Unicredit: via libera alla modifica dei cashes, il rendimento sarà legato al dividendo
Il Cda di Unicredit ha deciso di modificare i “cashes”, le obbligazioni convertibili emesse nel 2009 per 3 miliardi di euro e sottoscritte soprattutto dagli azionisti di peso di piazza Cordusio. La modifica riguarda il rendimento di questi strumenti, che d’ora in poi sarà indicizzato al dividendo. Per il 2011, infatti, la cedola sarà pari a 7 volte quella distribuita dalla banca. Durante il secondo anno, il multiplo dovrebbe essere 6 volte l’utile distribuito per poi passare a 5 nel biennio successivo (2013-2014). La cedola scenderà ulteriormente negli anni successivi fino ad un multiplo di 1,25 volte nel 2018.
“Con le nostre stime attuali del dividendo di Unicredit (0,04 euro per il 2011, 0,06 per il 2012 e 0,08 per il 2013), il nuovo meccanismo comporterebbe per il primo triennio un maggior esborso per l’istituto di piazza Cordusio nell’ordine di 100 milioni di euro all’anno, recuperato poi negli anni successivi”, scrive Intermonte nella nota odierna raccolta da Finanza.com. Una seconda lettura potrebbe voler indicare aspettative di cedole inferiori, “ma per noi è meno probabile” commenta il broker.
Fino a ieri, i “cashes di Unicredit offrivano un rendimento pari all’Euribor 3 mesi maggiorato 450 punti base (4,5%). La modifica di ieri segue le direttive europee ed è necessaria alla banca per computare questi strumenti all’interno del Core Tier 1 e, come dichiarato più volte dal management di piazza Cordusio, allontanare lo spettro di un aumento di capitale. Dopo la decisione del Cda, adesso serviranno i via libera abbastanza scontati da parte di Mediobanca e dell’assemblea degli obbligazionisti, che dovrebbe essere convocata entro la fine di giugno.
A livello patrimoniale, a fine marzo, il Core Tier 1 di Unicredit è cresciuto al 9,06%, senza però includere i parametri di Basilea 3. Il management è ancora in attesa di sapere se la banca verrà considerata “global Sifi” (banca d’importanza sistemica), una decisione che sarà annunciata solamente il prossimo novembre. “L’opinione più diffusa – ha spiegato Equita – è che il range possa essere 8,5-9,5% post Basilea 3. A fine 2012 Unicredit dovrebbe arrivare all’8,5% quindi non vi è necessità di un aumento di capitale”.