Unipol, non si placa la bufera sulle intercettazioni, ma i broker promuovono il titolo
Non si è ancora esaurito il polverone economico-politico (ri)sollevato proprio ieri dalle intercettazioni sul tentativo (non riuscito) risalente all’estate del 2005 di scalata di Bnl da parte di Unipol. Perché se è vero che nel gennaio del 2006 Il Giornale aveva già alzato il velo sui dialoghi telefonici intercorsi tra l’allora presidente di Via Stalingrado, Giovanni Consorte, e il segretario dei Ds, Piero Fassino, le parole di avvertimento e di incitamento pronunciate da Massimo D’Alema, oggi ministro degli Esteri e allora presidente dei Ds, non fanno altro che gettare benzina sul fuoco. “Vai avanti, facci sognare!”, avrebbe detto D’Alema all’amico Consorte, incoraggiandolo, e lo avrebbe anche avvertito di fare attenzione alle comunicazioni (“Dobbiamo vederci personalmente, stai attento alle comunicazioni”). “Allora siamo padroni di una banca? Anzi, siete padroni di una banca…”, avrebbe affermato, facendosi prima prendere dall’entusiasmo e correggendosi subito dopo Fassino sempre al telefono con l’ex numero uno di Unipol, secondo le trascrizioni depositate ieri dal Gip, Clementina Forleo, e annotate a mano dagli avvocati. Sembra inoltre che l’intreccio bolognese-romano Unipol-Bnl si volesse spingere fino a Trieste: pare, come del resto fu già denunciato dall’ex premier, Silvio Berlusconi, che alcuni esponenti dei Ds abbiano fatto delle “pressioni” affinché Generali cedesse la quota detenuta nella banca di Va Veneto per facilitare le cose a Unipol. “In quelle telefonate non c’è nulla da capire – commenta al telefono con un giornalista di Repubblica Consorte – perché sono tutte a mio favore” e poi si lascia andare a una sorta di premonizione, senza però volere aggiungere altro: “Siamo appena agli inizi”.
Ma come ha reagito il titolo Unipol in Borsa di fronte a tutto questo trambusto? Ieri le azioni ordinarie, nonostante che fossero già state riportate dalle agenzie di stampa le frasi salienti delle 73 intercettazioni al vaglio dei legali (nell’ambito delle inchieste sulle scalate a Bnl ma anche ad Antonveneta), hanno terminato praticamente invariate (-0,04%), a quota 2,669 euro. Le privilegio, invece, hanno chiuso la prima giornata di contrattazioni dell’ottava con un deciso rialzo dell’1,32%, a quota 2,383 euro. “Lo scandalo sulle intercettazioni – commenta a Finanza.com Claudia Gaspari, analista di Lehman Brothers – in realtà ha poco a che vedere con la società in sé, anche se va rilevato che nelle ultime due settimane il titolo in Borsa ha risentito del nervosismo degli investitori stranieri, che spesso leggono le notizie in arrivo dall’Italia con apprensione e talvolta anche senza ben comprenderle. Ora perà la ‘maretta’ sembra essere passata e il titolo potrebbe regalare qualche soddisfazione agli investitori, anche perché le case d’affari hanno cominciato a vederlo di buon occhio”. Gaspari di Lehman Brothers, in un report pubblicato il 6 giugno, ha confermato la raccomandazione di sovrappesare il titolo Unipol in portafoglio (“overweight”), alzando nel contempo leggermente il prezzo obiettivo, fino a quota 3,16 euro, cifra che implica un potenziale upside nell’ordine del 18%. Secondo Gaspari, sulla base dell’analisi dei multipli, la compagnia bolognese tratta in Borsa notevolmente a sconto rispetto al settore assicurativo europeo e risulta essere l’azione meno cara nel panorama settoriale italiano.
Porta proprio la data di oggi poi il report pubblicato dagli esperti di Goldman Sachs e riguardante tutto il comparto italiano delle assicurazioni, report in cui il giudizio sul titolo Unipol fa un bel salto in avanti nella scala dei valori, passando da “sell” a “buy”. Il prezzo obiettivo per i prossimi dodici mesi è invece individuato dalla casa d’affari a quota 3,13 euro per i titoli ordinari e 2,88 euro per le azioni privilegio. Il motivo dell’upgrade, come evidenziano gli stessi analisti nel report, è da ricercarsi nell’upside potenziale insito nelle valutazioni e corrispondente al 17% per le ordinarie e al 23% per le privilegio. “Riteniamo che il trend operativo estremamente positivo – commentano gli analisti di Goldman Sachs – generato dalla riorganizzazione del gruppo e dallo sviluppo del modello integrato di distribuzione, contribuirà alla crescita degli utili nei prossimi anni. Nel breve termine la potenziale redistribuzione di parte del capitale in eccesso agli azionisti rappresenta il principale catalizzatore di attenzione”.