UniCredit: trimestrale batte le attese su tutti i fronti, la banca migliora la guidance. Pronto l’assedio a Orcel sul dossier Mps
UniCredit batte le attese degli analisti, con utili, ricavi e CET1 migliori delle attese: la banca guidata da Andrea Orcel migliora di conseguenza la guidance sull’intero anno relativa ad alcune voci di bilancio, profitti e ricavi in primis.
Orcel è atteso oggi al varco dalla comunità degli analisti che, nella conference call in calendario alle 10 ora italiana, non risparmieranno certo domande sull’eventualità che UCG possa tornare sui suoi passi su Mps e riprendere le trattative con il Tesoro, maggiore azionista del Monte con una quota del 64%.
Qualcuno, nel presentare le varie opzioni che rimangono al Monte dei Paschi, non ha escluso infatti che, a condizioni diverse, il banchiere possa riconsiderare di nuovo il dossier che scotta di più sulla scrivania del presidente del Consiglio Mario Draghi, magari con UniCredit a capo di una cordata.
UniCredit: utile netto III trimestre oltre 1 miliardo, meglio attese
Ma la rottura delle trattative, per ora, rumor e speranze a parte, è un dato di fatto e Orcel sembra molto concentrato ad andare avanti per la sua strada, come ha confermato d’altronde l’annuncio, nella giornata di ieri, dell’head of Italy Niccolò Ubertalli, che ha comunicato un nuovo riassetto organizzativo della rete commerciale italiana di Piazza Gae Aulenti a partire dal prossimo 13 dicembre.
Ubertalli, tra le altre cose, ha rimarcato che l’Italia rappresenta le radici del gruppo e ha una grande rilevanza strategica per la banca.
Ma veniamo ai risultati di bilancio di UniCredit, relativi al terzo trimestre e all’intero 2021:
Piazza Gae Aulenti ha annunciato di aver terminato il terzo trimestre del 2021 con un risultato netto contabile pari a €1,058 mld, in rialzo del 2,4% su base trimestrale e del 55,6% su base annua.
Il consensus degli analisti pubblicato sul sito della banca indicava un utile netto di 825 milioni di euro (valore mediano) dai 692 mln dell’analogo trimestre 2020. Più conservative le stime di Equita che aveva indicato un utile di 766 milioni. UniCredit ha dunque battuto le attese sul fronte degli utili. (vedi consensus analisti)
Nei primi nove mesi del 2021, l’utile netto sottostante della banca guidata da Andrea Orcel si è attestato a €3,1 miliardi, mentre l’utile netto sottostante del terzo trimestre dell’anno è stato pari a €1,1 miliardi in III trimestre, in rialzo dello 0,5 per cento trimestre su trimestre e del 60% su base annua.
Dal comunicato emerge che, “considerando un utile netto sottostante di €3,1 mld nei primi nove mesi dell’anno, la guidance per il FY21 è stata aumentata a oltre €3,7 miliardi“.
UniCredit, Orcel presenta tre priorità fulcro nuovo piano
“Sono lieto di annunciare un set di solidi risultati nel terzo trimestre, che riflettono la forza della nostra rete, le condizioni di mercato favorevoli, l’incremento dell’attività della clientela in tutte le linee di business ed una ripresa economica molto vivace, che si prevede moderarsi”, ha commentato il numero uno di UniCredit, l’amministratore delegato Andrea Orcel, in base a quanto emerge dal comunicato con cui la banca ha annunciato i risultati di bilancio.
Orcel ha anche reso noto che la presentazione del nuovo piano strategico della banca avverrà il prossimo 9 dicembre, illustrando quelli che saranno i pilastri che lo reggeranno:
“Continuiamo a sviluppare le nostre tre priorità –semplificazione, digitalizzazione e centralità del cliente – che saranno il fulcro del nuovo piano strategico di UniCredit, che sarà presentato il 9 dicembre 2021, e sosterranno il nostro impegno per la solidità, la stabilità e la crescita del Gruppo a lungo termine. Il profilo di liquidità e lo stato patrimoniale della banca restano eccellenti, e costituiscono una solida base da cui sviluppare il pieno potenziale della rete di UniCredit”.
UniCredit, Italia tra maggiori contributi a crescita ricavi
Sul fronte ricavi, nel terzo trimestre del 2021 UniCredit ha assistito a una crescita dello 0,8% su base trimestrale e dell’1,9 per cento su base annua, a €4,4 miliardi, grazie a commissioni solide (-1,4 per cento trim/trim, +12,5 per cento a/a), e NII positivo (+3,1 per cento trim/trim, -1,4 per cento a/a).
Anche in questo caso, il risultato ha battuto le attese, visto che il consensus degli analisti pubblicato sul sito della banca indicava ricavi totali a 4,26 mld per il terzo trimestre. I maggiori contributi ai ricavi sono riconducibili a Italia, Germania ed Europa Centrale.
