Notizie Notizie Italia Unicredit contro tutti: Berlino tuona e prepara piano anti-scalata, ma Orcel già pregusta il doppio colpo Commerz-Bpm

Unicredit contro tutti: Berlino tuona e prepara piano anti-scalata, ma Orcel già pregusta il doppio colpo Commerz-Bpm

19 Dicembre 2024 11:02

Berlino non ci sta. L’ulteriore ascesa di Unicredit in Commerzbank ha mandato su tutte le furie la Germania che valuta quali possibili strumenti può utilizzare per fermare le ambizioni della banca italiana. Intanto, parallelamente rimane caldo anche il dossier Banco Bpm, con Andrea Orcel che non vorrebbe perdere tempo. L’obiettivo è infatti chiudere la pratica Ops su Piazza Meda entro il primo semestre del 2025.

Berlino non ci sta

Quella di Unicredit, che ieri ha annunciato di aver costruito una posizione in Commerzbank fino al 28% del capitale attraverso strumenti derivati, è stata nuovamente bollata come una mossa ostile. In aggiunta arriva inaspettata in quanto Unicredit aveva pubblicamente sottolineato di non voler intraprendere ulteriori azioni prima delle elezioni tedesche in programma a febbraio.

Il vice portavoce del governo tedesco, Wolfgang Buechner, ha tuonato (“Un’azione non amichevole e inappropriata”) rimandando anche a quanto affermato da Unicredit, ossia che si tratta al momento di un investimento. “UniCredit stessa sottolinea che la partecipazione in Commerzbank è stata finora un puro investimento, che potrebbe anche essere sciolto in qualsiasi momento – ha sottolineato Buechner in una conferenza stampa a Berlino – . Il governo tedesco si aspetta che UniCredit si avvalga di questa opzione”.

Le possibili mosse tedesche anti-scalata

Stando a quanto riportano La Stampa e il Giornale, Berlino starebbe ragionando sulla possibilità di fermare la scalata. In Germania non è previsto l’equivalente del golden power italiano. Il governo federale ha quindi le armi spuntate, ma potrebbe valutare di applicare uno strumento tradizionalmente utilizzato per proteggere l’industria militare sfruttando il fatto che Commerz garantisce finanziamenti essenziali alla difesa. Se Commerzbank finisse sotto Unicredit, si potrebbe paventare il rischio di una «minaccia alla sicurezza e all’ordine pubblico». Altra opzione, citata sempre da La Stampa, è un procedimento intersettoriale, passando al setaccio l’azionariato di Unicredit che vede molti investitori extra-Ue. I diritti di voto sarebbero per la maggioranza fuori dai confini comunitari, in particolar modo Stati Uniti e UK.

Infine, un faro è acceso anche sulla presenza importante di Unicredit in Russia che potrebbe indurre la Bce a una riflessione aggiuntiva.

Orcel ha le idee chiare: prima Bpm, poi Commerz

Dal canto suo Unicredit non intende mollare la presa. L’ascesa al 28% è in linea con l’obiettivo dichiarato di raggiungere una quota fino al 29,9%, ossia poco prima dell’obbligo di Opa. Tutto l’iter autorizzativo è stato attivato e “le interazioni con le autorità sono in corso”, ha spiegato piazza Gae Aulenti. L’ulteriore salita al 28% non fa quindi che riflettere “la fiducia nella Germania, nelle sue imprese e nelle sue comunità”. I tempi si prospettano però lunghi, come precisato da Orcel nelle scorse settimane. Difficilmente Unicredit potrà fare qualcosa di concreto prima della seconda metà del 2025 con l’eventuale aggregazione con Commerz, e relativi processi autorizzativi, nel 2026.

Unicredit in concomitanza con l’annuncio dell’ascesa ulteriore in Commerzbank, ha ribadito che la mossa in Germania non ha alcun impatto sull’offerta su Banco Bpm. Le due partite sono sganciate e potrebbero evolversi in tempi diversi: prima Banco Bpm, con Orcel che punta a chiudere i giochi già nella prima metà del 2025, poi Commerzbank. Il tutto se non ci saranno intoppi. Tutto da verificare in quanto Piazza Meda si è messa di traverso presentando anche un esposto alla Consob per bloccare l’Ops.