Notizie Notizie Italia Unicredit: supera agevolmente il test SREP della Bce malgrado requisiti patrimoniali più stringenti

Unicredit: supera agevolmente il test SREP della Bce malgrado requisiti patrimoniali più stringenti

16 Dicembre 2022 15:00

Esame Bce superato per Unicredit, così come per le altre banche italiane. Ieri sono stati comunicati i risultati del cosiddetto Supervisory Review and Evaluation Process (SREP) del 2022, il processo dell’autorità comunitaria per verificare che ogni banca abbia requisiti patrimoniali, liquidità, processi e strategie adeguate a sostenere i rischi a cui si espone.

Al termine del processo annuale di revisione prudenziale, la Bce ha lievemente alzato l’importo del capitale che UniCredit deve detenere, portando il requisito patrimoniale Pillar 2 Capital Requirement (P2R) a 200 punti base, rispetto ai precedenti 175. Per P2R, o “requisito di secondo pilastro”, si intende un requisito patrimoniale aggiuntivo specifico per singola banca, che si applica per fronteggiare i rischi sottostimati o non compresi nell’ambito del requisito patrimoniale minimo, noto come “requisito di primo pilastro”.

Nel complesso, UniCredit dovrà avere un Common Tier Equity 1 ratio, calcolato come rapporto tra il capitale ordinario versato (Tier 1) e le attività ponderate per il rischio, pari almeno al 9,2% (dal 9,03% dello scorso anno), un Tier 1 di almeno l’11,08% (dal 10,86%) e un Total capital ratio di almeno il 13,58% (dal 13,3%).

Unicredit soddisfa ampiamente i nuovi requisiti

Al 30 settembre 2022, i coefficienti di capitale di UniCredit su base consolidata erano i seguenti: CET 1 ratio fully loaded 15,41%, CET 1 ratio transitional 16,04%, Tier 1 ratio transitional 17,94% e Total Capital ratio, transitional 20,76%, nettamente al di sopra delle nuove soglie stabilite dalla Bce con il processo SREP 2022.

Il buffer Maximum Distributable Amount (“MDA”) al 30 settembre 2022 era molto ampio e pari a 635 punti base e il livello pro forma per il requisito di secondo pilastro (P2R) sarebbe di 621 punti base.

L’istituto di Piazza Gae Aulenti ha ribadito che non vi sarà alcun impatto sulle politiche distributive di UniCredit per il 2022 e per il futuro, sul funding plan né sul target di capitale, che rimangono come da guidance.

Le preoccupazioni che hanno spinto la Bce ad alzare le soglie

L’aumento dei requisiti fissati dalla Bce riflette i crescenti rischi per gli istituti di credito in relazione alla congiuntura economica debole e alla guerra in Ucraina, ma anche la difficoltà per le banche nel valutare con precisione i rischi, a causa dell’improvviso aumento dell’inflazione e delle misure di sostegno del governo legate alla pandemia.

In tal senso, la Bce ha alzato le soglie patrimoniali anche per altri istituti italiani, come Intesa Sanpaolo e Banco BPM, portando i rispettivi Common Equity Tier 1 ratio da rispettare all’8,8% e all’8,7%. Entrambi gli istituti soddisfano pienamente i nuovi target richiesti.

La fissazione delle nuove soglie patrimoniali nell’ambito del processo di vigilanza SREP per rafforzare le difese delle banche starebbe comunque alimentando le tensioni fra gli istituti e la Bce. Nel caso specifico di UniCredit, il provvedimento sarebbe legato anche alle preoccupazioni dell’autorità monetaria europea per il mantenimento delle attività in Russia.

Lo scorso giugno, il Ceo di Unicredit, Andrea Orcel, ha criticato la mossa di rivali come Société Générale di vendere le loro attività russe in perdita ad un acquirente locale. “Svalutarla e regalarla non è coerente con le sanzioni e, a nostro avviso, non è moralmente corretto“, ha detto Orcel. “Sarebbe regalare per nulla qualcosa del valore di 3 miliardi” a qualcuno su cui si è deciso probabilmente di porre un veto.

Le riserve restano ampie e consentono di remunerare gli azionisti

Negli anni, UniCredit ha rimpolpato le sue riserve di capitale sotto la guida del precedente amministratore delegato, Jean Pierre Mustier, attraverso massicce cessioni di attività e un aumento di capitale da 13 miliardi di euro.

Nel tentativo di aumentare il prezzo delle azioni di UniCredit, il nuovo Ceo Orcel si è impegnato lo scorso anno a restituire agli azionisti una remunerazione di oltre 16 miliardi di euro tra dividendi e riacquisti nel periodo 2021-2024, reintegrando al contempo le riserve attraverso i profitti generati da attività a basso capitale.

UniCredit ha pagato agli azionisti 3,75 miliardi di euro in dividendi a valere sul 2021 e completato due tranche di riacquisti di azioni proprie per un valore totale di 2,58 miliardi di euro, approvati dalla Bce dopo discussioni piuttosto tese, secondo fonti a conoscenza della questione. UniCredit aveva inizialmente sospeso i riacquisti di azioni proprie in seguito allo scoppio della guerra in Ucraina.