denominati in euro. Questo sarebbe sufficiente a causare una serie di bancarotte. Il Paese si troverebbe inoltre costretto a introdurre controlli agli scambi per frenare l’uscita di capitali, mentre gli altri Paesi europei potrebbero chiedere una rinegoziazione dei termini delle tariffe e degli scambi commerciali per compensare la svalutazione competitiva.

Il caso Germania
Uscire dall’euro non sarebbe più semplice o meno costoso nemmeno per un Paese finanziariamente solido come la Germania. Il rapido apprezzamento della nuova divisa comporterebbe infatti problemi per le esportazioni dei Paesi.  Infine, con il suo ruolo di Paese detentore di asset all’estero, la Germania dovrebbe scontare la caduta del valore degli asset esteri denominati in euro in termini della nuova valuta domestica nel frattempo apprezzatasi.