Gli asset manager mondiali restano fedeli alle azioni
Gli investitori globali non mutano la loro strategia nonostante l’indebolimento delle condizioni macroeconomiche, i maggiori prezzi dell’energia e l’estendersi delle preoccupazioni sul mercato del credito. E’ questo in sintesi l’esito della Merrill Lynch’s Survey of Fund Managers di novembre, sondaggio che ha coinvolto 189 gestori di fondi mondiali per un totale di asset in gestione di 863 miliardi di dollari.
La maggioranza degli investitori continua infatti a preferire l’azionario, coerentemente con l’idea che l’economia globale possa superare un rallentamento negli Stati Uniti e nella convinzione che le notizie macroeconomiche peggiori siano state già prezzate.
Solo il 12% degli intervistati si aspetta una recessione globale nei prossimi 12 mesi. Nonostante ciò la larga maggioranza dei partecipanti al sondaggio ritiene che il ciclo economico sia giunto alla sua maturità, con il 70% del panel per il quale l’economia globale sarebbe entrata nella fase finale del ciclo.
“Gli investitori stanno tenendo i nervi saldi nonostante il cupo outlook per la crescita e le aspettative sui profitti”, ha detto David Bowers, consulente indipendente di Merrill Lynch. E in effetti la quota di coloro che si attende utili aziendali in discesa nei prossimi 12 mesi è salita al 48% dal 44% di ottobre e dal 28% di agosto. Ma tutto ciò non ha modificato la percezione di convenienza dell’equity. Il 48% parla di sopravvalutazione, la stessa quota di ottobre, di solo 3 punti al di sopra del risultato emerso in agosto.
Nell’ambito del sondaggio una tendenza delineata è emersa a livello europeo. Nel Vecchio continente infatti gli investitori questo mese si sono mossi verso quei settori esposti verso la domanda interna piuttosto che su quella estera, come ad esempio l’alimentare, la grande distribuzione e le telecom. Un’evidenza che secondo Karen Olney, European Equity Strategist di Merrill Lynch si spiegherebbe con la consapevolezza degli investitori che il consumatore europeo è meno indebitato e quindi in media più benestante. Di segno opposto invece le mosse adottate sui finanziari. In novembre il 40% degli investitori europei ha detto di avere sottopesato i bancari. In ottobre la stessa risposta era stata data solo dal 4% degli intervistati.