Ubi Banca rivendica valore autonomia in tempi COVID, Messina (Intesa): ‘Ops più che mai valida, deciderà il mercato’
Nel giorno dell’assemblea annuale degli azionisti – rigorosamente a porte chiuse per l’emergenza COVID – Ubi Banca rivendica la propria solidità anche senza Intesa SanPaolo, e anche in tempi di coronavirus.
Lo stesso giorno, dalle pagine di La Repubblica Carlo Messina, AD di Intesa, parla anche di lui degli effetti del virus sulla banca che gestisce, e conferma contestualmente che “l’ops (su Ubi Banca) è più che mai valida”.
Non che ci fossero dubbi, su questo, come lo stesso istituto aveva confermato proprio qualche giorno fa.
Messina non ci pensa proprio a mollare l’osso e, all’osservazione del giornalista che gli ricorda come i soci storici di Ubi continuino a dire no alla sua offerta, ribatte:
“L’Ops è più che mai valida, andiamo avanti con grande determinazione puntando su una maggiore offerta di credito, valorizzazione delle persone e dei territori, tutela occupazionale e interventi per il sociale. Sono sempre più convinto che lo scenario bancario italiano cambierà profondamente quest’anno, e la dimensione sarà ancora più importante: per resistere alle insidie, garantire adeguata redditività agli azionisti, supportare al meglio la clientela. La gran parte dei vantaggi dell’operazione la otterremo anche in presenza di adesioni al 50% più uno del capitale di Ubi, e in quel caso saremo lieti di avere come azionisti di minoranza gli azionisti che non aderiranno”.
Non manca la stoccata contro i soci storici: “quando tra l’altro vedo imprenditori che comprano azioni Ubi, le mettono nei patti, pretendono di intervenire pesantemente nella governance, parlano della banca come fosse la loro, sono perplesso perché mi sembra una patologia, certamente un’anomalia: gli imprenditori azionisti che intervengono nella governance non hanno mai fatto il bene delle banche. Io ho una mentalità di mercato e preferisco pensare che sarà il mercato a stabilire ciò che è meglio per Ubi”.
Insomma, Intesa SanPaolo non cambia rotta, nonostante Ubi Banca continui a ribadire come, da sola, ce la possa fare eccome. Lo fa rispondendo espressamente alla domanda di un azionista, che chiede ai vertici come mai si ostinino a dire no a Intesa, e che fa notare che magari, proprio in tempi di COVID, l’istituto alla fine potrebbe trarre vantaggio da una aggregazione. Ubi risponde illustrando tutta la sua solidità.
I suoi risultati dell’esercizio 2019 di Ubi, sottolinea, “hanno confermato il sempre crescente miglioramento della situazione patrimoniale e finanziaria, con l’importante riduzione dei crediti deteriorati e il rafforzamento del Cet1, nonché l’efficienza e la solidità della banca”.
Questi elementi, “unitamente alla strategia di pianificazione e sviluppo perseguita negli anni, con primaria attenzione alle risorse umane e agli investimenti tecnologici, rappresentano solide basi per affrontare la grave emergenza sanitaria causata dal virus Covid-19 e le relative ripercussioni sul piano sociale, economico e finanziario”.
“In tale contesto – insiste Ubi Banca – è pienamente confermata la capacità della banca di porsi come solido operatore e assolvere quel ruolo che ne ha storicamente contraddistinto l’attività”.
Certo, rispondendo a un altro socio viene sottolineato che gli effetti COVID-19 non possono certo essere ignorati:
“Al momento si rileva un’elevata volatilità e i vertici di Ubi Banca sono attenti al contesto macroeconomico e ne monitorano costantemente gli sviluppi”. Ma, per chi avesse dubbi sul no a Messina, chiare sono le parole della presidente Letizia Moratti: L’autonomia di Ubi Banca è “un valore per tutti gli stakeholder, siano essi azionisti, clienti o dipendenti”. Ancora Moratti: “Questa fase di forzato rallentamento non ci fermerà. Abbiamo un piano industriale forte che il mercato ha accolto a pieni voti”.
Dal canto suo, nell’intervista a La Repubblica, Carlo Messina affronta anche la decisione della Bce, seguita dalla sua banca, di congelare al momento le cedole delle banche.
A tal proposito, leggi Ubi Banca effetti collaterali dello stop ai dividendi, l’OPS di Intesa Sp diventa più vantaggiosa (e di tanto)
L’istituto riuscirà davvero a ripristinare i dividendi?
“Mi sento di poter dire che se la riduzione del Pil italiano tenderà ad avvicinarsi a zero nella seconda parte dell’anno, con prospettive positive per l’anno prossimo, Intesa Sanpaolo sarà in grado di pagare il dividendo proposto agli azionisti – sottolinea il ceo – Se poi mi chiede quante banche in Europa saranno in grado di farlo, le dico che saranno poche: ma noi siamo leader in Europa per solidità patrimoniale. Aggiungo che un eccesso di capitale in banca spesso si accompagna con l’ipotesi di tagliare i costi del personale, altrimenti non si arriva a un’adeguata remunerazione dello stesso. Io non sono mai stato disposto a interventi del genere, né lo sarò in futuro. Vogliamo restare leader per solidità anche pagando le cedole. Poi, chiaro, dipende dal placet della Bce”.