Unicredit: per Equita aumento da 5 miliardi è unica soluzione, fusione con Mediobanca non risolutiva
Il futuro di Unicredit, alle prese con la ricerca del nuovo amministratore delegato che sostituirà Federico Ghizzoni, è sempre al centro di rumors e analisi di mercato. In un report uscito questa mattina, gli analisti di Equita hanno ribadito che la soluzione più realistica per aumentare il CET1 è un aumento di capitale da 5 miliardi di euro. Le alternative emerse nei giorni scorsi “rappresentano opzioni più dannose (cessioni) o non risolutive (fusione con Mediobanca)”, spiegano gli esperti della sim milanese.
“Un aumento da 5 miliardi di euro porterebbe il CET1 da 10,8% ad oltre il 12% riducendo il RotE dal 7% al 6% – scrivono da Equita -. Nonostante i multipli distressed secondo noi overhang e diluizione non sono mai incorporati”. Secondo gli analisti le cessioni del 20% di Fineco, Bank Pekao e Yapi Kredi libererebbero 7,6 miliardi di euro con un impatto negativo del 20% sugli utili.
“La diluizione sarebbe superiore rispetto all’aumento, il RotE 2017 scenderebbe di 120 punti base e dal punto di vista strategico le vendite sarebbero più dannose compromettendo la potenzialità di generare profitti nel medio periodo“, si legge nel report. Anche la ventilata fusione con Mediobanca non sarebbe risolutiva perché aumenterebbe il CET1 all’11,3 per cento e le criticità (no taglio dei costi, difficile integrazione di culture, impatto su franchise Mediobanca, diluizione brand) compenserebbero i benefici.
“Lo scenario di un aumento è la soluzione più probabile quindi il titolo resta non adatto all’investimento fino al completamento dell’operazione”, concludono gli analisti di Equita che hanno azzerato le stime sul dividendo di Unicredit per il 2016 ed hanno ridotto quelle relative al 2017-2018 (a 0,15 da 0,25 euro).