Unicredit detta legge: +20% da minimi di agosto, tra analisti dominano i Buy a tre mesi dal piano
Nuovo strappo al rialzo del titolo Unicredit che tenta l’allungo sopra quota 11 euro. Il titolo della banca di piazza Gae Aulenti sale di oltre l’1 per cento a quota 11,08 euro (massimo intraday a 11,12 euro). A dare slancio alle banche ieri è stata l’indiscrezione lanciata dall’agenzia Reuters secondo cui la Germania starebbe considerando di creare un “budget ombra” per aggirare i limiti costituzionali e aumentare gli investimenti pubblici. Rumor che ha scatenato le vendite sui Bund e gli altri titoli di Stato. I titoli bancari, così come giovedì scorso, hanno tratto beneficio da tassi più alti.
Primeggia tra le banche nel rally partito il 14 agosto
Il titolo Unicredit è risalito sui massimi dal 29 luglio. Dai minimi annui toccati lo scorso 14 agosto a 9,19 euro, il titolo Unicredit segna un balzo di oltre il 20%, miglior performer tra le banche. Il titolo aveva avvicinato pericolosamente ad agosto i minimi storici del luglio 2016 che stazionano a quota 8,78 euro.
La maggioranza degli analisti che coprono il titolo UniCredit è positiva (fonte Bloomberg). Ben l’87,1% degli esperti punta sul titolo (giudizio Buy), il 12,9% ne raccomanda il mantenimento in portafoglio (Hold) mentre nessun analista è posizionato sul Sell. Il prezzo medio a 12 mesi del titolo UniCredit è pari 14,22 euro con quindi un potenziale upside del 29% rispetto ai prezzi attuali. Prima della pubblicazione dei conti del 2° trimestre, poco più di un mese fa, il prezzo obiettivo sul titolo era di 14,99 euro.
Meno di 3 mesi al nuovo piano
Il nuovo piano di Unicredit è in arrivo il prossimo 3 dicembre. Tra le quattro le azioni approvate da UniCredit come antipasto del nuovo piano strategico 2020-2023 spicca l’obiettivo di raggiungere la parte superiore del buffer di 200-250pb del CET1 ratio sui requisiti patrimoniali entro fine 2019, attraverso la vendita di alcuni asset; è previsto poi l’allineamento progressivo nel tempo del portafoglio di BTP ai portafogli detenuti dai gruppi bancari italiani ed europei.
Sul fronte contenimento dei costi le indiscrezioni dello scorso mese vedevano possibili esuberi per 10mila unità del gruppo, la gran parte in Italia. Mustier, in una lettera ai dipendenti, ha precisato che ogni eventuale fuoriuscita sarà gestita attraverso i prepensionamenti.