Ue pronta a bocciare Italia con procedura infrazione. Continui sforamenti dei target, debito-Pil a un punto di non ritorno?
Procedura di infrazione per debito eccessivo: lo spettro diventa realtà? Ancora no, ma potrebbe mancare davvero poco, anche se il commissario Ue Pierre Moscovici ha teso la mano per l’ennesima volta, confermando che la sua porta rimane aperta. Da parte di Bruxelles, la volontà di scongiurare il peggio c’è. Ma è innegabile, e la Commissione europea è costretta ad ammetterlo, che l’Italia – così come è scritto nero su bianco nel Rapporto ad hoc dedicato al debito italiano- non ha “rispettato la regola del debito nel 2018, nel 2019, e non lo farà neanche nel 2020″, motivo per cui la “procedura per debito eccessivo è giustificata”.
Dal rapporto emerge anche che l’Italia ha sforato di 7,5 punti percentuali il debito-Pil del 2018 previsto. Non solo. L’outlook è di una deviazione ancora più significativa: Bruxelles stima infatti uno sforamento di 9 punti percentuali sul rapporto debito-Pil 2019 e di 9,5 punti sul 2020. Insomma, gli sforamenti, allo stato attuale delle cose, sono destinati anche a peggiorare.
Già una volta l’Italia è stata fortunata a evitare il procedimento. Il rischio si era presentato alla fine dello scorso anno, nel pieno delle trattative infuocate tra Roma e Bruxelles sulla manovra per il 2019.
L’Italia è riuscita a sventare la minaccia con un accordo raggiunto all’ultimo minuto con la Commissione, con cui ha accettato di abbassare sia il target sul deficit-Pil (dal precedente 2,4% al 2,04%), sia il target sulla crescita del Pil (dal +1,5% al +1%, poi rivisto drammaticamente al ribasso con l’ultimo Def, ad appena +0,2%).
Non è detto tuttavia che, stavolta, l’esecutivo giallo-verde si piegherà ai desiderata della Commissione: soprattutto, ora che la Lega di Matteo Salvini è uscita trionfante dalla prova delle elezioni europee. Fatto sta che, se l’Europa fosse costretta alla fine a punire l’Italia, le conseguenze potrebbero essere disastrose.
La procedura potrebbe tradursi, infatti, nell’imposizione di sanzioni finanziarie: sebbene Reuters ritenga le multe improbabili, è chiaro che una ennesima lotta fiscale con i piani alti di Bruxelles esporrebbe comunque gli asset finanziari italiani a una pressione sempre più forte.
Non per niente, dopo la notizia dell’annuncio, sui titoli bancari e sui BTP è ritornato il sell off.
Duro il monito del vice presidente della Commissione Valdis Dombrovskis che si è espresso così nel commentare la raccomandazione di Bruxelles, rivolta al Consiglio europeo, di aprire una procedura di infrazione per debito eccessivo nei confronti dell’Italia:
“Quando guardiamo all’economia (italiana), rileviamo i danni delle misure (adottate dal governo italiano) adottate di recente”.
In particolare, il funzionario si è riferito ai costi legati al rialzo dei tassi di interesse sui titoli di Stato, che sono stati superiori di 2,2 miliardi a quanto l’Ue prevedeva nelle stime della primavera del 2018. Praticamente, ha fatto notare Dombrovskis, “oggi l’Italia paga il servizio debito quasi come tutta l’istruzione”. E’ dalle stesse stime europee che risulta che l’Italia avrebbe pagato lo scorso anno 65 miliardi di euro in interessi sul debito, “così come per l’intera istruzione”.
Anche Dombrovskis, così come il commissario francese Pierre Moscovici, ha precisato che, a oggi, nessuna procedura di infrazione è stata (ancora) formalmente avviata contro l’Italia. Sulla questione, ha ricordato il funzionario, dovrà esprimersi il Comitato economico e finanziario, che rappresenta i governi dell’Ue.
In tutto questo, il vicepremier pentastellato Luigi Di Maio torna ad accusare il PD per il livello del debito italiano:
“Ora si parla tanto di questa possibile procedura di infrazione e sapete cosa riguarda? Riguarda il debito prodotto dal Partito democratico nel 2017 e 2018. Noi la prendiamo seriamente, ma non possiamo fare finta di non sapere che ci sono Paesi europei che in questi anni, per risollevare la loro economia, hanno fatto molto più deficit di quanto consentito dai Trattati. E non sono andati incontro a nessuna sanzione”.
Con un post su Facebook, Di Maio ha puntato praticamente il dito contro tutti, citando perfino i migranti, tema caro all’altro vicepremier Matteo Salvini.
“Sono anni che diamo senza ricevere, o che riceviamo meno di quanto ci spetterebbe, anni che siamo totalmente ignorati sulla questione migranti, ad esempio. Ci lasciano tutto il peso e, come se non bastasse, poi ci fanno pure la morale. Così non va bene, così è troppo facile”.
Di Maio ha sottolineato anche che “noi siamo persone serie, l’Italia è un paese serio, che rispetta la parola data. Quindi andremo in Europa e ci metteremo seduti al tavolo con responsabilità, non per distruggere, ma per costruire. Però è molto seccante che ogni giorno si trovi un motivo diverso per parlare male dell’Italia e di questo governo!”