UBS-Credit Suisse nel radar della giustizia USA su sanzioni alla Russia

Il Dipartimento di Giustizia (DOJ) degli Stati Uniti ha lanciato un’indagine contro le banche elvetiche, Credit Suisse e UBS, per sospetto aggiramento delle sanzioni nei confronti della Russia imposte in seguito all’invasione dell’Ucraina. Le presunte violazioni hanno consentito ai clienti russi di eludere le sanzioni. Secondo quanto dichiarano fonti anonime interpellate dall’agenzia Bloomberg, l’indagine è ancora in una fase iniziale e potrebbe non portare ad accuse concrete.
UBS-Credit Suisse nel mirino del DOJ
Il Dipartimento di Giustizia USA ha informato gli avvocati statunitensi di UBS in merito alla presunta esposizione di Credit Suisse a violazione delle sanzioni da quando UBS ha acquisito il suo rivale più piccolo a giugno in una storica mossa di salvataggio. Ma secondo le fonti Bloomberg, il DOJ sta esaminando anche possibili mancanze di conformità da parte di UBS.
Insieme all’attività di gestione patrimoniale di Credit Suisse, aumentati di quasi un terzo a oltre 4 trilioni di dollari, UBS ha ereditato anche i problemi legali dell’ex rivale di Zurigo.
Il Dipartimento di Giustizia ha chiesto informazioni, direttamente alla banca elvetica scavalcando le vie diplomatiche, su come le due banche hanno gestito i conti dei clienti sanzionati negli ultimi anni.
L’indagine riguarda sia le restrizioni imposte dopo l’invasione Russa all’Ucraina sia le precedenti misure messe in atto in seguito all’annessione della Crimea nel 2014. Nell’ultimo decennio più di mille ricchi russi sono stati inseriti nella lista nera degli Stati Uniti.
Il Titolo UBS in calo in borsa
Il titolo UBS, quotato a Zurigo, segna un calo del 3% a 22 franchi svizzeri per azione dopo aver subito un calo iniziale del 7%, il peggiore da Marzo 2023.
“La reazione iniziale del mercato sembrava eccessiva, tuttavia, questa indagine illustra i rischi di passività potenziali a cui è esposta UBS dopo l’acquisizione di Credit Suisse.” Scrive in una nota Nicolas Payen, analista Kepler Chevreux.
Il retroscena
I funzionari statunitensi hanno espresso la propria frustrazione con la Svizzera, che secondo loro non sta facendo abbastanza per applicare le sanzioni alla Russia e combattere il riciclaggio di denaro, che sta aiutando il Cremlino di tenere a galla la propria economia nonostante le dure sanzioni dagli Stati Uniti.
Quello che preoccupa gli USA è il rifiuto della Svizzera di unirsi alla task force multilaterale che dà la caccia alle partecipazioni illecite russe e la precedente decisione di sbloccare alcuni beni in un caso di corruzione di alto profilo con legami con il Cremlino.
Prima dell’invasione dell’Ucraina, Credit Suisse era ben nota per il suo servizio ai ricchi russi, gestendo più di 60 miliardi di dollari dei loro asset al suo apice. Al momento dell’invasione, nel febbraio 2022, quella cifra era scesa a 33 miliardi di dollari, ancora il 50% in più rispetto a UBS.