Notizie Dati Macroeconomici Fmi: Eurozona rimane vulnerabile a shock negativi nel medio termine

Fmi: Eurozona rimane vulnerabile a shock negativi nel medio termine

27 Luglio 2015 14:52
Un’economia che ha fatto dei passi avanti sulla strada del rafforzamento sia per fattori esterni (euro, petrolio) che interni (crescita domanda interna, Qe) ma che non è ancora fuori pericolo. Secondo la valutazione annuale del Fondo monetario internazionale nel medio termine l’Eurozona rimane esposta a rischi di shock negativi. 
Il Fondo monetario internazionale (Fmi) prende atto dei passi avanti fatti dall’Eurozona nel corso dell’ultimo anno. “L’economia si sta rafforzando – si legge nel documento – guidata da una domanda interna in crescita e supportata dalle basse quotazioni del petrolio, dal Quantitative easing della Banca centrale europea e dalla debolezza dell’euro”. 
Uno scenario che non dovrebbe cambiare nel breve termine con il miglioramento della fiducia e le aspettative di inflazione in recupero. Secondo l’Fmi il Pil dovrebbe crescere dell’1,5% nel 2015 e dell’1,7 per cento il prossimo anno mentre l’inflazione è attesa vicino a zero nell’anno in corso ma in risalita all’1,1% nel 2016. Anche i rischi sono più bilanciati. Tra i fattori di rischio negativi l’Fmi cita “la persistente debolezza dell’inflazione, il rallentamento dei mercati emergenti, le tensioni geopolitiche e la volatilità nei mercati finanziari portata sia dall’asimmetria nelle politiche monetarie sia dal rischio di contagio dalla Grecia”.  
I dubbi aumentano se si estende l’orizzonte di osservazione al medio termine: “Una cronica mancanza di domanda – prosegue l’analisi – i bilanci ancora compromessi di società e banche e la debole produttività continuano a frenare l’occupazione e gli investimenti. La crescita potenziale nel medio termine è stimabile nell’1%, decisamente al di sotto di quanto è necessario per ridurre la disoccupazione a livelli accettabili in molti Paesi”. 
Queste deboli prospettive di crescita in un contesto di limitato spazio di intervento da parte della politica per stimolare la crescita lasciano l’Eurozona “vulnerabile a shock esterni e a un prolungato periodo di bassa crescita”. Per tornare a scenari più brillanti nel medio termine gli esperti del Fondo invitano a proseguire sulla strada della pulizia dei bilanci bancari: “Si incoraggerebbe in tal modo l’investimento bancario e industriale mentre un accelerazione sulle riforme strutturali aiuterebbe a raggiungere una crescita duratura con riflessi positivi sull’andamento dell’economia globale”.