Amazon accusata di monopolio. Ecco i livelli da monitorare sul titolo
Non accennano a placarsi le accuse e contestazioni del Governo americano nei confronti delle big tech americane. Dopo le recenti accuse rivolte a Google e Meta, ora la Federal Trade Commission (FTC) ha nuovamente puntato i riflettori su Amazon, accusandola di comportamenti monopolistici.
Queste accuse rappresentano una minaccia significativa al dominio di Amazon nel mercato settore della vendita al dettaglio online e hanno innescato una brusca correzione di prezzo delle azioni del big dell’e-commerce, che nella seduta di ieri ha ceduto oltre il 4% poco sotto quota 126 dollari ad azione.
Le accuse di monopolio contro Amazon
Nella serata di ieri, la Federal Trade Commission e 17 procuratori statali (per lo più di Stati democratici) hanno citato in giudizio Amazon, sostenendo che la società guidata da Jeff Bezos utilizza da tempo una serie di “strategie anticoncorrenziali e sleali interconnesse per mantenere illegalmente il proprio potere monopolistico”.
In sostanza, la denuncia Antitrust sostiene che Amazon viola la legge non perché è grande, “ma perché adotta una condotta di esclusione che impedisce agli attuali concorrenti di crescere e di emergere di nuovi concorrenti”. Le sue azioni soffocherebbero la concorrenza sul prezzo, ma anche sulla selezione dei prodotti e sulla qualità, “impedendo così ai suoi rivali attuali o futuri di attrarre una massa critica di acquirenti e venditori”
“Il modello continuo di condotta illegale di Amazon blocca la concorrenza, consentendole di esercitare un potere monopolistico per gonfiare i prezzi, degradare la qualità e soffocare l’innovazione per consumatori e imprese”, questo è ciò che si legge nel comunicato dell’agenzia governativa statunitense.
In tal senso, secondo le autorità statunitensi, i comportamenti di Amazon le avrebbero consentito di “impedire a rivali e venditori di abbassare i prezzi, soffocando l’innovazione e impedendo ai rivali di competere lealmente contro Amazon”.
Amazon è quindi accusata di escludere i rivali nel settore della vendita al dettaglio online, favorendo allo stesso tempo i propri servizi. Ma no solo, la società è accusata di costringere illegalmente i venditori che operano sulla sua piattaforma a utilizzare la sua logistica e i suoi servizi di consegna in cambio di un posizionamento di rilievo, oltre che di punire i commercianti che offrono prezzi più bassi sui siti concorrenti.
“Amazon è un monopolista e sta sfruttando i suoi monopoli in modi che fanno sì che acquirenti e venditori paghino di più in peggio servizio”, ha dichiarato la presidente della FTC Lina Khan.
Tra le altre accuse, Amazon impedirebbe ai venditori della sua piattaforma di offrire prezzi inferiori su altri siti, una politica che secondo la FTC frenerebbe la concorrenza online.
E così se da una parte Amazon è vista dalle persone come l’azienda che offre il vantaggio di un’ampia scelta di prodotti che è possibile acquistare direttamente dal proprio divano, secondo il governo statunitense, la società sarebbe un monopolio illegale che soffocherebbe con le sue attività innovazione tecnologica.
Questa è la quarta causa che l’agenzia governativa statunitense muove nei confronti di Amazon e rappresenta anche un momento decisivo per la carriera di Khan, il presidente della FTC, che da tempo ha Amazon nel mirino.
La replica di Amazon
Non si è fatta attendere la replica di Amazon che ha dichiarato che sfiderà in tribunale le accuse dell’agenzia governativa, aggiungendo che essa si discosta “radicalmente” dalla missione fondamentale dell’agenzia di proteggere i consumatori.
“Se la FTC riesce a ottenere ciò che vuole, il risultato sarà che ci saranno meno prodotti tra cui scegliere, prezzi più alti, più lentezza consegne per i consumatori e opzioni ridotte per i piccoli imprese; l’opposto di quello che dovrebbe fare una legge antitrust”, replica Amazon in una nota.
Amazon ha dunque negato le accuse, con il consigliere generale di Amazon, David Zapolsky, che afferma che le pratiche dell’azienda hanno portato benefici ai consumatori, hanno stimolato la concorrenza e hanno portato (al contrario di quanto affermano le autorità) innovazione nel commercio al dettaglio.
In ogni caso, anche se Amazon ha dichiarato di non essere d’accordo con le accuse della FTC, la società ha comunque accettato di pagare 30,8 milioni di dollari per risolvere il problema.
Cosa potrebbe cambiare per i clienti di Amazon?
Nel breve periodo poco o nulla cambierà in modo significativo con Amazon. Una causa di tale portata infatti richiederà probabilmente diversi anni per essere risolta, sempre se non viene risolta prima del processo.
E’ dunque possibile che il tribunale costringa Amazon a cambiare il modo in cui funziona lo shopping sul sito di Amazon, un’eventualità che potrebbe non danneggiare molto l’azienda; così come è anche possibile che Amazon vinca la causa antitrust.
Analisi tecnica: Amazon buca la media mobile a 50
Le ultime accuse contro Amazon hanno innescato brusche vendite sul titolo, che nella seduta di ieri ha rotto al ribasso l’area supportiva dei 130 dollari ad azione. In particolare, il titolo dopo aver raggiunto nuovi massimi di periodo a metà settembre sopra quota 145 dollari, nelle ultime settimane ha invertito la tendenza rompendo al ribasso anche la media mobile a 50 periodi (linea gialla), un segnale di debolezza per Amazon.
Ora il titolo potrebbe rimbalzare dall’area supportiva a quota 125 dollari ad azione, livelli che avevano sorretto efficacemente le quotazioni da maggio a luglio di quest’anno. Se così non fosse ecco che i successivi livelli che potrebbero sorreggere i prezzi impedendo ulteriori cali sono prima a 120 dollari e poi verso i 112 dollari, livello da cui transita la media mobile a 200 periodi (linea arancione).
Dal punto di vista dell’analisi algoritmica si segnala la posizione short dell’indicatore di direzione Parabolic Sar (pallini blu sopra le candele dei prezzi); ma anche la posizione in quasi ipervenduto dell’oscillatore di momentum Rsi.
Guardando infine al consensus su Bloomberg, vediamo la quasi totalità degli analisti che seguono il titolo hanno una visione rialzista sul titolo, con il target price medio a 12 mesi che si trova a quota 173 dollari (il che implicherebbe un incremento de 10% dai prezzi attuali a Wall Street.