Ucraina: oggi il vertice Ue, congelati i beni di Yanukovich e altri 17. La Crimea vota per annettersi alla Russia
E’ iniziato questa mattina a Bruxelles il vertice straordinario europeo sulla crisi in Ucraina. I capi di Stato e di governo della zona euro discuteranno gli ultimi sviluppi in Ucraina e le possibili misure e sanzioni da adottare in merito. Tra queste anche la proposta di aiuti da almeno 11 miliardi di euro da elargire nei prossimi due anni a sostegno dell’Ucraina, annunciata ieri dal presidente della Commissione europea, José Manul Barroso. Il vertice si concluderà nel primo pomeriggio con una conferenza stampa. Intanto il consiglio europeo ha deciso di congelare i beni di 18 persone considerate responsabili della crisi ucraina e di appropriazione indebita di fondi statali ucraini. Tra queste compare, sulla Gazzetta Ufficiale pubblicata oggi, anche l’ex presidente dell’Ucraina, Viktor Yanukovich, e suo figlio Aleksandr. Le sanzioni, relative ai beni personali attribuite a queste persone, resteranno in vigore per 12 mesi.
L’Ucraina si spacca in due: la Crimea al voto per essere annessa alla Russia
Nel frattempo la Crimea, regione autonoma dell’Ucraina, ha deciso di indire un referendum sullo status di autonomia il prossimo 16 marzo. I cittadini della Crimea, a maggioranza russa, saranno chiamati a scegliere se passare a far parte della Federazione russa, ossia chiedere a Mosca l’annessione, oppure restare parte integrante dell’Ucraina. Lo si apprende dalla nota pubblicata oggi sul sito del governo della repubblica autonoma di Crimea, che, spiegando la decisione, ha definito i fatti di febbraio a Kiev un colpo di stato anti-costituzionale per mano di forze di potere nazionaliste “in violazione della Costituzione e delle leggi dell’Ucraina, contro i diritti inalienabili e le libertà dei cittadini, compreso il diritto alla vita, alla libertà di pensiero e di espressione, il diritto di parlare la propria lingua madre”. Non solo, il governo ha fatto sapere che questi gruppi estremisti hanno fatto una serie di tentativi per penetrare in Crimea, al fine di aggravare la situazione, l’escalation delle tensioni e il sequestro illegale del potere. Alla luce di queste considerazioni il Parlamento della regione autonoma, oltre a indire il referendum, ha votato a favore dell’adesione della Crimea alla Federazione russa.