Notizie Notizie Italia Unicredit-Bpm, la Meloni passa la palla. Da Fitch semaforo verde a mossa di Orcel

Unicredit-Bpm, la Meloni passa la palla. Da Fitch semaforo verde a mossa di Orcel

3 Dicembre 2024 09:40

Semaforo arancione della premier Giorgia Meloni all’operazione Unicredit-Banco Bpm. Il capo dell’esecutivo parla apertamente di “operazione di mercato”, ma allo stesso tempo fa chiaro riferimento agli strumenti in mano al governo per eventualmente intervenire. Toni più pacati rispetto a quelli muscolari espressi a caldo del ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, e dal leader della Lega Matteo Salvini, che però fanno intendere che il dossier verrà monitorato da molto vicino.

“Operazione di mercato, ma governo ha strumenti per intervenire”

“E’ un’operazione di mercato, dopodiché il governo ha degli strumenti per intervenire qualora dovesse rilevare che l’operazione non rientra nell’ambito dell’interesse nazionale. Ma questo è un file che sta seguendo il ministro Giorgetti, mi fido molto del suo giudizio sulla materia e quindi facciamo delle valutazioni assolutamente neutrali, ma nell’interesse nazionale italiano”. Con queste parole la presidente del consiglio, Giorgia Meloni, per la prima volta dice la sua sull’Ops lanciata da Unicredit su Banco Bpm a una settimana esatta dall’offensiva di Orcel u Piazza Meda.

Nel corso della lunga intervista rilasciata a Quarta Repubblica su Rete 4, la premier ha aggiunto che “quello a cui noi normalmente dobbiamo stare attenti è se i grandi risparmi degli italiani vengono controllati da centrali che hanno il loro core business in Italia. Perché se non abbiamo questo, quei risparmi degli italiani non verranno reinvestiti in Italia, quindi è un tema sul quale il Governo chiaramente sa qual è il suo mandato, qual è la sua responsabilità e si regola di conseguenza”.

La premier accenna anche a Mps

Non è mancato un passaggio dedicato a Mps, indirettamente coinvolta in quanto Banco Bpm è divenuto azionista al 5% di Siena. La premier ha posto l’accento sul lavoro fatto dal suo governo. “Noi abbiamo discusso per anni di Mps che drenava i soldi dei cittadini perché dovevamo salvare Monte dei Paschi di Siena – osserva la Meloni – adesso la banca è stata risanata con un ulteriore 15% venduto non più tardi di poche settimane fa e chiaramente rientra all’interno di questa strategia, all’interno di questa partita”.

Fitch conferma rating su Unicredit dopo Ops su Bpm

Intanto ieri l’agenzia di rating Fitch ha confermato il Long-Term Issuer Default Rating e il Senior Preferred rating di UniCredit a ‘BBB+’ con outlook positivo. Il rating rimane quindi un gradino al di sopra del rating sovrano italiano anche dopo la decisione di UniCredit di lanciare un’offerta pubblica di scambio volontaria non vincolante sulla totalità delle azioni ordinarie di Banco BPM. “La conferma dei rating di UniCredit riflette la nostra opinione secondo cui un’operazione con Banco BPM non modificherebbe sostanzialmente il profilo di credito del gruppo in misura tale da influenzare i suoi rating. L’acquisizione rafforzerebbe la sua posizione di seconda banca in Italia, aumentando potenzialmente la sua quota di mercato combinata al 14%-15%, soggetta a possibili riduzioni legate all’antitrust”, si legge nel report dell’agenzia di rating.

L’acquisizione è vista come “complementare” all’attuale franchise di UniCredit, in quanto la rifocalizzerebbe verso le regioni ricche del nord Italia, dove Banco Bpm ha una presenza consolidata. Il gruppo risultante dalla concentrazione potrebbe raggiungere quote di mercato vicine al 20% o superiori in Lombardia, Emilia-Romagna, Piemonte o Veneto, che sono tra i maggiori contributori al Pil italiano. Fitch prevede che, in seguito all’integrazione con Banco Bpm, UniCredit manterrà un rapporto di crediti deteriorati di circa il 3%.

Un’acquisizione di Banco BPM aumenterebbe il contributo dell’Italia al business mix di UniCredit, con una percentuale stimata del 45% dell’esposizione e del 50%-55% dei ricavi. “Tuttavia – spiega Fitch – riteniamo che i benefici della combinazione e della ristrutturazione delle attività italiane di UniCredit contribuirebbero a una performance più resiliente durante il ciclo, compensando i rischi legati all’aumento dell’esposizione domestica. Prevediamo che il gruppo risultante dalla fusione manterrà un’esposizione al debito sovrano italiano inferiore al 100% del capitale primario di classe 1 (CET1)”.

Sinergie di costo ambiziose

Nonostante gli obiettivi piuttosto ambiziosi, Fitch prevede che il management di UniCredit raggiunga la maggior parte delle sinergie di costi e ricavi. Le sinergie di costo previste per 0,9 miliardi appaiono “ambiziose” a detta di Fitch; sono infatti pari a circa il 30% della base di costi di Banco Bpm per il 2024 o a quasi il 6% dei costi delle entità combinate, mentre le sinergie di ricavi pari a 0,3 miliardi sono moderate. L’agenzia di rating si aspetta un calo significativo dell’utile operativo di UniCredit nel 2025, al 2,5%-3% degli attivi ponderati per il rischio. Tuttavia, rimarrebbe in linea con quella delle grandi banche europee, prima di tornare a oltre il 3% a partire dal 2026 con la realizzazione di risparmi sui costi.