Ue porge l’altra guancia all’Italia, ma sui Btp potrebbe essere ora di prendere profitto
La Commissione europea non avvierà formalmente questa settimana la procedura di infrazione nei confronti dell’Italia. Ad anticiparlo sono due funzionari dell’Ue al Financial Times secondo cui la speranza è che il governo italiano possa rivedere i suoi piani di spesa e disinnescare un nuovo scontro con Bruxelles.
L’indiscrezione del prestigioso quotidiano finanziario ha sostenuto in avvio di giornata i Btp con lo spread sceso anche sotto quota 240 punti base. Poi nel corso della seduta il rally si è raffreddato e adesso il differenziale tra Btp e Bund si è allargato a 246 pb. Gli analisti iniziano a valutare la possibilità di alleggerire le posizioni sulla carta italiana dopo il prepotente rally delle prime tre settimane del mese.
FT: Ue non avvierà procedura di infrazione
Il premier Giuseppe Conte a margine del vertice della scorsa settimana a Bruxelles lo ha detto chiaramente: il governo “deve evitare” la procedura per i disavanzi eccessivi. “È una situazione difficile, ma confido nel gioco leale di tutti coloro che siedono intorno al tavolo e, quindi, sono fiducioso che una soluzione sia possibile” ha sottolineato il premier. L’ennesimo scontro tra Roma e Bruxelles rischia di provocare nuovi timori da parte degli investitori circa il peso del debito italiano e il suo posto nella zona euro scrive il quotidiano della City.
Il premier Conte e il suo ministro delle finanze Giovanni Tria stanno individuando risparmi di bilancio per convincere Bruxelles a fare un passo indietro rispetto all’avvio di un nuovo processo sanzionatorio. Roma vuole utilizzare i risparmi pari a 5,2 miliardi di euro del suo piano di spesa per il 2019 per mitigare la sua posizione finanziaria. “Non è intenzione del premier Conte firmare una procedura d’infrazione e vogliamo rispettare le regole”. “Tuttavia, ci aspettiamo anche che ci venga offerto uno spazio per l’interpretazione [di queste regole]”, ha detto una persona a conoscenza del pensiero del primo ministro italiano al FT. “Siamo fiduciosi che la procedura non prenderà il via”. Il premier dovrebbe avere una serie di incontri bilaterali al G20 di Osaka nel corso di questa settimana e potrebbe incontrare Jean-Claude Juncker, presidente della commissione, “per continuare i negoziati”, secondo due persone vicine al governo italiano. Dal canto suo Valdis Dombrovskis, vicepresidente della commissione responsabile per la stabilità finanziaria, ha avvertito che Roma ha bisogno di una “sostanziale correzione della traiettoria fiscale italiana” per rimettere in carreggiata le finanze del Paese. La montagna del debito italiano salirà al 135 per cento del prodotto interno lordo entro il 2020, mentre il prossimo anno il deficit rischia di superare il tetto del 3 per cento del PIL di Bruxelles, secondo le previsioni della Commissione. Il ministero delle finanze guidato da Giovanni Tria invierà una lettera di risposta alla valutazione della Commissione questa settimana, e la Commissione a sua volta ha tempo fino ai primi di luglio per riferire ai ministeri delle finanze se intende procedere con la procedura di infrazione.
Analisti: nel breve potrebbe essere l’ora di prendere profitto sui Btp
Il 9 luglio quindi con la riunione dell’Ecofin è una data cruciale in merito al confronto Italia-Ue. Tria e Conte stanno cercando di produrre numeri che certifichino un livello del deficit almeno intorno al 2,10% attraverso il cosiddetto bilancio di assestamento che verrà prodotto a fine giugno o entro i primi di luglio. Le manovre per correggere il deficit strutturale potrebbero poi arrivare nella legge di bilancio. Al momento però, come sottolinea Antonio Cesarano, Chief Global Strategist di Intermonte SIM, lo scenario è che seppur last minute, l’Ecofin del 9 luglio prenderà tempo per far partire la procedura rinviando la decisione ad agosto o a fine anno, dando così tempo anche all’Italia di produrre ulteriori numeri che certifichino ulteriormente il buon andamento delle entrate fiscali e quindi del deficit 2019.
Sullo sfondo dell’ennesimo braccio di ferro tra Roma e Bruxelles c’è sempre lo spread. “L’obiettivo che avevo fissato tra giugno/primi giorni di luglio in area 220pb – dice Cesarano – è stato quasi raggiunto”. “Cautelativamente potrebbe essere opportuno prendere profitto in vista della chiusura della semestrale delle banche e di eventuali frizioni nella trattativa Italia/Ue fino al 9 luglio”.
Previsioni su tasso Bund. Cesarano ipotizzava come target per fine 2019 a -0,25% per il Bund, ma la prospettiva di arrivo di un enorme flusso di QE nei prossimi trimestri lo ha indotto ad abbassare i target ad area -0,40%, ossia circa 10/20 pb al di sopra del livello del tasso sui depositi, immaginando che Draghi procederà a un taglio da -0,40% a -0,50%.