Unicredit sfrutta upgrade Morgan Stanley, rialzo corale per le banche. Cfo Sim: nostre banche più solide di quelle tedesche
Seduta decisamente positiva per Unicredit che si avvia a chiudere con un rialzo giornaliero del 3% circa, miglior titolo tra le banche di Piazza Affari. Oggi gli analisti di Morgan Stanley hanno alzato il rating delle azioni a overweight da equalweight con target price a 19 euro. A muoversi bene è l’intero settore bancario italiano con oltre +2% per l’altra big Intesa Sanpaolo (su cui Morgan Stanley ha avviato copertura con equalweight) e +2,15% per Banco Bpm che cavalca le nuove indiscrezioni sul fronte cessione Npl.
“Il settore bancario quotato a Piazza Affari sta vivendo un momento positivo – sottolinea oggi Andrea Caraceni, amministratore delegato di Cfo Sim – . A parte due casi, Banca Carige e Banca Popolare di Sondrio, che non hanno completamente risolto i problemi di governance e di forma societaria, possiamo affermare che le banche italiane quotate abbiano superato le difficoltà degli ultimi anni e si apprestino a chiudere l’anno in crescita. Ci sono casi di eccellenza, sia in termini di dimensione, fondamentale per poter competere a livello internazionale, come Unicredit e Intesa Sanpaolo, sia di redditività con realtà più piccole come Credem, che hanno saputo modificarsi e adattarsi alla nuova realtà del mercato”.
Buono stato di salute delle banche italiane che emerge ancor di più se messe a confronto con quelle di altre nazioni, ad esempio quelle tedesche. Secondo l’a.d. di Cfo Sim, il recente caso di Deutsche Bank, la cui controllata americana che gestisce asset per 133 miliardi di dollari, non ha passato la seconda parte degli stress test annuali della Federal Reserve per carenze ampie e critiche. Questo caso lo ritengo essere solo la punta di un iceberg, visto che le banche tedesche oltre ad avere in pancia ancora moltissimi derivati, hanno mantenuto un modello di business poco efficiente. “Da sempre infatti sono afflitte da una bassa redditività di base e da un livello di costi operativi fra i più alti dell’Eurozona – sottolinea Caraceni -. Per ciò che riguarda i derivati attivi in portafoglio delle banche tedesche, il fenomeno è ancora più grave di quello che emerge, considerato che sono circa un terzo del totale europeo e che i titoli più opachi e rischiosi, quelli definiti di livello tre, sono circa il 40% del capitale netto tangibile, contro circa il 9% delle banche italiane”.