Un anno di Brexit: cosa è accaduto e cosa accadrà alla sterlina e alla borsa di Londra
Un anno di Brexit: è stato il 23 giugno del 2016 il giorno in cui i cittadini britannici si sono recati alle urne, per decidere se rimanere nell’Unione europea (votando per il “Remain”), oppure se lasciare il blocco (votare per il “Leave”). A vincere è stato il “Leave”, facendo diventare realtà quella che fino a pochi giorni prima era considerata una remota possibilità: la Brexit, ovvero l’addio a Bruxelles. Un voto che ha fatto la storia – e che continuerà a farla – non solo del Regno Unito, ma dell’Europa intera.
In quello che è il primo anniversario dell’evento, tirando le somme, emerge che la sterlina è stata sicuramente tra le vittime del fenomeno Brexit. La valuta britannica, che oggi segna un lieve rialzo oscillando al di sopra di $1,27 nei confronti del dollaro, vale tuttora il 14% in mkeno rispetto al periodo pre-Brexit, ed è reduce da un anno in cui a tenere banco è stato il balzo della volatilità. Una volatilità che sicuramente non accennerà a smorzarsi, visto che il voto del 23 giugno del 2016 è stato non il punto di arrivo, ma il punto di partenza, di un processo in atto che potrebbe secondo alcuni durare anche anni.
Lo scorso 9 giugno, successivamente alle elezioni UK che hanno decretato il flop di Theresa May – la premier britannica non è riuscita a rafforzare la maggioranza, anzi, il suo partito conservatore ha perso anche la maggioranza assoluta in Parlamento – sono partite ufficialmente le trattative tra Londra e Bruxelles, dopo che lo scorso 29 marzo era stato attivato l’Articolo 50, condizione imprescindibile per il divorzio.
In base a quanto recita lo stesso articolo, il divorzio dall’Unione europea diventa effettivo una volta che sono trascorsi due anni di trattative tra il paese uscente e Bruxelles.
Nel commentare il trend della sterlina, intervistato dal Guardian Graham Bishop, Investment Director presso Heartwood Investment Management, ha spiegato:
“La svalutazione della sterlina seguita allo choc del referendum sulla Brexit è l’evento di mercato più significativo degli ultimi anni. (La sterlina) ha ancora strada da fare per recuperare terreno dai minimi testati nel post-referendum e rimane vulnerabile a un’incertezza anche maggiore, sia dal lato politico che economico”.
Paul McNamara di GAM ha riassunto il trend della sterlina con alcunbi grafici che mostrano come la valuta sia stata la peggiore dell’ultimo anno. Una data importante per la sterlina è stata sicuramente quella dello scorso 7 ottobre, quando la valuta è crollata del 6%, generando non poca confusione sui mercati. Quel giorno la sterlina è crollata nfino a $1,1819, al minimo dal 1985, con molti che si sono chiesti se il motivo fosse un fat-finger o avesse a che fare più che altro con i timori sul concretizzarsi di una Hard Brexit.
Ma i ripetuti sell off della sterlina hanno fatto indubbiamente bene alla borsa di Londra, visto che l’indice Ftse 100 ha guadagnato il 16,86% dal giorno del referendum sulla Brexit.