Vittoria di Unicredit, ottiene sospensione Ops su Bpm. Cosa cambia e le quattro opzioni in mano a Orcel

Fonte immagine: Fonte societaria
Unicredit incassa un sì essenziale per dare più speranze al buon esito della scalata a Bpm. Ieri la Consob si è espressa a favore della richiesta di sospensione per un periodo di 30 giorni dell’offerta pubblica di scambio volontaria (Ops) promossa da UniCredit sul totale delle azioni Banco Bpm.
I motivi della decisione
La sospensione di 30 giorni è il massimo consentito dal Testo unico della Finanza (articolo 102). La sospensione a detta della Consob “si rende necessaria” anche alla luce della “situazione di incertezza” relativa all’offerta, in particolare in riferimento all’uso del Golden Power da parte del governo che “non consente, allo stato, ai destinatari, di pervenire a un fondato giudizio sull’offerta”.
L’autority guidata da Paolo Savona si è mossa a seguito dell’Istanza di Autotutela avanzata dall’istituto di Piazza Gae Aulenti alla Presidenza del Consiglio dei Ministri che viene citata espressamente dalla Consob: “senza fare acquiescenza al provvedimento e riservandosi nelle more ogni opportuna forma di tutela dei propri diritti e interessi”, Unicredit “fa istanza affinché sia riaperto il procedimento” relativo all’uso del golden power da parte del governo.
L’offerta, partita lo scorso 28 aprile, rimarrà aperta fino a fine luglio quindi, mantenendo Bpm sotto passivity rule, regime in piedi dal 24 novembre, giorno dell’annuncio dell’Ops.
Vittoria di Orcel, Bpm pronta a battagliare
La banca guidata da Andrea Orcel, grande protagonista del risiko e che nei giorni scorsi si è spinta oltre i 90 miliardi di capitalizzazione (seconda in Europa), conta quindi di smussare il più possibile le posizioni del governo e rendere i paletti del golden power meno ferrei.
Trenta giorni in più sono una vittoria per Orcel nella delicata partita per aggiudicarsi il controllo di Bpm. “Sono molto soddisfatto finalmente, le vicende ogni tanto aprono spiragli incoraggianti”, avrebbe detto Orcel ieri sera ai più stretti confidenti stando a quanto riferisce oggi Il Messaggero. “Andiamo avanti e vedremo”, aggiunge il banchiere romano.
La decisione non è certamente piaciuta invece a Piazza Meda che ha bollato il provvedimento Consob come di “abnorme” e di “particolare gravità” riservandosi ogni via possibile iniziativa per tutelare gli interessi della banca e dei soci.
Nel dettaglio Bpm spiega che, ai sensi di legge, la sospensione deve essere disposta solo in caso di “fatti nuovi o non resi noti in precedenza tali da non consentire ai destinatari di pervenire ad un fondato giudizio sull’offerta” mentre l’eventualità che il Decreto Golden Power potesse contenere delle prescrizioni era contemplata dall’offerente sin dall’annuncio dell’Ops, tant’è che costituiva una delle condizioni di efficacia della stessa. Inoltre, non si ritiene possano costituire un fatto nuovo – tale da legittimare una sospensione dell’OPS – le iniziative, peraltro mai comunicate finora al mercato, che unilateralmente UniCredit ha ritenuto di avviare nei confronti della Presidenza del Consiglio. In secondo luogo, dalla Delibera Consob si apprende che UniCredit ha comunicato all’Amministrazione competente per il monitoraggio l’impossibilità di adempiere alle prescrizioni del Decreto Golden Power; tale circostanza – anch’essa mai resa nota da UniCredit al mercato – dovrebbe di per sé determinare la decadenza dell’OPS. Infine, Bpm denota che la durata complessiva dell’Ops già risultava significativamente più lunga rispetto a operazioni comparabili e l’estensione di 30 giorni aggrava ulteriormente la limitazione operativa e strategica in cui si trova la Banca per effetto della passivity rule sin dal mese di novembre, a danno di tutti i propri stakeholder.
Nei giorni scorsi si era parlato, nel caso di sospensione, di possibile ricorso al Tar (da effettuare entro 60 giorni dal provvedimento).
Secondo quanto riporta oggi Il Messaggero, la decisione sul ricorso al Tar da parte di Bpm sarà presa martedì prossimo, avvalendosi di un cda già in calendario a Verona.
Unicredit spera di strappare condizioni migliori sul golden power
Difficile immaginare cosa succederà adesso. Gli incontri delle scorse settimane tra gli emissari di Unicredit e i tecnici di Unicredit non avevano dato riscontri positivi su possibili spiragli per negoziare sulle prescrizioni imposte dal governo sull’offerta per Banco Bpm.
Tutto è nelle mani del governo che dovrà valutare adesso se riesaminare il decreto alla luce delle obiezioni avanzate da Unicredit, oppure confermare le prescrizioni. Anche a seguito della decisione arrivata ieri dalla Consob, dall’esecutivo arrivano conferme della ferma posizione che al momento non lascia intravedere una possibile revisione del contenuto del Dpcm per rivedere le prescrizioni del golden power.
Le opzioni in mano a Orcel
Orcel, non certo acerbo di complicate operazioni di M&A, con il tempo aggiuntivo ottenuto non si limiterà a bussare a Roma per un dialogo più costruttivo sul golden power. Tra le opzioni per Unicredit c’è infatti anche l’apertura di un contenzioso con un ricorso Tar contro la decisione del governo. Ipotesi rischiosa e che contemplerebbe soprattutto dei tempi lunghi.
Ci sono poi le alternative sullo scacchiere dell’M&A. Come già trapelato nelle ultime settimane, c’è chi vede Orcel pronto ad accendere il faro anche sulla partita per il controllo di Mediobanca. Non è escluso che tra i tanti scambi in Borsa sul titolo di piazzetta Cuccia si sia mossa anche Unicredit. L’eventuale mossa avrebbe indirettamente un collegamento con la partita su Bpm. Un ingresso di Unicredit in Mediobanca, con eventuale appoggio a Caltagirone e Delfin nell’Ops proposta da Mps su piazzetta Cuccia – operazione gradita dal governo (primo azionista di Mps) – potrebbe contribuire a spianare un po’ la strada del dialogo tra Orcel e Roma per ottenere condizioni meno gravose sul fronte golden power.
Oggi Il Corriere torna anche sulla possibilità che Unicredit viri su Generali di cui ha già ha il 6,5%.