Notizie Dati Macroeconomici Usa: mercato del lavoro si conferma in salute, rialzo dei tassi a settembre è sempre più probabile

Usa: mercato del lavoro si conferma in salute, rialzo dei tassi a settembre è sempre più probabile

7 Agosto 2015 13:17

A luglio, per la tredicesima volta in quindici rilevazioni, il saldo delle buste paga statunitensi nei settori non  agricoli (non-farm payrolls) ha evidenziato un incremento superiore alle 200 mila unità attestandosi a 215 mila unità. Nonostante il dato sia inferiore ai 231 mila nuovi posti del mese precedente (dato rivisto da 223 mila) e alle 225 mila unità del consenso, si tratta di un risultato sostanzialmente positivo.

La crescita delle buste paga è stata più evidente nei servizi e in particolare nel comparto delle vendite al dettaglio (+36 mila), nell’health-care (+28 mila) e nei servizi tecnici e professionali (+27 mila). Nel manifatturiero le payrolls sono cresciute di 15 mila unità mentre il settore minerario (incluso quello petrolifero) ha segnato un saldo negativo di 5 mila unità.

In linea con le stime il tasso di disoccupazione che, stabile al 5,3%, rileva che a luglio 8,3 milioni di persone non sono riuscite a trovare un lavoro. Particolarmente importante è l’andamento dell’aggregato U-6, che al tasso di disoccupazione “classico” aggiunge i lavori scoraggiati, marginali e chi lavora a tempo parziale ma vorrebbe essere impiegato full-time. Al 12,6% a luglio del 2014, l’U-6 il mese scorso è sceso al 10,4%.

Un dato particolarmente atteso è quello relativo le retribuzioni medie orarie, salite di 5 centesimi, +0,2%, a 24,99 dollari. Su base annua il dato segna un +2,1%, all’interno del range 1,9-2,2% che caratterizza questo dato dal 2012 (quando però il tasso di disoccupazione si attestava in quota 8 per cento). Cauto ottimismo arriva anche dalle ore lavorate, salite a 34,6 settimanali (da 34,5).

A settembre il primo incremento dal 2006?
Nonostante un rallentamento rispetto agli ottimi risultati registrati negli ultimi tre mesi del 2014, quando in media sono stati creati 324 mila nuovi posti di lavoro al mese, l’andamento del mercato del lavoro a stelle e strisce non sembrerebbe essere in grado di posticipare il processo di normalizzazione della politica monetaria statunitense. Anche perché ad evidenziarne la solidità è l’andamento delle nuove payrolls, passate dalle +195 mila del primo trimestre alle 235 mila negli ultimi tre mesi. In questo contesto, l’ipotesi del primo incremento del costo del denaro dal 2006 nel corso del meeting della Federal Reserve in calendario per il 16-17 settembre guadagna inevitabilmente consensi.

“I dati confermano il trend di recupero sebbene siano ancora assenti significative pressioni salariali. Nel complesso il dato è un altro passo avanti verso la nostra ipotesi del rialzo dei tassi a settembre”, si legge in una nota diffusa dagli analisti di Mps Capital Services. Leggermente più prudente la view di James Knightley di ING. “Il report di luglio è ok, è abbastanza solido da confermare la nostra stima di un incremento dei tassi a settembre, anche se avremo bisogno di un risultato similare o migliore nella prossima rilevazione”.

Reazioni dei mercati
Non lontani dalle attese, i dati non hanno mosso più di tanto i mercati. A circa 15 minuti dall’avvio delle contrattazioni a Wall Street, l’EuroStoxx 50 segna un calo dello 0,42% mentre il future sullo S&P500 arretra dello 0,23%. Dopo aver toccato un massimo a 1,0973 a seguito della pubblicazione dei dati, l’eurodollaro ha ritracciato e attualmente segna un rosso di mezzo punto percentuale a 1,0871.