Notizie Notizie Mondo Ue, attenti alle irregolarità dei biglietti aerei venduti on line

Ue, attenti alle irregolarità dei biglietti aerei venduti on line

15 Novembre 2007 08:47

Fidarsi è bene, non fidarsi è meglio recita un vecchio proverbio. Una frase che gli acquirenti di biglietti on line, spesso abbagliati da prezzi stracciati, devono tenere bene a mente prima di comprare.  Il malumore era nell’aria da tempo. E adesso anche l’Unione europea è scesa in pista per fare chiarezza su questa situazione. Bruxelles ha infatti dichiarato guerra alle pubblicità di molte compagnie aeree che promettono “biglietti gratis”.


Ieri, il commissario Ue responsabile per i consumatori, Meglena Kuneva, ha annunciato i risultati di un’indagine a livello europeo – che ha coinvolto 15 autorità nazionali e la Norvegia – contro la pubblicità fuorviante e le pratiche sleali riscontrate nei siti web che vendono biglietti aerei. Dall’indagine, in assoluto la prima azione congiunta a livello di Unione europea per far rispettare i diritti dei consumatori, è emerso che ben oltre il 50% dei siti web analizzati presentano delle irregolarità, in particolare per quanto riguarda l’indicazione dei prezzi, i termini contrattuali e la chiarezza delle condizioni proposte.


“Che si trovino a Bruxelles o a Barcellona, a Monaco o a Manchester i consumatori hanno diritto a un’indicazione di prezzo chiara ed equa senza che vi siano brutte sorprese nascoste nelle clausole contrattuali scritte in carattere minuscoli” ha affermato Meglena Kuneva, Commissario Ue responsabile per la tutela dei consumatori. “Ci siamo resi conto che circa 50% dei siti web che vendono biglietti aerei vengono meno attualmente ai loro obblighi verso i consumatori europei. Le cifre pubblicate indicano che in questo settore sussiste un importante problema. Ed è un problema europeo che richiede un intervento su scala europea”.

 

Ma quale sarà il passo successivo? Ora, le compagnie hanno quattro mesi di tempo entro i quali dovranno fornire chiarimenti o a cambiare le loro pratiche. Contro coloro che non si adeguassero potrebbero essere intentate azioni legali con conseguenti sanzioni pecuniarie o l’obbligo di chiudere i loro siti web.