UniCredit pronta a far fuori 6000 dipendenti e a chiudere 450 filiali. Intanto Mustier contempla aumento dividendi
Stangata UniCredit sui dipendenti, mentre nelle stesse ore in cui si apprende la notizia l’AD Jean-Pierre Mustier, in una conversazione con Francine Lacqua di Bloomberg Television, afferma che la banca deciderà all’inizio dell’anno prossimo se aumentare i dividendi al 50% dell’utile netto e se distribuire anche un dividendo extra. Dai risultati di bilancio comunicati qualche giorno fa era emersa in modo lampante una politica dei dividendi più generosa da parte della banca.
La notizia degli esuberi è scritta nero su bianco in una lettera che la banca ha inviato ai sindacati: “Nel territorio nazionale il piano Team23 consentirà a regime la realizzazione di una vasta serie di misure e l’ottimizzazione dei processi di lavoro, dalla cui attuazione deriverà tra il 2019 e il 2023 un eccesso di capacità produttiva per circa 6mila dipendenti e una riduzione della rete filiali per 450 strutture“.
UniCredit intende cercare “in ogni caso entro e non oltre il limite del primo trimestre 2020 attraverso il confronto sindacale soluzioni condivise idonee ad attenuare per quanto possibile le ricadute sociali del nuovo piano” sui dipendenti.
Riguardo alle 6.000 uscite, nella missiva l’istituto guidato da Jean-Pierre Mustier precisa che 500 uscite sono “ulteriori eccedenze di capacità produttiva derivanti dalla realizzazione delle azioni” del precedente piano Transform 2019, mentre 5.500 sono nuove eccedenze.
La banca guidata da Jean-Pierre Mustier non vuole perdere tempo nella questione degli esuberi: vuole un accordo con i sindacati entro il primo trimestre di quest’anno.
Intanto l’AD francese precisa alla cronista di Bloomberg TV che l’aumento dei dividendi e la possibilità del dividendo extra dipenderanno dal piano industriale della banca e anche dai cambiamenti che interesseranno la cosiddetta regolamentazione CRD V.
Mustier non si sbottona più di tanto e preferisce non dare dettagli su come avverrà l’aumento della cedola: se attraverso la distribuzione di dividendi o con una operazione di buyback azionario.
Mentre le agenzie battono soprattutto la notizia degli esuberi, viene da pensare alla nota scritta dagli analisti di Mediobanca Securities, dedicata alla banca. Nota dello scorso venerdì, che ha il seguente titolo: ‘Da monella a icona” (from rascal to poster child).
“Storia di una seconda chance: saranno necessari tempo e un duro lavoro per ricostruire la reputazione di UniCredit che, tradizionalmente, è stata considerata tra le monelle della classe delle banche Ue: quando aveva i soldi, era solita sprecarli, e quando non ne aveva più, era solita chiederne di più”, si legge nella nota. “Poi, l’evento minaccioso, uno di quelli capaci di cambiare la vita delle persone. A quel punto UniCredit si rimbocca le maniche, lavora il doppio, abbandona le cattive abitudini per divenmtare la numero uno della classe. UniCredit si snellisce, e soprattutto inizia a seguire alla lettera le istruzioni del maestro. Passano tre anni, e l’ex monella è ora tra le prime della classe, sempre impeccabile all’ora dell’ispezione del mattino. Sebbene il maestro sia sicuro del fatto che sia davvero cambiata, e dunque la premia, chi la ricorda come ‘monella’ non crede proprio del tutto a questa ‘conversione’.
E questo significa, secondo Mediobanca Securities, che la banca “deve lavorare il doppio rispetto alle altre per ottenere il riconoscimento che le spetta. Alla fine, la costanza dei risultati farà cambiare idea alle persone. La monella ha trovato la retta via: va meglio delle altre (she is an outperformer), al punto che i compagni di classe iniziano a emularla. Ce la farà e probabilmente diventerà una icona ampiamente riconosciuta”.