Fmi: Eurozona rimane vulnerabile a shock negativi nel medio termine

Un’economia che ha fatto dei passi avanti sulla strada del rafforzamento sia per fattori esterni (euro, petrolio) che interni (crescita domanda interna, Qe) ma che non è ancora fuori pericolo. Secondo la valutazione annuale del Fondo monetario internazionale nel medio termine l’Eurozona rimane esposta a rischi di shock negativi.
Il Fondo monetario internazionale (Fmi) prende atto dei passi avanti fatti dall’Eurozona nel corso dell’ultimo anno. “L’economia si sta rafforzando – si legge nel documento – guidata da una domanda interna in crescita e supportata dalle basse quotazioni del petrolio, dal Quantitative easing della Banca centrale europea e dalla debolezza dell’euro”.
Uno scenario che non dovrebbe cambiare nel breve termine con il miglioramento della fiducia e le aspettative di inflazione in recupero. Secondo l’Fmi il Pil dovrebbe crescere dell’1,5% nel 2015 e dell’1,7 per cento il prossimo anno mentre l’inflazione è attesa vicino a zero nell’anno in corso ma in risalita all’1,1% nel 2016. Anche i rischi sono più bilanciati. Tra i fattori di rischio negativi l’Fmi cita “la persistente debolezza dell’inflazione, il rallentamento dei mercati emergenti, le tensioni geopolitiche e la volatilità nei mercati finanziari portata sia dall’asimmetria nelle politiche monetarie sia dal rischio di contagio dalla Grecia”.
I dubbi aumentano se si estende l’orizzonte di osservazione al medio termine: “Una cronica mancanza di domanda – prosegue l’analisi – i bilanci ancora compromessi di società e banche e la debole produttività continuano a frenare l’occupazione e gli investimenti. La crescita potenziale nel medio termine è stimabile nell’1%, decisamente al di sotto di quanto è necessario per ridurre la disoccupazione a livelli accettabili in molti Paesi”.
Queste deboli prospettive di crescita in un contesto di limitato spazio di intervento da parte della politica per stimolare la crescita lasciano l’Eurozona “vulnerabile a shock esterni e a un prolungato periodo di bassa crescita”. Per tornare a scenari più brillanti nel medio termine gli esperti del Fondo invitano a proseguire sulla strada della pulizia dei bilanci bancari: “Si incoraggerebbe in tal modo l’investimento bancario e industriale mentre un accelerazione sulle riforme strutturali aiuterebbe a raggiungere una crescita duratura con riflessi positivi sull’andamento dell’economia globale”.