Notizie Notizie Italia Unicredit: Cda su uscita del Ceo Ghizzoni, partita la caccia per il nuovo Ad

Unicredit: Cda su uscita del Ceo Ghizzoni, partita la caccia per il nuovo Ad

24 Maggio 2016 07:27
Il giorno più lungo per Federico Ghizzoni è arrivato. Nel pomeriggio, intorno alle 16, si riunirà il Cda di Unicredit per l’uscita del Ceo, anche se non è sicuro che si presenti dimissionario. Il destino sembra però già segnato alla luce dei tumulti dei grandi soci della banca di piazza Gae Aulenti, rappresentati nel board da Luca Cordero di Montezemolo (per Aabar), Fabrizio Palenzona (per Caritorino) e Vincenzo Calandra (per Carimonte).
Dopo il board dovrebbe quindi partire la caccia per il nuovo amministratore delegato della banca milanese. La rosa dei “papabili” vede in prima fila Marco Morelli (BofA Merrill Lynch Italia), Alberto Nagel (Mediobanca) e Flavio Valeri (Deutsche Bank Italia). Tra i nomi che circolano figurano anche Carlo Cimbri (Unipol), Sergio Ermotti (Ubs) e Jean-Pierre Mustier (Tikehau).
“I rapporti con il board sono trasparenti, continueremo a lavorare insieme finchè ci sarà abbastanza fiducia”, ha dichiarato ieri Ghizzoni a Madrid per l’inaugurazione della filiale corporate di Unicredit. La Repubblica ha già fatto i conti per l’eventuale buonuscita del Ceo che dovrebbe superare i 10 milioni di euro
Il nuovo amministratore delegato dovrà affrontare subito i timori del mercato legati al rafforzamento patrimoniale. Molti analisti, infatti, sono convinti che il cambio ai vertici aprirebbe la strada ad un rafforzamento patrimoniale. “Un eventuale rishuffle del Cda sarebbe secondo noi propedeutico ad un aumento di capitale e, in base ai nostri calcoli, sarebbero necessari 5 miliardi di euro per riportare il CET1 al 12%”, avevano spiegato la scorsa settimana gli analisti di Equita.
Per mitigare l’impatto di un maxi aumento di capitale è emersa nei giorni scorsi l’ipotesi di cedere quote in alcune partecipate, in particolare in Fineco Bank, Bank Pekao e Yapi Kredi. “La vendita dei gioielli della corona per evitare o minimizzare l’aumento di capitale potrebbe incontrare la benedizione degli azionisti ma porterebbe debolezza sulla futura redditività di Unicredit”, hanno spiegato gli analisti di Mediobanca che mantengono il giudizio neutrale sulla banca milanese.