La performance dei ricavi dei primi nove mesi del 2021 – si legge nel comunicato di UniCredit – in rialzo del 4,8 per cento 9m/9m, merita particolare attenzione ed è il riflesso di commissioni molto solide e della forte crescita dei proventi da attività di negoziazione che, insieme, hanno più che compensato il calo del margine di interesse. Per il FY21 la guidance per i ricavi è stata aggiornata a circa €17,5 miliardi.
UniCredit: CET 1 ratio migliore delle attese, costi quasi invariati
Ottima la solidità patrimoniale, con la qualità dell’attivo di UniCredit che è migliorata nonostante la pandemia Covid-19 – si legge nel comunicato – con il rapporto tra crediti deteriorati lordi e totale crediti lordi al 4,5 per cento.
Alla fine del trimestre, il CET1 ratio fully loaded era pari al 15,5 per cento – meglio delle attese, visto che il consensus aveva indicato un ratio al 15,3% -e il CET1 MDA buffer fully loaded di 647 punti base. Il patrimonio netto tangibile attestatosi a €53,4 miliardi è in aumento del 2,0 per cento trimestre su trimestre, principalmente grazie all’utile netto.
I costi di UniCredit sono rimasti pressoché invariati su base annua, pari a €2,4 miliardi nel terzo trimestre grazie alla continua attenzione all’efficienza e alla rigorosa disciplina dei costi, con un rapporto costi/ricavi del 55,2 per cento.
Il costo del rischio contabile si è attestato sempre nel trimestre a 27 punti base, beneficiando di una migliore qualità dell’attivo e di un impatto limitato dal quadro normativo avverso.
A tal proposito, i costi di UniCredit sono in linea con la guidance precedente, confermata a €9,9 miliardi. La guidance FY21 per il costo del rischio sottostante è stata inoltre ulteriormente migliorata a circa 30 punti base.
Sul fronte NPL-crediti deteriorati-sofferenze, dal bilancio è emerso che:
Le esposizioni deteriorate lorde sono pari a €20,7 mld nel 3trim21 (-4,0 per cento trim/trim e -8,9 per cento a/a), generando un rapporto tra crediti deteriorati lordi e totale crediti lordi del 4,5 per cento (-0,2 p.p. trim/trim, -0,1 p.p. a/a), mentre il rapporto tra crediti deteriorati netti e totale crediti netti si è attestato al 2,0 per cento (-0,1 p.p. trim/trim, +0,1 p.p. a/a). Il rapporto di copertura si è attestato al 57,1 per cento (-0.5 p.p. trim/trim e -4,1 p.p. a/a), principalmente per effetto della composizione del portafoglio.
Le sofferenze lorde di Gruppo sono state pari a €6,7 mld nel 3trim21 (-5,9 per cento trim/trim, -33,2 per cento a/a), con un rapporto di copertura del 76,2 per cento (-1,5 p.p. trim/trim, +1,6 p.p. a/a).
Le inadempienze probabili lorde (UTP) del Gruppo si sono attestate a €13,1 mld (-2,4 per cento trim/trim, +10,8 per cento a/a), con un rapporto di copertura del 48,8 per cento (+0,0 p.p. trim/trim, -3,0 p.p. a/a). Le esposizioni deteriorate lorde del portafoglio Non Core si sono attestate a €2,7 mld, in calo del 17,9 per cento trim/trim e del 54,1 per cento a/a. Il rapporto di copertura è stato pari al 78,7 per cento nel 3trim21 (+0,5 p.p. trim/trim, +2,5 p.p. a/a).
Per il FY21 è confermato l’azzeramento del portafoglio Non Core, la parte rimanente verrà azzerata nel 4trim21.
Occhio anche al margine di interesse,, pari a €2,3 mld, in rialzo del 3,1 per cento trim/trim, in calo dell’1,4 per cento a/a. Il rialzo +3,1% su base trimestrale è stato dall’effetto giorni (+€13 mln trim/trim) e dalle componenti non ricorrenti in Germania (+€38 mln), e favorito dal contributo positivo dei volumi dei finanziamenti, soprattutto in Europa Orientale. I tassi sui finanziamenti alla clientela hanno risentito del prezzo delle nuove emissioni che continua ad essere inferiore di quello dei volumi preesistenti, specialmente in Italia.
Sul fronte commissioni, queste sono state pari a €1,7 mld, in calo dell’1,4 per cento trim/trim e in rialzo del 12,5 per cento a/a. Le commissioni su investimenti sono aumentate del 20,0 per cento a/a, con le commissioni upfront della raccolta gestita (AuM) che continuano a registrare un buon andamento, e le commissioni di gestione della raccolta gestita (AuM) che beneficiano dell’aumento dei volumi medi, in rialzo del 12,3 per cento a/a, soprattutto in Italia e in Germania.
Le commissioni di finanziamento sono aumentate del 10,0 per cento a/a grazie all’attività Equity/Debt Capital Markets (ECM/DCM), alla vendita di prodotti assicurativi di protezione del credito in Italia e di garanzie in Germania e Italia. Le commissioni da servizi transazionali sono aumentate del 6,7 per cento a/a anche grazie alla ripresa dell’utilizzo delle carte e dei servizi di pagamento in Italia e in Europa Orientale”