Notizie Notizie Mondo Uber trova intesa da 10 miliardi con Softbank, ma la valutazione non convince i vecchi soci

Uber trova intesa da 10 miliardi con Softbank, ma la valutazione non convince i vecchi soci

13 Novembre 2017 11:13

Uber prova a lasciarsi alle spalle le difficoltà dell’ultimo anno con l’arrivo di un nuovo investitore forte. Dopo settimane di trattative è infatti stato trovato l’accordo con Softbank, colosso tecnologico nipponico che risulta già azionista di riferimento il Sprint (terza maggiore tlc statunitense) e che risulta azionista di riferimento in Ola e Grab, rivali asiatici di Uber. Il gruppo nipponico, guidato dal magnate Masayoshi Son, è a capo di un consorzio di investitori pronti a staccare un assegno da complessivi 10 miliardi di dollari con l’offerta che rimarrà valida per un mese e prevede diverse condizioni, tra cui lo stop alle controversie legali e la riforma della governance. Softbank, stando a quanto riportato da Bloomberg, andrebbe a investire inizialmente 1 miliardo in Uber e nelle prossime settimane andrebbe ad acquistare azioni dagli investitori esistenti per un controvalore di ulteriori 9 miliardi. L’accordo valuta la società circa 70 miliardi di dollari, ma le quote azionarie dai vecchi soci verrebbero acquistate a un valore inferiore. Tra gli investitori a fianco di Softbank ci sarebbero TPG, Tiger Global, DST Global e la cinese Tencent Holdings.

L’accordo, se andrà a buon fine, porterà Softbank a detenere il 14% di Uber con una valutazione di poco inferiore a 70 miliardi di dollari, ben sotto i 100 miliardi indicati dal fondo di venture capital Benchmark, che detiene il 13% di Uber. Benchmark è dubbiosa quindi circa la valutazione della società che nell’arco dei prossimi 2 anni dovrebbe sbarcare in Borsa. L’ex ceo Kalanick ha già chiarito che non cederà la sua quota del 10%.

Le condizioni dettate da Softbank

“Abbiamo stipulato un accordo con un consorzio guidato da SoftBank e Dragoneer su un potenziale investimento”, riporta Uber in una nota aggiungendo come tale intesa costituisca “un forte voto di fiducia nel potenziale a lungo termine di Uber” e “aiuterà ad alimentare i nostri investimenti in tecnologia e la nostra continua espansione negli Stati Uniti e all’estero, rafforzando ulteriormente la nostra corporate governance”.

L’accordo prevede che la società di venture capital Benchmark congeli il contenzioso legale contro l’ex ceo di Uber, Travis Kalanick; quest’ultimo invece si impegna a permettere a Softbank di accaparrarsi due posti nel consiglio di amministrazione. Riforma della governance che negli ultimi giorni ha visto il voto all’unanimità del board volto a eliminare i diritti di voto extra concessi fino ad ora ai fondatori Kalanick e Garrett Camp e ai primi investitori, tra cui lo stesso fondo Benchmark che è stato il più attivo nel chiedere le dimissioni di Kalanick coinvolto anche in uno scandalo sessuale. La causa di Benchmark contro Kalanick è volta a chiedere l’obbligo di restituzione del controllo dei tre posti nel board.
L’accordo con Softbank prevede l’ampliamento del board con 6 posti in più (da 11 a 17).