Usa: la spesa pubblica spinge il Pil del terzo trimestre
Grazie all’andamento della spesa pubblica e dei consumi, l’economia statunitense tra luglio e settembre è cresciuta del 2% trimestrale annualizzato. Lo ha annunciato il Dipartimento del Commercio. Il dato registra un miglioramento piuttosto marcato rispetto al +1,3% messo a segno nel secondo trimestre e risulta migliore anche del +1,8% pronosticato alla vigilia dagli analisti.
A fronte del miglioramento registrato dalle spese del settore pubblico (salite, dopo il -0,2% precedente, del 9,6%), dal comparto immobiliare (+14,4%) e dalla componente consumi (passati dal +1,5 al +2%), la crescita a stelle e strisce è stata frenata dal primo calo dell’export in più di tre anni (-1,6%) e dal rallentamento registrato dagli investimenti (-1,3%).
Il tasso di inflazione misurato dal Pce (Personal consumption expenditures) nel Q3 è salito dell’1,8% in versione completa e dell’1,3% al netto delle componenti più volatili. Il reddito disponibile è cresciuto del 2,6%, al di sotto del +3,8% del trimestre precedente. Segno meno anche per il tasso di risparmio, sceso dal 4 al 3,7%.
L’andamento sopra le attese dell’economia incrementa le possibilità di rielezione di Obama, anche alla luce del calo del tasso di disoccupazione al 7,8% a settembre (il livello minimo da quando Obama è in carica).
Carnell: i dati potrebbero essere rivisti
Rob Carnell di ING invita a non farsi prendere dai facili entusiasmi. “I dati sarebbero stati molto, molto peggiori senza un ‘bizzarro’ incremento della spesa pubblica guidato dal +13% messo a segno dalle spese per la difesa nazionale”. “Non solo, non ci stupiremmo se questi dati venissero rivisti”, ha detto l’analista che ha aggiunto che “la Fed non ridurrà gli acquisti di asset dopo questi dati, anzi, nel meeting in calendario a dicembre includerà anche i Treasury”.
I future azzerano le perdite
A circa 10 minuti dall’apertura di Wall Street, il future sul Dow segna un calo dello 0,15%, quello sullo S&P non fa registrare variazioni e il derivato sul Nasdaq avanza dello 0,2%. Sul valutario il dollar index, l’indice che rileva le performance del biglietto verde contro un basket di valute, ha perso terreno e quota in sostanziale parità a 80,1 punti mentre tra le materie prime l’oro ha azzerato le perdite e scambia a 1.712 dollari.