Notizie Notizie Italia Tria: no manovra correttiva. Contenimento debito ok, ma nessun rinvio flat tax

Tria: no manovra correttiva. Contenimento debito ok, ma nessun rinvio flat tax

3 Luglio 2018 15:47

Il ministro dell’economia Giovanni Tria ha parlato, ponendo fine alla lunga carrellata di indiscrezioni che lo hanno visto protagonista nei giorni scorsi, tra chi faceva riferimento a un suo ipotetico no al reddito di cittadinanza e alla sua proposta di una flat tax, ma solo per pochi, e chi lasciava intendere che il suo no alla flat tax era invece totale. Tria ha detto finalmente la sua, rispondendo alle domande che i parlamentari gli hanno posto.

In occasione dell’audizione sulle linee programmatiche del Ministero dell’economia, che si è svolta nelle commissioni Bilancio congiunte di Camera e Senato, il responsabile del dicastero ha soddisfatto più di una curiosità.

In linea con i rumor degli ultimi giorni, Tria ha confermato la sua posizione contro la patrimoniale: l’ipotesi di una patrimoniale “non è in discussione nel governo e non sono personalmente favorevole”, ha detto, calmando poi anche gli animi degli italiani, preoccupati per l’eventuale arrivo di una manovra correttiva in autunno. Contrariamente a quanto avvertito dal centro studi di Confindustria, il ministro si è così espresso: “Non è intenzione del governo adottare alcuna misura correttiva in corso d’anno, così come è nostra intenzione evitare misure che possano peggiorare i saldi di finanza pubblica del 2018″.

Nell’affrontare le linee programmatiche, Tria ha tenuto a precisare che “il primo obiettivo, il punto qualificante, sarà il perseguimento prioritario della crescita dell’economia in un quadro di coesione e inclusione sociale”.

Crescita dell’economia, dunque, anche in un contesto in cui comunque è necessario ridurre il debito. Il riferimento è stato di fatto a una “politica di bilancio che si basa sulla continuazione della riduzione del rapporto debito-Pil”.  Ciò significa che “non vi sarà un peggioramento del saldo strutturale, stiamo ultimando quale sarà il saldo ma non comporterà un peggioramento, e non ci sarà un aumento della spesa nominale di parte corrente”.

Detto questo, “il governo si adopererà per ottenere dalle autorità europee e da questo Parlamento lo spazio necessario per attuare i punti qualificanti del programma di governo annunciato dal presidente del Consiglio nel suo discorso inaugurale”. Certo, non ci sarà nessuna “inversione di tendenza” nel processo di aggiustamento dei conti: questo, al fine di “rafforzare la fiducia degli investitori nazionali e internazionali nei confronti dell’economia italiana”.

Ma per Tria “l’aggiustamento nel 2019 previsto dal Def è troppo drastico”.

Noi, ha continuato, “non vogliamo adottare politiche che si possano rivelare pesantemente pro-cicliche qualora si rilevasse un effettivo rallentamento della crescita per effetti di variabili internazionali”. Di conseguenza, “abbiamo avviato un dialogo con la Commissione europea nell’intento di fissare un obiettivo di deficit più coerente con l’obiettivo del governo di favorire crescita e occupazione”.

Ciò che si vuole sottolineare, insomma, è che “la nostra non sarà una manovra restrittiva rispetto al programmatico approvato dal precedente governo. Se ci sono segnali di allentamento non è il momento giusto per fare manovre troppo pesanti e restrittive“.

Il pensiero di Tria può essere riassunto nella frase che lui stesso ha proferito:

“Noi non intendiamo peggiorare i saldi, ma gli obiettivi di medio-termine dovranno in parte slittare perché dobbiamo portare avanti un programma di governo”.

Il ministro ha praticamente smentito le descrizioni fatte fin qui sul suo conto, che in determinati casi avevano fatto sorgere il dubbio che Tria fosse un economista pronto a dire sì a tutti i diktat di Bruxelles, e a dare la priorità al contenimento del debito pubblico.

Dalle sue parole si evince la volontà a rivendicare la “continuità rispetto a un pensiero sano e ovvio di chi dice che non si possono far saltare i conti”. Ma allo stesso tempo, Tria chiarisce che il raggiungimento di determinati target di bilancio di medio termine è subordinato al rispetto del programma di governo.

E dunque, ok alla flat tax, che “non è in discussione”. Nessun rinvio, ha detto Tria, piuttosto “bisogna trovare un cronoprogramma per l’applicazione progressiva”.

“C’è l’impegno a ridurre la pressione fiscale ed attuare la flat tax”, ha detto ancora, aggiungendo che, nel percorso del taglio della pressione fiscale e dell’introduzione della tassa piatta, la priorità verrà riconosciuta ai “redditi medi e bassi”. In particolare, ci sarà una task force del fisco, che “analizzerà i profili di gettito e distributivi connessi alle ipotesi di riforma in direzione della flat tax, in un quadro coerente di politica fiscale”.

Tria ha puntualizzato tra l’altro che “la semplificazione del sistema fiscale e la progressiva riduzione della pressione fiscale e programmata in linea con l’andamento coerente della spesa pubblica sono da tempo considerate parte essenziale della creazione di un ambiente pro crescita e anche in linea con le raccomandazioni generali piu volte espresse dalla Commissione europea e dalle organizzazioni internazionali come l’Ocse”.

Sul reddito di cittadinanza, questo è inoltre “ben definito ma si può articolare in vari modi”, e i “ministeri interessati lo stanno studiando”.

Problema coperture? Tria non si è mostrato particolarmente preoccupato.

Le coperture finanziarie, ha detto, si capiranno “quando ci sarà una norma, a quel punto si vedrà la composizione delle entrate e delle uscite. L’azione del governo sarà quella immediata di studiare e simulare come si attuerà il programma di governo”.

A proposito della possibilità che il ministro punti a rinviare le misure più costose, Tria ha risposto: “Uno studio non è stato ancora fatto, sarà fatto rapidamente, ma richiede tempo e approfondimento. Non si possono rinviare tutte le misure che richiedono costi. Se si rinviano i provvedimenti rimane l’incertezza, bisogna costruire un programma che parta subito”.